Giulio Rapetti in arte Mogol e Laura Valente, cantante, musicista, docente e moglie del compianto cantautore lucano Mango, sono ritornati a Matera in mattinata per selezionare nella sala Rota del Conservatorio Duni i trenta musicisti che nei prossimi mesi di aprile, maggio e giugno parteciperanno a CET Music, il Centro Europeo di Tuscolano diretto dall’autore più popolare del nostro Paese. Mogol e Repetti sono arrivati a Matera insieme al pianista Giuseppe Barbera, altro componente della squadra di docenti del CET Music. Ad accoglierli la dirigente dell’ufficio sistemi culturali della Regione Basilicata, Patrizia Minardi. A Matera sono stati selezionati 30 musicisti tra autori, interpreti e compositori su 37 giovani che avevano già superato la prima selezione a cui avevano preso parte 50 partecipanti.
Di seguito le interviste rilasciate da Mogol, Valente e Minardi.
Maestro, quando giudica una canzone si prende in considerazione testo e musica o l’emozione che riesce a trasmettere? “Se devo essere un ascoltatore quello che mi arriva è la musica e il testo, dovendo giudicare un lavoro come stiamo facendo oggi devo fare attenzione a distingere il testo e la musica per capire dove il giovane è più preparato e dove è meno preparato, per poi dare un consiglio su quale corso dedicarsi”.
Il livello emotivo dei cantautori qual è? “E’ diverso da quelli della mia generazione. La cultura popolare degli anni scorsi era basata su formule create nel tempo e quindi c’era una sicurezza nello scrivere e poteva dare delle garanzie. Oggi il quadro è completamente diverso, si basa su cose nuove, le strutture delle canzoni sono cambiate, si sono improvvisate, invece di fare strofa, ritornello, ponte e seconda strofa fanno tre ritornelli piccoli che poi si uniscono. Io sono per valutare oggettivamente anche questo modo nuovo di scrivere perchè potrebbe essere interessante, senza però dimenticare la struttura della canzone e le emozioni che può dare”.
Da questo punto di vista come giudica la canzone di Mahmood che ha vinto l’ultima edizione del festival di Sanremo? “La canzone era carina, sopratutto per la formula musicale che si sviluppava in modo diverso, il testo non era così chiaro come avrebbeo dovuto essere, perchè quando non si capisce una canzone non si può andare lì a spiegarla. Diciamo che questo ragazzo ha delle doti che vanno approfondite sopratutto per quanto riguarda i testi”.
Quali emozioni trasmettono i ragazzi che sta selezionando anche oggi qui a Matera e che provengono da tutta la Basilicata? “Qui la Regione è molto attenta ai giovani, una delle più attente e questo fa onore alla Regione Basilicata. Questo progetto è portato avanti da Patrizia Minardi che è veramente appassionata, è difficile trovare un amministrativo appassionato, lei lo è, ascolta tutti, gira tutti i Comuni e fa tutto quello che può. Io l’apprezzo molto per il lavoro che fa e ha dato anche dei risultati, perchè Arisa è uscita di qui e molto altri sono diventati molto bravi”.
Mogol ritorna spesso a Matera, a questo punto si può dire che le manca solo la cittadinanza onoraria? “Effettivamente si, perchè io ho un rapporto molto caro con questa meravigliosa città che quest’anno è la capital europea della cultura. E io spero che si dedichi sempre di più a cose che possono essere utili all’Europa, per esempio una piattaforma sulla quale quello che si porta può prendere una visione europea”.
Laura Valente, le emozioni che arrivano dai cantautori lucani le conosce bene: “Io ho avuto la fortuna di camminare per 30 anni a fianco di un uomo straordinario, un lucano straordinario e un artista impressionante. Ancora oggi giorno dopo giorno ascolto la sua musica e riscopro il suo talento lucano che è veramente incommensurabile. Dico lucano perchè lui era profondamente radicato nel territorio. E’ l’unico artista lucano importante che non ha mai voluto lasciare la sua terra. Lui diceva di amarla come dicono di amarla tutti gli artisti lucani ma non ha mai voluto lasciarla, ci viveva, ne viveva quotidianamente anche i disagi, i malesseri ma l’amava in maniera profonda e incarnava la lucanità nella maniera più completa. E’ l’espressione più bella che ha avuto questa terra”.
Percepisce queste emozioni, questi sentimenti, dai ragazzi? “Si percepisce ovunque, ognuno si porta la sua terra, ognuno ha un retaggio, ne va fiero e se lo porta dietro in maniera gagliarda. La Lucania è stata una regione che ha soffrendo molto, adesso sta vivendo questo momento di splendore ma solo la Lucania sa quanto sia costato tutto questo e quanta fatica abbia fatto per arrivare fino qua e negli occhi dei ragazzi leggo lo stesso orgoglio e quella fierezza di appartenenza”.
Che differenza c’è tra il CET e un programma televisivo in cui si cercano nuovi talenti della musica? “E’ come dire come lavo i panni, con la lavasciuga o con un altro mezzo, è un esempio stupido ma penso che mi avete capito. Sono dei mezzi, in realtà poi l’arte e il talento quando ci sono arrivano sempre. Cet e programmi televisivi sono dei mezzi diversi, ovviamente il Cet non si può paragonare a un talent perchè il Cet è una effettiva scuola dove ci sono, a parte me, docenti molto preparati e una scuola di formazione prima dell’uomo e poi dell’artista che è esattamente poi sovrapponibile come figura. Una scuola in cui si crea un gruppo molto importante. Il Cet e il talent sono due cose diverse. Si fa il Cet per provare poi ad andare in un talent ma è sempre sconsigliabile secondo noi.
Patrizia Minardi, responsabile ufficio sistemi culturali Regione Basilicata: “Abbiamo fatto una prima selezione da 50 ragazzi per selezionare 37 persone sulla base del background musicale necessario per partecipare a questo corso di perfezionamento musicale. Dopo aver selezionato i 30 giovani artisti per il Cet Music daremo la possibilità ad alcuni di loro di registrare musiche in occasione della presenza di Red Bull a Matera. Il rapporto tra Regione Basilicata e il Cet di Mogol va avanti dal 2007 e vediamo che alcuni ripropongono la propria candidatura passando dalla categoria dei compositori a quella degli autori o dagli autori agli interpreti perchè è necessario perfezionarsi da più
punti di vista. Anche in un rapporto molto virtuoso con il Conservatorio perchè non è detto che chi esce da un Conservatorio non possa approdare ad una musica meno accademica ma che permette di formare artisticamente il giovane per affrontare il palco”.
Michele Capolupo
La fotogallery della selezione nella sala Rota del Conservatorio di Matera (foto www.SassiLive.it)