Nella tragedia consumata nel Mediterraneo – simbolo di incontro tra suoni, canti e melodie che da secoli si influenzano e viaggiano per le rotte del Mare Nostrum – anche la musica etnica lucana e del Sud può dare un suo contributo di solidarietà e di vicinanza tra popoli. Dal flamenco alla musica araba, l’etnojazz, le sonorità slave, greche, tunisine, ma anche il funky, l’afrobeat fino alle tammurriate, la pizzica salentina e il migliore folk dei nostri gruppi di giovani c’è un bisogno di contaminazione culturale. Ed è proprio quello che sperimentano i musicisti di Accipiter PMA, formato da giovani di Accettura, che si sono segnalati a Rionero in occasione della quarta edizione di “Club Sanmarco premia” nell’evento-spettacolo al Vorrasi. Un’esibizione di un folk di qualità che non lascia spazio all’ improvvisazione perché è soprattutto ricerca, studio, passione. Non a caso i giovani preferiscono parlare di folk, non di musica popolare come troppo spesso e impropriamente esso viene definito: folk inteso si come tradizione, ma anche come contaminazione, come attaccamento alla terra, ma anche come apertura all’esterno, come “canti e balli”, e anche come coscienza e occasione sociale. E si sta lavorando ad un progetto ambizioso, che riparte dall’impegno decennale del gruppo folk “I Maggiaioli”, dall’opera creativa (e in buona parte ancora non svelata), di Francesco Varvarito, più unico che raro caso di cantore della collina materana, dalla passione di qualche giovane musicista, come Biagio Labbate, attento alle dinamiche moderne del folk con l’utilizzo di strumenti appartenenti alle tradizioni della world music mediterranea.
In questa cornice l’Inno dei Tarantolati della Basilicata, scritto su di un testo del poeta Roberto Linzalone, che aprirà il giorno 8 Maggio lo stand della Basilicata presso Expo 2015, acquisisce un suo spessore per favorire la riscoperta e la valorizzazione delle tradizioni musicali che da secoli abitano il grande e glorioso Mar Mediterraneo dove musica e danza raccontano, sicuramente meglio di ogni altro elemento, un modello di convivenza possibile tra i popoli.
E le parole di Michele Miglionico, presidente Gal Csr Marmo Melandro, acquistano un significato particolare: “La nostra musica popolare può e deve diventare il nuovo attrattore immateriale della Basilicata , in un progetto unico ed aggregate che sostenga la ricerca antropologico musicale degli artisti locali e lo sostenga in un percorso virtuoso di crescita e promozione . Festival e raduni musicali devono essere sostenuti dalle istituzioni tutte”. Un appello alle istituzioni che trova particolarmente sensibile il promoter di eventi Mario Bellitti da molti anni impegnati a realizzare format originali di Festival. Di qui l’idea progettuale degli Accipiter di lanciare un grande evento musicale – un vero e proprio Festival – che vada a riempire l’estate accetturese, in modo da avere qualcos’altro da tramandare e migliorare negli anni, coinvolgendo anche emigranti e turisti, molti dei quali, non riuscendo a farlo per la Festa principale (Festa del Maggio), ritornano in paese solo ad Agosto. Per ora si sperimentano nuove musicalità come è possibile vedere-ascoltare sul canale youtube (www.facebook.com/accipiterpma), come espressione di un nuovo fermento musicale accetturese (certificato dalla rapida diffusione, negli ultimi mesi, di tamorre e chitarre) e come occasione di contatto sociale. Ma dopo la tragedia nel Mediterraneo l’evento acquisisce nuovi significati . Weber definiva “etnici” quei gruppi umani che condividevano “la credenza soggettiva di una comune origine”, a prescindere dalla sussistenza o meno di reali affinità parentali; ed è partendo da tale presupposto che affidiamo ad una comune origine quell’idea che il Sud in fondo è un familiare luogo dell’anima, e che ci porta a riconoscerci come simili dovunque e soprattutto in tutti i sud del mondo. Il viaggio che ci propongono i musicisti di Accettura è ancor più affascinante per attraversare tanti luoghi e tante culture musicali diverse unite da unico comune denominatore: il Sud.
Apr 20