Questa sera nel Palazzo Bernardini in arco del Sedile a Matera per il Festival Duni è stato proposto al pubblico il recital con il liutista Hopkinson Smith e il soprano tedesco Sophie Klussmann. Il duo ha eseguito un programma dedicato a John Dowland e alle musiche italiane e francesi del pieno Rinascimento intitolato “Per Meraviglia”.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Festival Inaudita di Grottole.
Liutista americano di fama mondiale riconosciuto unanimemente come il più raffinato interprete del repertorio cinque-seicentesco per liuto Smith, dopo gli studi ad Harvard, si è trasferito in Europa e vive attualmente a Basilea, dove insegna presso la prestigiosa Schola Cantorum Basiliensis. Suona e tiene masterclass in tutta Europa, in America del Nord e del Sud, in Australia, in Nuova Zelanda, Corea e in Giappone. Nel 2007 e nel 2009 si è esibito e ha insegnato in Palestina invitato dalla Barenboim-Said Foundation e dallo Swiss Arts Council. Nel 2010 ha ricevuto il Premio Musica del Centro Studi Mousiké- Regione Puglia con l’iscrizione “maestro dei maestri, massimo interprete delle musiche per liuto dell’antica Europa mediterranea”, mentre nel 2015 analogo riconoscimento, il Music Prize, gli è stato conferito dalla provincia di Alicante in Spagna. I suoi dischi solistici sono stati ripetutamente premiati con I maggiori riconoscimenti della critica musicale.
Dinko Fabris, direttore artistico del Festival Duni dal 2018, ha dichiarato: “E’ molto importante lo spirito di collaborazione in campo artistico, in un momento così difficile per la vita culturale del nostro paese e, direi, del pianeta, con le bombe e i massacri che oscurano la dolcezza della musica. Il Festival Duni è particolarmente lieto di poter avviare quest’anno una prima collaborazione con una nascente realtà musicale della regione ma già con tutti i presupposti di una scommessa vincente. Il “Festival Inaudita” è proposto a Grottole da un pool di musicisti di grande esperienza internazionale sostenuti da appassionati e dal Comune del centro lucano che ha dato i natali ad uno dei musicisti di scuola napoletana più interessanti del suo tempo, Carlo Cecere. Sono particolarmente grato a Mauro Squillante, un professionista tra i più ammirati in Europa per la sua esperienza sugli strumenti a plettro storici e mio amico fraterno da tanti anni, per aver proposto questa collaborazione che consentirà di co-produrre due concerti per quest’anno, e soprattutto di sostenere le loro masterclass e l’accesso di giovani alla scoperta di alcuni dei più grandi virtuosi di strumenti antichi del mondo: dal liutista svizzero-americano Hopkinson Smith, mito vivente del liuto, questa volta accompagnato da una cantante raffinata come Sophie Klussmann, allo svedese Dan Laurin – uno dei più grandi virtuosi di flauto dolce del mondo – accompagnato da Anna Paradiso, cembalista di profonda esperienza che torna sempre volentieri nel suo sud”.
“Se il liuto è lo strumento principe del Rinascimento, diffuso in tutta Europa nei diversi gradi della società ed utilizzato perfino in chiave simbolica dai pittori, che vi ritrovavano gli elementi matematici della prospettiva e la raffigurazione dell’armonia cosmica, la sua presenza accanto alla voce creò una prassi esecutiva molto speciale della musica polifonica vocale allora in auge, riducendola ad una voce sola cantata mentre le altre voci venivano riassunte dallo strumento. Questa prassi ha agevolato la diffusione capillare di tutti i generi vocali profani, che prima erano riservati alle corti, anche per il consumo borghese e domestico, creando la prima vera musica “popolare” europea, a cominciare dall’Italia. John Dowland, il cui repertorio sarà brillantemente suonato da Hopkinson Smith, è uno dei più grandi virtuosi di liuto di tutti i tempi e certamente il più importante liutista inglese, che avremo il piacere di ascoltare in un concerto davvero imperdibile e di grande valore musicologico e artistico”.
Il concerto è stato co-prodotto dal Festival Duni con “Inaudita” di Grottole “I Gusti riuniti è il famoso titolo alternativo dato ai “Concerti reali” composti dal grande clavicembalista francese François Couperin. Con questo titolo Couperin faceva riferimento alla commistione degli stili francesi e italiani nella sua opera. D’altronde, molta musica barocca del periodo si caratterizza per l’incrocio di influenze stilistiche provenienti da paesi diversi” spiegano Laurin e Paradiso”:
La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)