Sabato 26 novembre 2022 alle ore 20,30 nella sala degli specchi di Palazzo Bernardini in Arco del Sedile 6 a Matera è in programma lo spettacolo “Ascoltami bene!!! Ascoltami bene!!! Viaggio culturale sull’ascolto della musica in alta fedeltà” con Berloco-Manicone/Di Lecce-Montinaro.
Biglietto 10 euro, ridotto 7 euro. Ingresso ore 20. Prevendita presso cartoleria Montemurro in via delle Beccherie a Matera. Per informazioni e prenotazioni inviare una mail a prenotazioni@arteriamatera.it
Di seguito gli artisti sul palco e le informazioni sullo spettacolo.
Un viaggio sull’ascolto della musica in Hi-Fi a cura di Eustachio Di Lecce e Claudio Montinaro e con il “Viaggio romantico” del “Viandante “ di Franz Schubert, un ciclo di Lieder eccezionale con la voce espressiva di Raffaele Berloco e la potenza del suono di Simona Manicone al pianoforte.
Note musicologiche di Valentina Dell’Aversana e presentazione dei Lieder a cura di Maria Emilia Serafino.
Programma
seconda parte
Franz Schubert
8 Lieder tratti dalla raccolta
“Der Winterreise “ D.911
Franz schubert
Improvviso op. 90 n. 4 per pianoforte solo
Felix Mendellsshon
Rondó Capriccioso op. 14 per pianoforte solo
Raffaele Berloco Baritono
Simona Manicone pianoforte
Raffaele Berloco Baritomo
nato il 18 febbraio 1987, inizia lo studio del canto e della musica sin dalla tenera età, perfezionando le sue qualità canore.
Nel 2020 ha conseguito la laurea di primo livello in canto presso il conservatorio E.R.Duni di Matera con il massimo dei voti. Attualmente si sta perfezionando in musica da camera sotto la guida del M.Loredana paolicelli.
Ha al suo attivo numerosi concerti come esecutore e organizzatore, molti dei quali benefici il cui ha ricevuto consensi e riconoscimenti.
Ha collaborato in qualità di corista con l’Associazione Orchestra di Puglia e Basilicata nelle realizzazioni di diverse produzione operistiche quali:
”Il Barbiere di Siviglia” di G.Rossini, ”La Traviata” di G.Verdi, ” Tosca” di G.Puccini e del ”Don Giovanni” di W.A.Mozart.
Nel 2015 in occasione dei 50 anni di fondazione dell’apertura del Conservatorio ”E.R.Duni” di Matera ha debuttato nei ruoli di Masetto e del Commendatore nel ”Don Giovanni”di W.A. Mozart, presso la Corte dell’ex ospedale San Rocco di Matera.
Nell’ambito dello studio del canto ha partecipato a corsi e masterclass di perfezionamento con docenti di alta professionalità.
Simona Manicone, pianista materana, nel 2020 si è diplomata in pianoforte con il massimo dei voti, lode e menzione speciale presso il Conservatorio “E.R.Duni” di Matera sotto la guida del M° Angela Fiamma. Negli anni accademici 2017-18 e 2018-19 ha vinto la borsa di studio come pianista accompagnatrice presso il Conservatorio della sua città. Ha frequentato numerose Masterclass di perfezionamento pianistico tenute da vari Maestri tra cui: Pietro de Maria, Bruno Canino, Oleg Marshev, Pierluigi Camicia, Tomislav Baynov, Ana Telles, Roberto Prosseda. Numerosi sono i concorsi di esecuzione musicale da lei vinti: primo premio “città di Airola 2012”, primo premio “città di Airola 2013”,primo premio “Domenico Savino” di Taranto, primo premio al concorso “Mirabello in musica” di Campobasso, “Concorso per le quattro stagioni” di Termoli, concorso “Euterpe”. Ha partecipato attivamente alle stagioni concertistiche organizzate dal conservatorio in qualità di solista e in gruppi cameristici tra cui: “Concerto di S. Cecilia”, Festival di Maggio 2016 (“Il Pianoforte Romantico”), Festival di Maggio 2017 (“Il Pianoforte Classico”), “Pianeta Schubert”, “Volevo essere Madame Bovary”, “BACH a 1 2 3 4 tastiere”, eseguendo il concerto 1060 per due pianoforti e orchestra d’archi di J.S. Bach. Dal 2018 ha formato un duo con la pianista Maria Teresa Pizzulli, docente del conservatorio “E.R. Duni” eseguendo concerti in varie città di Italia. Nel 2022 ha superato un concorso per titoli divenendo accompagnatrice pianistica presso il Conservatorio “E.R. Duni” per l’anno accademico 2021-22. Attualmente si sta perfezionando frequentando i bienni specialistici di Pianoforte Solistico e Maestro Collaboratore. È membro del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio di Matera e dal 2021 è membro dell’ Anvur, agenzia di Valutazione dei Conservatori Italiani.
Note musicologiche
“Come un estraneo sono comparso, come un estraneo me ne vado”. Con queste parole si apre il ciclo di ventiquattro Lieder composto da Schubert solo un anno prima della sua morte, nel 1827, come se con ciò il compositore avesse voluto preparare il suo congedo dal Mondo poiché stanco del male che ammorbava i suoi ultimi anni: la sifilide. Questa nel 1828 sarà la causa della sua morte mentre ancora correggeva le bozze degli ultimi Lieder della raccolta che, pochi mesi dopo, avrebbero completato il ciclo. Winterreise, op. 89, D. 91, infatti, è stato composto in tempi differenti, in due parti da dodici Lieder ciascuna, ri- spettivamente ad inizio e fine 1827 e successivamente pubblicate la prima parte nel gen- naio 1828 e la seconda nel dicembre dello stesso anno. A fare da collante tra i ventiquattro Lieder del Ciclo Winterreise vi è non solo la penna del poeta Wilhelm Müller, fautore della poetica e letteratura romantica tedesca; ma anche la strada percorsa dall’innamorato non corrisposto lungo questo viaggio d’inverno. In questo senso i versi delle due parti del- la raccolta si presentano come tematicamente rispondenti e conseguenziali l’un l’altra. Se nella prima parte il giovane amante protagonista dei Winterreise, sebbene non corrispo- sto, ancora si afferri alla speranza alimentata dal ricordo che si tinge di malinconia; nella seconda, questi fugge senza meta, perdendosi in una sorta di Via Crucis in mezzo a un pa- esaggio invernale che è simbolo del mortale ghiacciarsi d’ogni ricordo e d’ogni speranza. Allo stesso modo la musica ci accompagna in questo malinconico e struggente viaggio, laddove, come è d’uopo nei Lieder Schubertiani, non vi è più una ‘voce solista’, ma il pia- noforte e la voce compenetrano, accompagnandosi reciprocamente, diventando al pari protagonisti dell’esecuzione. Tanto il profilo strumentale, quanto il diramarsi del canto, danno suono al significato patetico del testo poetico, basti pensare alle irrequiete figure sincopate di Rückblick, al drammatico tremolo in Einsamkeit, ai grappoli brillanti di note in irrlicht, o ai rimarcati accenti acuti in Der Stürmische Morgen. Mentre il pianoforte e la voce rendono vivo il paesaggio d’inverno tra l’urlo del vento (in Der Lindenbaum), l’infuria- re della tempesta (in Der Stürmische Morgen) e lo scorrere dell’acqua sotto il ghiaccio (in Wasserflut), si svolge il cammino del protagonista del Viaggio d’inverno, la cui meta sem- bra essere il nulla. L’ultima stazione, il desolante Der Leiermann (il suonatore di ghironda), sospende l’errare del Viandante in una assoluta staticità, gli echi dell’immagine sonora e della raffigurazione musicale sembrano perdersi nel vuoto assoluto incontrando la prima e ultima figura umana di questo cammino: il vecchio misterioso suonatore di ghironda. Nella completa obliterazione di ogni categoria di spazio e tempo, i versi affidati al povero suona- tore si perderanno nel nulla tendendo la mano ad un destino inesorabilmente mortale.
Valentina Dell’Aversana