Francesca Giannizzari, cantautrice di 22 anni di Palazzo San Gervasio, ha pubblicato il suo primo album “Piccole stanze”. Ha già conseguito la laurea triennale in canto, presso il conservatorio di Salerno. Dopo un anno con il progetto Erasmus in Danimarca, sta proseguendo gli studi per la Laurea Magistrale. La giovanissima inizia per diletto a dedicarsi e a scoprire a questo mondo, rivelandosi la sua strada.
La giovane artista e cantautrice è stata intervistata nell’ambito delle iniziative dell’associazione “Conduco un dialogo” nella rubrica radiofonica il Tafano su Radio Ruoti, ed ha dialogato con Maria De Carlo. Sì è riscoperta come persona che insegue la sua felicità grazie anche all’insegnamento dei suoi genitori. nDa poco è uscito il suo primo disco “Piccole stanze”.
Stupendi i brani, carichi di emozione e di pathos, sia di carattere autobiografico che sociale.
Per fare un esempio “Alla luna”, scritto in un periodo di stress per gli esami mentre “Blu profondo” è dedicato ai bambini che perdono la vita in mare.
Di seguito riportiamo una breve intervista alla cantautrice lucana. come ti sei avvicinata alla musica?
Tutto è nato da mio nonno, che amava suonare la chitarra in casa, portando allegria ed energia. A me affascinava il modo in cui lui riusciva ad unire tutti con una canzone. Mi regalò quindi una chitarra all’età di tredici anni, e così iniziai ad imitarlo, provando a sperimentare nella mia camera.
A chi ti ispiri?
Sono cresciuta ascoltando un po’ di tutto, mio padre è un grande appassionato di blues e rock, non poteva che trasmettere questo gusto anche a me: Eric Clapton, Jimi Hendrix, Tracy Chapman, Queen, Dire Straits erano per me pane quotidiano.
Chi sono stati i tuoi primi maestri e come definisci la tua musica?
Qualche anno dopo decisi di prendere un po’ più sul serio il mio “fare musica”, così iniziai a studiare chitarra jazz a Potenza con Santino Giambersio. Lui mi aprì un mondo, portandomi ad ascoltare un po’ di jazz, un po’ di country, e cantautori italiani. Tutte queste scoperte hanno sicuramente influenzato il mio modo di scrivere e di comporre, che definirei “pop contaminato”, proprio perché porta con sé tante piccole sfumature.
Puoi raccontarci della tua esperienza a X factor?
Il mio obiettivo divenne presto quello di esibirmi davanti ad un pubblico, per capire cosa si provasse stando su un palco e cantare e suonare per altri. Prima di X Factor partecipai ad un piccolo Festival, ma subito mi sono catapultata in un’esperienza che oggi definirei “estrema”.
Mi sono iscritta ai provini dello show per fare una semplice esperienza di selezione e incontrare nuova gente, non immaginavo di ritrovarmi in una realtà così grande all’età di soli 16 anni. Dopo i pre-casting, partecipai alle Audizioni vere e proprie, poi ai Bootcamp e infine agli Home Visits, per un totale di tre mesi. Ricordo di aver registrato le puntate nel corso dell’intera estate, per poi essere trasmesse in tv in autunno.
Com’ è cambiata la tua vita dopo quella esperienza?
Dopo quest’esperienza molte cose sono cambiate: ho conosciuto tante persone stimolanti per me e per la mia creatività, ma anche tante situazioni spiacevoli.
Ho da subito avuto modo di fare molte esperienze Live in giro per l’Italia, e poi ho deciso di intraprendere studi di musica in Conservatorio perché ho da subito capito (e X Factor ne è stata solo un’ulteriore conferma) che la musica dovesse essere la mia vita. Ho iniziato a scrivere i miei testi poco dopo X Factor, forse perché sentivo di avere più cose da raccontare o perché avevo più fiducia in me stessa e in quello che potessi dire attraverso una canzone.
Attualmente di cosa di stai occupando?
La mia esperienza di studi a Salerno, i concerti in collaborazione con altri artisti, e il mio percorso attuale in Danimarca rappresentano una grande evoluzione nella mia musica, e i dettagli musicali cambiano, le persone che incontro sono diverse, e il mio modo di raccontare è diverso. Attualmente mi ispiro a cantautori come Palo Nutini, John Mayer, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri.
Dal titolo con chi ho introdotto questo articolo mi sento in dovere di dare un sentito “Grazie” alla terra in cui sei nata la Lucania, e ti auguro di portare nel tuo futuro sempre le tue origini. Ti auguro tanti successi nel mondo artistico e di essere sempre “ambiziosa” come lo eri da piccola.
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