Da San Marco di Teggiano (Salerno) è ripartita il 30 maggio l’avventura dello spettacolo “made in Basilicata” e subito ecco nuove idee per una bella stagione all’insegna della musica autentica popolare lucana. Graziano Accinni & Tribù Lucane hanno entusiasmato il pubblico con il progetto sempre più attuale e di forte appeal di unione e condivisione della cultura popolare lucana proveniente da tutti i territori della Regione. Accinni guida una collaudata band di strumentisti, musicisti e artisti lucani (Pietro Cirillo, Luciano Zasa, Giuseppe Forastiero) e non (Filippo Scilleri, Luigi Gaetani, Silvio De Filippo, Giuseppe De Lio) con l’intenzione di mettere in risalto le varie problematiche sociali, lavorative e culturali oltre alle tematiche per la salvaguardia della storia e dell’identità dei territori, principale ricchezza delle regioni del Sud.
Nella sostanza Tribù Lucane è un progetto live che ha già prodotto due brani, il cui primo assaggio è “Gatta mammona” di Antonio Infantino-Moscati. La ricerca del gruppo si orienta su brani della provincia di Matera e di Potenza con tutte le influenze delle contaminazioni culturali che i territori hanno avuto nel corso dei secoli. Nei concerti come quello di San Marco di Teggiano si possono così ascoltare brani arcaici e pieni di ritmo come quelli tricaricesi che sin dai primi anni 70, innanzitutto con i Tarantolati e Antonio Infantino, hanno fatto conoscere all’Italia intera e al resto dell’Europa le antiche melodie del paese arabo-normanno. Sempre dai territori lucani troviamo brani che provengono dall’alta e bassa Valle dell’Agri con la tradizione dell’arpa popolare viggianese che da metà 800 fino agli inizi del 900 hanno fatto conoscere, attraverso i musicanti girovaghi, tutta la musica che si suonava in Lucania con itinerari che andavano dall’Italia all’Europa fino alle lontane Americhe e Australia. Il repertorio include ancora brani di estrazione agro-pastorale, devozionale e pagana con tutta la saggezza e la cultura di un popolo che nella sua centrale posizione geografica ha attinto tantissimo da tutte le culture che lo hanno dominato.
Accinni ogni volta che suona in piazza con il gruppo si conferma un vero virtuoso della chitarra e un grande conoscitore della tradizione musicale lucana. Il suo curriculum (è stato a lungo “l’anima” del sound di Mango), unito a un legame embrionale con la tradizione folk della sua terra, lo rende oggi un innovatore ripropositore di canti arcaici del sud che confluiscono, tramite accenti più moderni e rock, in un distillato creativo di potenza notevole. L’obiettivo ambizioso da raggiungere:salvaguardare l’ immenso patrimonio che solo in Basilicata con il grande aiuto della spedizione De Martiniana può vantare migliaia e migliaia di scrigni privati e pubblici zeppi di cultura e identità.
Graziano Accinni & Tribù Lucane è un progetto di unione e condivisione della Cultura popolare lucana proveniente da tutti i territori della Regione e nasce da una costola di Elettrico Lucano ultimo album del chitarrista Moliternese.All’interno di Tribù Lucane trovano spazio brani della provincia di Matera e di Potenza con tutte le influenze delle dominazioni che i territori hanno avuto nel corso dei secoli.Si possono così ascoltare brani arcaici e pieni di ritmo come quelli tricaricesi che dai primi anni 70 sia con i Tarantolati di Tricarico che con Antonio Infantino hanno fatto conoscere all’Italia intera e al resto dell’Europa le antiche melodie del Paese Arabo-Normanno.Sempre dai territori lucani troviamo brani che provengono dall’alta e bassa Valle dell’Agri con la Tradizione delle Arpa Popolare Viggianese che da metà 800 fino agli inizi del 900 hanno fatto conoscere,con i musicanti girovaghi,tutta la musica che si suonava in Lucania con itinerari che andavano dall’Italia all’Europa fino alle lontane Americhe e Australia.Il repertorio include ancora brani di estrazione agro pastorale,Devozionale e Pagana con tutta la saggezza e l’umiltà di un Popolo che nella sua centrale posizione geografica ha attinto tantissimo da tutte le culture che lo hanno dominato.Graziano Accinni (Mango,Dalla,Minaetcetc) guida questa piccola coalizione di strumentisti,musicisti e artisti lucani e del Vallo di Diano(Pietro Cirillo,LucianoZasa, Filippo Scilleri,GraziaRagone,GiuseppeForastiero,LuigiGaetani,Silvio De Filippo e Giuseppe De Lio) con l’intenzione di mettere in risalto le varie problematiche sociali,lavorative e culturali oltre alle tematiche per la salvaguardia dei territori che soprattutto nell’ultimo periodo sono sempre più a rischio per l’ecosistema e per le popolazioni che ci vivono.Tribu’ Lucane è un capitolo a se come tiene a precisare Accinni che parte da un progetto live per il 70% e l’altro in studio con alcuni riferimenti alla Musica New Wave dei primi anni 80 e proprio con i Talking Heads si tenta di condividere il dialetto lucano con brani che hanno fatto la storia della Musica mondiale quindi This Must be the placediventa”Iecost u post” tradotto dall’abile mano di Grazia Ragone che con il dialetto del suo paese d’origine Cirigliano (Matera) pone le basi per un progetto ancora più ampio dei dialetti lucani che si affacciano sui territori sconfinati del Rock,Pop e Blues d’oltre oceano.All’interno del disco,come già si è parlato all’inizio del comunicato, trovano spazio i lavori svolti dai Tarantolati di Tricarico e dal Maestro Antonio Infantino. Il disco inizia proprio con Matarrese Grottesca con uno dei rampolli del Maestro Infantino, il giovane Pietro Cirillo che insieme a Luciano Zasa hanno dato vita alle O.P.L.”Officine Popolari Lucane” una delle ensemble che sta riportando in auge tra i giovani i repertori tricaricesi e non solo. Insieme a Pietro Cirillo le Tribù Lucane ripercorrono con “Gatta mammona” i periodi più intensi ed evoluti di tutta la cultura popolare lucana e italiana con una dicitura musicale di matrice Etno-Rock con chitarre in grande spolvero e le voci di Giuseppe Forastiero e appunto Cirillo che la fanno da padrone.
Nel cd ”Dialetto” rivive anche un classico della Canzone D’Autore italiana del grande poeta e cantautore genovese Fabrizio De Andrè.Il brano in questione è Andrea dove viene narrata la storia di un amore omosessuale che sullo sfondo del primo conflitto mondiale perde il suo uomo partito come soldato per difendere la propria Patria. In questa occasione le Tribù ripercorrono il viaggio degli Ethnos Trio che interpretarono questo brano, con l’uso del dialetto Lucano,nel disco Canti Randagi 2 con la produzione della Fondazione De Andrè curata da Dori Ghezzi e il figlio Cristiano uscito con la Universal nel 2009.La re-interpretazione del brano è affidata alla voce calda di un artista specializzato nel riproposizione del repertorio di Faber il grande Filippo Scilleri originario di Taranto ma residente da un pò di anni a Policoro con il quale Graziano Accinni già da qualche anno ha intrapreso una collaborazione artistica.Con Filippo Scilleri le Tribù Lucane hanno interpretato il brano dal vivo registratoin uno dei concerti dell’estate scorsa in giro per la Basilicata.”Andrea sé persu e nunzapiturnani” recita uno dei versi in lucano il quale ben si adatta alle note di uno dei Poeti che più si è speso per la divulgazione dei dialetti italiani, si ricordano tutti i brani sia in dialetto genovese che in sardo interpretati dal cantautore che proprio con il primo lavoro”Canti Randagi” aveva dato inizio all’interpretazione dei suoi brani in tutti gli idiomi regionali della Penisola invitando tutte le realtà musicali che divulgavano la cultura dialettale dei propri territori. Insomma per finire, nei solchi del disco delle Tribù Lucane”Dialetto” si incrociano miriadi di sfaccettature sia musicali che dialettali, che proprio in uno dei periodi più oscuri per le regioni più indebolite a causa della globalizzazione, tentano di rendere giustizia al nostro piccolo territorio che più di ogni altro ha nel suo interno tutti i colori delle grandi Culture che lo hanno colonizzato nei secoli scorsi.