Si è svolto nella sala conferenze della scuola media “Lenardo Sinisgalli” di Potenza, il terzo Incontro di Formazione Regionale progetto “I Care: Imparare, Comunicare, Agire in una Rete Educativa”, rivolto a Dirigenti scolastici e docenti di ogni ordine e grado di scuola. All’incontro hanno partecipato la dottoressa Antonietta Moscato, il dirigente scolastico della scuola “Sinisgalli” prof. Giovanna Gallo e la relatrice prof.ssa Anna Maria Favorini dell’Università di Roma TRE che ha relazionato su “Modelli teorici e operativi per la costruzione e la gestione dei contratti educativi in contesto scolastico”.
Il Progetto “I Care”, che va avanti da due anni e che sta riscuotendo un grande interesse per quanto riguarda la lettura e l’applicazione dell’ICF, che è una codifica di comportamenti sulle funzioni, nella compilazione del PEI (Piano Educativo Individualizzato) per alunni con diversabilità, è stato prolungato di un altro anno. Lo ha reso noto la dottoressa Antonietta Moscato, referente Regionale del Progetto “I care”-della U.S.R di Basilicata: “La scuola è di tutti e di ciascuno e l’inclusione deve guardare non solo disabili, ma tutti gli alunni. L’attenzione- sottolinea la Moscato- in questo momento riguarda gli alunni disabili e la prassi dell’inclusione deve diventare pratica quotidiana. Il progetto “I care” da biennale diventa adesso triennale e si concluderà quindi nel 2010. L’unica Regione che porta avanti un progetto di ricercazione è la Sicilia. Altre regioni portano avanti un progetto misto perché sono abituati a fare ricercazione seguendo la metodica tradizionale. Il gruppo nazionale che ha portato avanti questo progetto si è ridotto da quindici a sette unità. In questo Progetto sono in rete il dieci per cento delle scuole italiane. Sono stati erogati altri quindicimila euro e la scuola capofila ha ottenuto altri diecimila euro.
Si terranno, a breve, altre riunioni e tra fine maggio e i primi di giugno si terrà un convegno che sarà programmato ad Assisi oppure a Sabaudia, per consocere quanto è stato prodotto”.
La dottoressa Favorini ha disquisito sul Contratto Educativo precisando che “il progetto si aggancia a tematiche importanti quali il concetto di inclusione, che non può essere astratto. Includere va oltre il concetto di integrazione. Includere tiene conto della disabilità, di chi ha problemi di integrazione per fare in modo che tutti appartengono allo stesso mondo. L’aspetto più importante è poter effettuare una Diagnosi Pedagogica. Il contratto nasce da lontano, dalla teorie psicologiche. Il contratto è un accordo tra due o più persone e le tipologie sono impliciti che generano aspettative ed espliciti che è la manifestazione e la condivisione di un accordo per fare un contratto ci deve essere un accordo. Il contratto applicato in ambito educativo, rieducativo, riabilitativo e terapeutico ed è applicabile in tutte le età della vita.
I ragazzi- sottolinea la dottoressa- non possono essere soggetti passivi di ogni cosa. Il contratto professionale chiarisce cosa si può ricevere da ogni persona rispetto al servizio offerto, agli orari degli incontri, agli accordi finanziari , alla reperibilità. Un contratto educativo deve rispondere a delle regole soprattutto quella della autorevolezza e non autoritarismo e occorre andare incontro all’altro e dare fiducia”. La dottoressa ha sottolineato che il “contratto educativo ha una sua deontologia, un consenso reciproco , una remunerazione valida che deve essere adeguata in rapporto all’erogatore e che il contratto richiede competenza, che è un aspetto molto importante. In quanto entrambi i soggetti devono essere in possesso delle necessarie abilità per realizzare gli obiettivi stabiliti con il contratto”.