Un vero e proprio percorso per raccontare una città attraverso i suoni che produce, da quelli naturali, a quelli tipici e popolari fino a quelli che indicano la trasformazione del suo territorio. E’ nato così il progetto di Onyx Jazz club, Suoni del Futuro Remoto, co-prodotto dalla Fondazione Matera-Basilicata2019 e inserito nel programma ufficiale di Matera2019 che, per qualche giorno, promuove un workshop con gli studenti del Dipartimento di Urban Design and planning della Leibniz University di Hannover.
Gli incontri in programma dal 3 al 6 novembre sono stato illustrati oggi da Gigi Esposito, Presidente di Onyx Jazz club, da Chiara Rizzi docente di Composizione architettonica e urbana dell’Università di Basilicata e da Paolo Mele, project manager della Fondazione Matera-Basilicata 2019.
“Si tratta – ha spiegato Esposito – di una partitura per musica e suoni naturali che raccoglierà alcuni campionamenti effettuati sul territorio e che vedono nell’Università di Basilicata uno dei partner più importanti attraverso l’attività portata avanti dalle prof.sse Chiara Rizzi e Silvana Khutz. Il materiale verrà affidato al musicista statunitense Joe Johnson che creerà una partitura musicale per il concerto che organizzeremo il prossimo 28 settembre con il Collettivo Onyx, Rino Locantore e Paolo Fresu. Per la prima volta – ha aggiunto – un territorio viene raccontato attraverso i suoni. Il percorso cominciato nell’aprile scorso, sviluppa esattamente questo concetto che ci vede uniti nel lavoro con la Fondazione Matera-Basilicata 2019 che co-produce il progetto. Suoni del Futuro Remoto diventerà anche un vinile su cui raccoglieremo questa esperienza”.
“Per l’Università di Basilicata – ha spiegato Chiara Rizzi – Suoni del Futuro Remoto rappresenta un’opportunità di ricerca e formativa. Mettiamo insieme la possibilità di aprire nuovi ambiti di ricerca in cui il termine composizione torna più volte anche con il concetto di spazio. La lettura dei luoghi ci aiuta a reinterpretarli, non solo in modo visivo ma percettivo e acustico. Il workshop con l’Università di Hannover, era già stato sviluppato già l’anno scorso quando nel corso di un convegno sul creative heritage avevamo parlato proprio di Matera. In queste giornate con gli studenti tedeschi, svilupperemo un lavoro sul campo già fatto dal giugno scorso anche con l’Apm di Saluzzo (approfondendo tecniche di post produzione) e potremo trasformare l’analisi del territorio in installazioni che verranno realizzate nel 2019. Il programma prevede anche lezioni aperte al pubblico che si terranno tutti i pomeriggi alle 17 a Casa Cava. Cominceremo il 3 novembre con Patrizia Di Monte, dello Studio Gravalos – Di Monte di Saragozza (Spagna) che ha sviluppato uno dei progetti presenti al padiglione Italia della Biennale di Architettura e che riguarda lo scalo di Grassano e che sta seguendo un programma di rigenerazione urbana che si sta svolgendo a Saragozza. Il suo intervento sarà concentrato sul tema del silenzio.
Il secondo appuntamento, il giorno dopo – ha proseguito la prof.ssa Rizzi – sarà affidato a Joerg Schroeder e Riccarda Cappeller di Hannover, mentre la terza lezione aperta sarà quella della prof.ssa Hillary Brown del New York City College parlerà del metabolismo urbano e della città come ecosistema”. Nella stessa occasione verranno presentate anche le installazioni sonore che gli studenti lucani e tedeschi delle due università avranno realizzato nel corso dei laboratori quotidiani.
Soddisfatto il project manager di Fondazione Matera-Basilicata 2019, Paolo Mele che ha sottolineato le caratteristiche del progetto: “La qualità dei progetti e dei soggetti coinvolti anche sotto il profilo internazionale, così come i partner, cominciano a prendere corpo. Le specificità di Matera nel progetto di Onyx , vengono mappate da una prospettiva diversa, quella sonora.
Nell’analisi artistica si parla di paesaggio naturale, umano e sonoro che fino a poco tempo fa era una componente poco considerata ma che, invece, esce dalla dimensione di nicchia e si ritaglia spazi importanti. Suoni del Futuro remoto, co-prodotto dalla Fondazione e frutto di un profondo lavoro che stiamo svolgendo con Onyx – ha aggiunto Mele – rappresenta un percorso in cui entriamo quotidianamente attraverso un dialogo costante e che condurrà a un vero affresco sonoro. I progetti non sono, per noi, solo parte del programma del 2019 ma anche base di un lavoro futuro sul concetto di suono che ormai fa parte di un vero e proprio cluster, quello del paesaggio sonoro. Con Onyx, infatti, si è subito sviluppato un focus su Sassi e Murgia dove si sono svolti alcuni collaudi sonori. Il ruolo dei Sassi – ha concluso Mele – per la Fondazione, in effetti è centrale in termini di valorizzazione e riqualificazione culturale”.