Tutto esaurito per la Suite Osa, l’anteprima della performance finale dell’Open Sound Festival 2020, andata in scena presso la Terrazza di Palazzo Lanfranchi a Matera. Opera collettiva per musica elettronica, strumenti tradizionali, quintetto d’archi e pianoforte, la Suite Osa rappresenta il momento performativo dell’Open Sound Festival 2020, progetto basato sulla creazione ed esecuzione dal vivo di produzioni originali, mai ascoltate prima, costruite sull’incontro fra musica elettronica contemporanea e suoni ancestrali della Basilicata.
Nella Suite, tre producers (Mala Femmina, Enrico Lillo Dadone e Angelo Rosato Fanelli) selezionati con #OSA, la call internazionale di Open Sound Festival, si esibiscono insieme ai guests Stabber, Clap! Clap! e Yakamoto Kotzuga, accompagnati da un ensemble di archi e pianoforte e con la partecipazione degli artisti lucani Alberico Larato (alla zampogna, alla chitarra e alla lira calabrese) e Agostino Cortese, alla guida del collettivo Agotrance, composto da suonatori di percussioni e cupa-cupa, uno degli strumenti più identificativi della tradizione lucana. La direzione direzione creativa è di Nico Ferri (founder Open Sound Festival), la direzione artistica di Alioscia Bisceglia (Casino Royale), con la direzione musicale di Giorgio Mirto, composer e docente del Conservatorio di Livorno.
L’evento si è tenuto nel suggestivo scenario della Terrazza di Palazzo Lanfranchi a Matera, costruzione seicentesca, attuale sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, con una vista mozzafiato sugli antichi rioni dei Sassi, che ha aperto le porte ad uno spettacolo contemporaneo mai presentato prima. Il ricavato della serata, ad offerta libera, sarà devoluto a favore del fondo COVID-19 Sosteniamo la musica, progettato da Music Innovation Hub e promosso da FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) che dallo scorso giugno, e fino alla fine dell’anno, eroga settimanalmente fondi a sostegno di musicisti e professionisti del settore musicale.
Open Sound, dopo la prima edizione co-prodotta da Multietnica e Fondazione Matera-Basilicata 2019 per il programma ufficiale di Matera Capitale europea della Cultura 2019, ha lanciato il suo progetto per il 2020 partendo nuovamente da #OSA, la call per producers che ha visto la partecipazione di 67 candidati, affascinati dalla sfida di ricodificare, in chiave contemporanea, sonorità antichissime appartenenti al patrimonio lucano, presentando una traccia inedita costruita a partire dal repertorio di suoni raccolti nell’Open Sound Library (OSL). Tra i candidati ne sono stati selezionati 9 che, a fine agosto, hanno partecipato all’Open Sound Academy, realizzata in collaborazione con Sugar Music, presso il Cecilia, Centro per la creatività di Tito (PZ). Due giorni di seminari, ascolti, esperienze one to one, showcases e masterclass e, alla sera, le auditions/esibizioni, dei partecipanti che hanno permesso di individuare tre giovani talenti da coinvolgere nella produzione della Suite OSA. Dal 6 al 13 settembre i tre producers hanno lavorato in studio sugli inediti candidati per la call che sono stati co-prodotti assieme ai guests Stabber, Clap! Clap! e Yakamoto Kotzuga, con la supervisione del direttore artistico Alioscia Bisceglia. Ogni traccia, così lavorata in studio, è stata poi ottimizzata e riarrangiata per dialogare con la partitura e l’orchestrazione curate dal maestro Giorgio Mirto.
I 3 producers selezionati con la CALL #OSA a _restefestival di Torino
Venerdì 9 e sabato 10 ottobre _resetfestival, da 12 anni il festival dell’innovazione musicale a Torino, ospiterà i producers selezionati con la CALL #OSA ed esibitisi durante la Suite, ovvero Mala Femmina, Enrico Lillo Dadone e Angelo Rosato Fanelli. _reset è il circuito italiano dedicato ai giovani talenti e ai nuovi strumenti e modelli di business in ambito musicale ed è anche, e soprattutto, un percorso formativo e una vetrina per connettere musicisti, professionisti, addetti ai lavori e pubblico. I 3 producers dell’Open Sound Festival, venerdì 9 e sabato 10 ottobre, avranno infatti la possibilità, al mattino, di presentare la propria musica in sessions di ascolto con la presenza di addetti ai lavori e, al pomeriggio, di partecipare ai workshop di formazione, trascorrendo due giorni a stretto contatto con i professionisti del settore musicale e in continuo confronto con altri giovani talenti, musicisti e pubblico. Infine, alla sera, si esibiranno nuovamente per _resetfestival, di cui l’Open Sound è partner. Guarda il programma qui http://www.resetfestival.it/programma_2020.
Il progetto Open Sound Festival 2020 – 2022
Da quest’anno, infine, il format Open Sound riunisce altri tre festival e realtà artistiche consolidate del territorio lucano: Pollino Music Festival, Metaponto Beach Festival, Vulcanica Live Festival. Le tre associazioni promotrici dei festival e il Centro Cecilia, hanno infatti costruito una rete che, da qui ai prossimi anni, li vedrà lavorare fianco a fianco per generare un sistema regionale di festival basati su produzioni originali con un forte carattere identitario, legato al territorio, ma allo stesso tempo dal respiro nazionale e internazionale. Il prossimo passo per Open Sound, infatti, vuole essere proprio – spiega Alessandro Ottenga, Manager Culturale del progetto – quello di rendersi replicabile in una dimensione nazionale ed europea: ci sono tante comunità territoriali che possono mettere a disposizione un patrimonio culturale di questo tipo. Ecco noi vorremmo confrontarci con loro, conoscerle e sviluppare progettualità comuni.
Con questo progetto – racconta Nico Ferri, Founder e Direttore Creativo dell’Open Sound Festival – presentiamo contenuti artistici e musicali inediti, generati per essere rappresentati in anteprima durante il nostro festival, tenendo fede a quella che è la nostra mission: dare una nuova vita alle sonorità ancestrali della Basilicata rileggendole in chiave contemporanea attraverso i codici dell’elettronica. Siamo partiti a fine 2019 e siamo andati avanti, con un lockdown di mezzo, coinvolgendo, oltre che i 3 producers selezionati con la call e i 3 guest producers, un compositore/direttore musicale, un quintetto d’archi, un pianista e alcuni musicisti tradizionali . Poi tutto il lavoro di scouting, formazione e produzione di questi mesi è confluito nel momento finale della Suite OSA. Non è stato facile, considerato il clima di incertezza dovuto alla pandemia. Era, ed è, un sogno visionario. E, come in tutti i sogni visionari, nulla era scontato. Ma poi tutto si è materializzato in un’atmosfera di collaborazione incredibile tra tutti i soggetti protagonisti ed il risultato è stato una meravigliosa opera collettiva generata in un luogo simbolico e affascinante.