Il Coro della Polifonica Materana”Pierluigi da Palestrina” traccia un bilancio dell’attività svolta nel 2020, al tempo del Coronavirus. Di seguito la nota integrale.
Pandemia che è tutt’altro che superata, come confermano le notizie di ogni giorno. Tutti i settori economici versano in una situazione di grave crisi, così come la cultura e, anche se non viene riportato alla ribalta della cronaca, il settore della coralità amatoriale.
Non se ne parla perché si ritiene (non completamente a ragione) che non sia rilevante dal punto di vista economico, ma si trascura un particolare importante: il ruolo sociale che il coro amatoriale svolge a tutti i livelli, tra giovanissimi e meno giovani, nelle grandi città come i piccoli borghi di provincia. Il coro è non solo un luogo di aggregazione, ma anche di educazione culturale e formazione musicale, dove il singolo impara a fare affidamento sulle proprie capacità rapportandole a quelle degli altri e, dettaglio non trascurabile, viene ad essere protagonista di eventi che magari, diversamente, non avrebbe la possibilità di apprezzare. L’esercizio del canto corale quindi riesce ad avvicinare e far entrare nel vivo della realtà musicale un numero sempre crescente di persone perché, senza dubbio, pochi hanno una frequentazione attiva con la musica, specialmente in realtà periferiche rispetto ai grandi Centri di divulgazione musicale.
Anche nella città di Matera esistono diverse realtà corali amatoriali. In particolare, il Coro della Polifonica Materana Pierluigi da Palestrina, diretto dal M° Carmine Antonio Catenazzo, oggi è erede di un “primato”: trae origine infatti dalla più antica associazione culturale cittadina, e da allora ne segue e condivide gli scopi, cioè la divulgazione della musica in tutte le forme, facendo particolare riferimento a quella vocale.
Nel 2020 il Coro avrebbe voluto celebrare due ricorrenze: il trentennale dall’inizio dell’attività nella formazione attuale e la decima edizione del Concorso Corale “Antonio Guanti”, ricordando nel contempo l’amico scomparso proprio 10 anni fa. Però, da un anno, come per tutte le altre realtà corali italiane e non, le attività del Coro sono sospese, a causa dell’epidemia da Covid-19. L’ultimo concerto il 29 febbraio 2020, e il successivo appuntamento in sala prove annullato, da un momento all’altro.
Inizialmente si pensava ad un distacco breve, un mese più o meno, una piccola vacanza prima degli impegni pasquali che già si andavano delineando, e invece…. Di proroga in proroga, di protocollo in protocollo, si è arrivati all’estate. Il Concorso è stato cancellato. E a settembre, dopo una breve, ottimistica parentesi, quando già si sperava di riprendere e si guardava con gioia ai concerti del periodo natalizio e ad una celebrazione del trentennale… un nuovo stop. Se possibile ancora più pesante del primo, perché vi si giungeva già provati e privati dal primo.
L’attività di un coro amatoriale si caratterizza principalmente di frequentazione. Di condivisione. Di pratica, di incentivazione, di vicinanza, di fiato. Tutte cose che mal si conciliano con le limitazioni imposte dalla pandemia, ma che sono strettamente indispensabili alla sopravvivenza stessa del coro: infatti, molte formazioni che hanno sospeso le attività a causa della pandemia, non riprenderanno più perché i componenti si sono allontanati, demotivati, o hanno troppa paura. Il pericolo quindi reale, per tutti i cori, è di non avere più, domani, il materiale umano da cui ripartire. E comunque, dopo una sosta così lunga, in un certo senso sarà necessario ricominciare daccapo, perché i coristi non sono professionisti ma dilettanti, e se per un professionista la mancanza di esercizio non fa bene, per un dilettante è devastante.
Proprio per questo, con pochi mezzi e tanta buona volontà, il Coro della Polifonica Materana ha cercato in questo lungo periodo di mantenere vivo il coinvolgimento dei coristi. Prima con messaggi, progetti, incontri virtuali. Poi con quella che è diventata la forma di espressione comune, cioè la realizzazione di “virtual choirs”. Poi con video tutoriali di vocalità, canto e gestione della respirazione.
A Natale 2020, il Coro ha goduto del regalo inatteso di un concerto dal vivo, anche se in assenza di pubblico e trasmesso in streaming, grazie alla volontà del direttore artistico del Festival Duni, il M° Saverio Vizziello. Una boccata d’ossigeno, afferrata con avidità, riuscendo nella non semplice scommessa di rimettere su in sole quattro prove, dopo quasi un anno di inattività, un repertorio eseguito l’ultima volta nel 2017, ovvero il Gloria RV589 di Antonio Vivaldi per soli, cori e orchestra. E riuscendo a regalarsi, seppure con le distanze e le limitazioni imposte dalla sicurezza, la gioia di tornare a cantare insieme. Potrebbe sembrare una cosa da poco, ma per una realtà amatoriale, che fonda i propri risultati su uno studio impegnativo e costante nel tempo, è stato un enorme risultato.
Oggi, a più di due mesi da quel momento, ancora non è possibile pensare al futuro, se non con progettazioni a lungo termine. Ad esempio, il M° Catenazzo siede al tavolo nazionale dei concorsi corali, promosso dalla Fe.N.I.A.R.Co. – Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Cori, e di comune accordo con altre prestigiose realtà concorsuali italiane si è deciso di bandire per il 2021 l’undicesima edizione del Concorso Corale “Antonio Guanti”, per di più arricchendolo con una sezione non competitiva che si spera possa incoraggiare i cori amatoriali a riprendere a programmare e a rimettersi in gioco, partecipando anche se non si sentono “pronti” per una competizione.
L’auspicio è che si possa in qualche modo riuscire a ripartire con le prove e poi con i concerti, ma anche che l’immenso patrimonio culturale costituito dalla coralità amatoriale non vada perduto.
Mar 16