Presentata al Circolo La Scaletta di Matera la raccolta di poesie “Arando il caos” di Stefano Lovecchio, con prefazione di Pasquita Pulice, illustrazione di copertina di Genny Adessa e quella interna di Lucia Cancelliere. Un evento culturale promosso dall’associazione Matera Poesia 1995. Alla presenza di un pubblico molto attento e interessato Pasquita Pulice ha presentato attraverso una radiografia attenta e ricercata le peculiarità dell’autore, sottolineando aspetti linguistici e poetici di un’opera che trasmette emozioni e sentimenti puri. Pulice entra nel fortino poetico di Lovecchio e ne coglie essenze rare, ne fa oggetto di studio approfondito senza lasciare nulla al caso, evidenziando una introspezione molto marcata e carica di pathos. L’autore esalta una poesia che sa di profonde radici, e di ispirazione pascoliana. Come il Pascoli anche Lovecchio si immerge nel creare quadretti campestri, che danno vita e generano vita, quella vita umile. Lovecchio fonde temi diversi della poetica pascoliana: nei suoi versi non figurano solo il tema della campagna e della natura ma vi sono anche diversi temi cosmici come la vita, la morte, il mistero che tutto avvolge. La poetica l’assale, lo pervade, lo fa sentire carico di sentimenti e lo rende estremamente duttile. Lovecchio forgia la lirica a suo piacimento, attraverso parole che rendono piacevole l’ascolto. I suoi versi sono musicalità, intonazioni che derivano dal suo orchestrare parole sul pentagramma del cuore, della passione. “Arando il caos” è il titolo che ha un forte riferimento alla vita quotidiana degli uomini che consumano l’esistenza, tra l’approssimazione e la grande corsa all’apparire, all’essere e in questo vortice ormai sempre più incontrollato ecco che si genera inevitabilmente il caos della vita che va intensamente vissuta respirando giorno dopo giorno come un ossigeno di speranza, di gioia e di amore.
Lovecchio vuole arare questo caos come il contadino ara la terra per aprirla ai germogli di nuova vita e la rende più feconda perché in essa si apre quel terreno in cui e su cui si possono albergare e alberare nuovi orizzonti.
Arando il Caos vuol dire solcare, in questa società, nuovi percorsi per nuovi cammini che attraverso la poesia un uomo può fare insieme all’altro uomo che è padre, fratello, amico.