Lunedì 10 luglio 2023 alle ore 20,30 presso la Fondazione Le Monacelle in via Riscatto a Matera è in programma il concerto del Trio Eolian per la rassegna Vivaverdi Multikulti 2023 di Arteria.
Il Trio Eolian è composto da Carmelo Dell’Acqua, clarinetto, Francesca Taviani, violoncello e Graziella Concas, pianoforte.
L’evento rientra nella settimana di Accademia Time per la rassegna di Chamber Music – Vivaverdi Interpretazioni
Biglietti euro 10. Ridotto euro 7 per soci Arteria, Unitep, studenti.
Prenotazioni nei 7 giorni precedenti l’evento tramite messaggio Whatsapp 3351267243
E-mail prenotazioni@arteriamatera.it
Prevendita presso Cartoleria Montemurro, via delle Beccherie 69 tel. 0835333411
L’Eolian Trio è il risultato dell’incontro di tre musicisti di riconosciuta e raffinata esperienza e nasce dal comune interesse dei tre interpreti per il repertorio cameristico.
Carmelo Dell’Acqua, Francesca Taviani e Graziella Concas hanno perfezionato la loro formazione musicale presso prestigiose Accademie, fra le quali: Accademia Chigiana di Siena, Mozarteum di Salisburgo, Accademia di Imola, Scuola di Musica di Fiesole e con Maestri come il Trio di Trieste, Piero Farulli del Quartetto italiano, il Trio Ciaikowsky, Boris Petrushansky, Sergio Perticaroli, Aldo Ciccolini, Vera Gornostaeva, Amedeo Baldovino, Richard Stoltzman, Rocco Filippini, Antony Pay, Pier Narciso Masi, Gervase De Peyer, Alfred Prinz, Bruno Canino, Andrew Marriner, Antonio Ballista.
Hanno vinto numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali, fra i quali: Giovan Battista Pergolesi di Napoli, Carlo Zecchi di Roma, Città di Barletta, Giovanni Battista Viotti di Vercelli, Festival Nazionale di Taranto, Antonio Scontrino di Trapani, Città di Grosseto, Città di Caltanissetta, Città di Pistoia, Vincenzo Scaramuzza di Crotone, Città di Acqui Terme, Wassily Kandinsky di Avellino, Ferenc Liszt di Roma.
I musicisti dell’Eolian Trio hanno partecipato ad importanti rassegne e produzioni musicali in diverse città italiane e anche all’estero (Austria, Germania, Olanda, Belgio, Russia, Spagna, Repubblica Ceka, Romania, Ungheria, Gran Canaria, Grecia, Francia, Bulgaria, Paraguay, Argentina, Australia).
Graziella Concas e Carmelo Dell’Acqua sono docenti presso il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Catania, Francesca Taviani presso il Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli.
Programma
Ludwig van Beethoven
(Bonn, 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827)
Trio op. 11 in si bemolle maggiore “Gassenhauer” (1797)
Allegro con brio
Adagio
Tema con variazioni
(Tema “Pria ch’io l’impegno” tratto dall’opera L’amore marinaro, ossia il Corsaro di Joseph Weigl)
(22 min. ca.)
Michail Ivanovič Glinka
(Novospasskoe, Russia, 1 giugno 1804 – Berlino, 15 febbraio 1857)
Trio pathétique (1832)
Allegro moderato
Scherzo: Vivacissimo
Largo
Allegro con spirito
(16 min. ca.)
Max Bruch
da Acht Stucke op. 83 (1910)
n. 6 Nachtgesang: Andante con moto
n. 4 Allegro agitato
(12 min. ca.)
Guida all’ascolto di Ettore Scandolera
Il Trio in Si bemolle maggiore Op. 11 di Ludwig V. Beethoven
Il Trio in si bemolle maggiore Op.11, seppur composto per pianoforte, clarinetto e violoncello, rientra pienamente nei Trii per archi e pianoforte, in quanto il violino divenne quasi subito l’alternativa ufficiale al clarinetto. La data di composizione risale all’anno 1798, un periodo beethoveniano che possiamo considerare con l’etichetta di “giovanile”.
L’articolazione formale del pezzo è classicamente in tre movimenti: 1. Nell’Allegro con brio che apre la composizione il primo e il secondo tema dell’esposizione riflettono il contrasto abituale della musica dell’epoca tra un esordio marziale e affermativo e una risposta dal carattere più cantabile; 2. nell’Adagio l’esordio è affidato al violoncello nel registro acuto in modo da favorire la cantabilità del tema, sapientemente studiato nei rapporti tra suono e respiro (pausa). Beethoven anticipa, qui, certi stati d’animo della musica schumanniana, specie nel trattamento del pianoforte utilizzato in tutta la sua estensione, dinamica e di registro; 3. l’Allegretto finale è formato da una serie di variazioni il cui tema (preso da una famosa opera comica del tempo, L’Amor marinaro di Joseph Weigl, 1797) ispirò anche autori come Hummel e Paganini. La prima e la seconda delle nove variazioni presentano gli strumenti separatamente (prima il pianoforte e poi violoncello e violino), quasi che Beethoven volesse far ascoltare le qualità dell’organico prima di reimmergersi nell’equilibrato gioco a tre.
Il Trio pathétique di Michail Ivanovič Glinka
Il Trio pathétique per clarinetto, fagotto e pianoforte, scritto tra il 1827 e il 1828, si articola in quattro tempi senza soluzione di continuità.
Il primo movimento, Allegro moderato, ha una struttura formale di tipo A-B-A-C-A + la coda. Nella fase iniziale, in re minore, viene esposto il tema principale di carattere cantabile. La seconda sezione in si bemolle presenta un nuovo tema affidato al fagotto, ripreso dal clarinetto e dal pianoforte, seguendo uno sviluppo modulante piuttosto mutevole, sino a far sentire l’accordo di dominante della tonalità di re minore, dopo di che c’è la ripetizione di A. La sezione C vede la riproposta dei due temi con il sostegno delle terzine del pianoforte. Varietà di accenti e tensione dinamica sfociano nella tonalità di sol maggiore nello Scherzo successivo.
Il secondo movimento, dalle linee beethoveniane, rispetta gli schemi della tradizione classica: ci sono due episodi con spunti tematici differenti (uno in do maggiore e l’altro in la bemolle maggiore), con il ritorno alla tonalità di tonica, con il trio e la ripresa da capo dello Scherzo. Il Trio è di gradevole effetto per la cantabilità del fagotto, che espone, sostenuto dal pianoforte, una melodia piacevole, ripresa dal clarinetto, che la riespone in ottava con lo stesso fagotto. Un Lento brevissimo collega il secondo movimento al terzo, che è un Largo. Su accompagnamento di accordi ribattuti si snoda una esposizione melodica del clarinetto, al quale, dopo venti misure, si sostituisce il fagotto, riprendendo la stessa melodia nella tonalità minore e accompagnandola verso un marcato Maestoso risoluto in re bemolle maggiore, sino alla coda conclusiva. L’Allegro con spirito del quarto movimento attacca con un tema che ripropone i due nuclei tematici del primo tempo, arricchiti timbricamente. Si passa ad un Presto di dieci misure e poi ad un Lento (accordo di settima di dominante di re minore con appoggiatura della fondamentale) e infine ad un tempo moderato Alla breve, in cui i tre strumenti si uniscono in uno spiritoso e festoso dialogo.
Gli Otto Pezzi Op. 83 di Max Brunch
Gli Otto Pezzi (Acht Stücke) Op. 83 di Max Bruch appartengono all’ultima fase creativa del loro compositore, che aveva
già 70 anni quando iniziò a scriverli, nel 1908 (li portò a termine nel 1910, dedicandoli all’influente Sophie di Schönburg- Waldenburg, principessa di Wied e di Albania). Per la serata odierna saranno eseguiti esclusivamente il quarto – cupo e trascinante (soprattutto per i disegni del pianoforte) ed il sesto pezzo – un Andante con moto in sol minore, innervato da un’ampia e delicata arcata melodica, disegnata prima dal solo clarinetto, poi anche dalla viola.