Ritorna con cadenza mensile la rassegna culturale “Letture a Palazzo Gattini”. Dopo il primo incontro con la silloge “Suonatore di corno” del poeta pugliese Maurizio Evangelista e la presentazione di “Voci di Sassi”, il primo dizionario del dialetto materano di Tonino D’ercole giunto alla terza edizione, l’ospite d’accezione di sabato 12 febbraio l’autrice Marina Ripa di Meana. Il testo, “Virginia Agnelli madre e farfalla” (Minerva edizione) come consuetudine sarà presentato dalle giornaliste Maria Anna Flumero (direttrice artistica della rassegna) e Rosalba Stasolla (responsabile Comunicazione Palazzo Gattini) alle ore 19 presso la sala Meeting di Palazzo Gattini. All’incontro sarà presente l’autrice. Ingresso libero.
A seguire alle ore 21 cena con l’autore. Per costo e prenotazione: 0835-334358
Per la rassegna di “letture a Palazzo Gattini, la giornalista Rosalba Stasolla precisa che “come annunciato nel mese di dicembre alla stampa ci siamo attivati per ospitare nella nostra rassegna nomi anche di caratura nazionale. Del resto noi vogliamo essere un punto di riferimento della città, anche culturalmente“.
La Flumero precisa inoltre che: “La peculiarità della rassegna è la presentazione del testo collegata alla vigilia della ricorrenza di ogni mese. L’evento è stato previsto in prossimità della ricorrenza di San Valentino e con questo evento vogliamo lanciare un messaggio d’amore: volersi bene è possibile anche attraverso una serata dal profumo culturale, ma anche regalandosi o donando un buon libro”.
Sinossi del libro. Bellissima, trasgressiva, intelligente, coraggiosa, figlia di un principe della nobiltà nera e della travolgente e sardonica americana Princess Jane: Virginia Bourbon Del Monte Agnelli, madre di Gianni, Susanna e di altri 5 figli, ha avuto una vita drammatica e “scandalosa”.
La sua biografia è stata tenacemente occultata dalla famiglia che ha cancellato la sua straordinaria personalità. Questo libro non racconta né le vicende della Fiat, né gli scontri per ragioni di eredità, vuole restituire invece alla storia la figura di una donna affascinante e decisiva nella formazione di re Gianni e della famiglia reale Agnelli. Nella costruzione, insomma, dell’Agnelli style. Tanto è vero che l’avvocato teneva in camera da letto una sola fotografia: la sua. Virginia perse il marito Edoardo, morto per un incidente aereo, a 35 anni. Pochi mesi dopo la sua scomparsa s’innamorò di Curzio Malaparte, tanto da volerlo sposare. Lo aveva conosciuto a Forte dei Marmi, dove passava molti mesi dell’anno nella sua splendida villa sul mare. Il suocero, il fondatore della dinastia, il senatore Giovanni Agnelli non glielo perdonò. Prima fece saltare le nozze, poi chiese al capo dell’Ovra Arturo Bocchini di seguirla passo passo, e di fornirgli tutte le notizie sulla vita della nuora. La polizia fascista per mesi e mesi la pedinò e compilò su di lei dettagliati rapporti. Servirono al senatore Agnelli per citare Virginia presso il tribunale per i minori di Torino, che in tempi rapidissimi emise una sentenza che le toglieva la patria potestà e l’affidava al suocero. L’ordinanza la bollava come pubblica peccatrice e consentiva una sorta di “sequestro” dei 7 figli, che le vennero strappati dalla polizia mentre in treno si recavano con lei a Roma.