Mercoledì 20 maggio, alle ore 9,30, presso la sede del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano (via
Sette Dolori n. 10), sarà presentato il progetto di conservazione e valorizzazione della struttura rurale il “Casone della Murgia”
ricadente nelle Murge di Sant´Andrea, in agro del Comune di Montescaglioso. Il particolare edificio è ubicato lungo il prestigioso
itinerario murgiano che conduce al santuario della Madonna della Loe ed alle chiese rupestri di Sant´Andrea, de La Scaletta, e del Canarino.
Si tratta della necessaria attività di salvaguardia di una delle testimonianze più significative degli insediamenti agro-pastorali
della Murgia materana, il cui intervento conservativo in atto ne ha bloccato il progressivo degrado, impedendone l´annunciato collasso
statico.
I lavori di recupero sono stati resi possibili da una positiva alleanza pubblico-privata che ha visto protagonisti il Parco della
Murgia materana, la Fondazione Zétema e il sig. Guglielmo Strada. In particolare l´Ente Parco ha favorito l´iniziativa inserendo la
struttura tra le tappe più significative del percorso di visita mentre la Fondazione Zétema, una volta acquisita dal sig. Strada la
titolarità del bene attraverso un formale atto di comodato, ha finanziato l´opera di tutela, affidando la progettazione dei lavori
all´arch. Massimiliano Burgi e la relativa esecuzione alla qualificata impresa Edilizia Fratelli Sacco srl di Matera.
Questa prima fase operativa ha previsto un impegno di spesa di oltre €. 35.000,00, sufficiente per scongiurare il paventato crollo dello
straordinario manufatto rurale e per consentirne la conseguente funzionalizzazione d´uso, quale punto informativo e di sosta per i
visitatori del Parco.
L´ultimazione dei lavori è prevista per il prossimo 30 giugno 2009 e l´apertura alla pubblica fruizione nel successivo mese di luglio, a
collaudo tecnico avvenuto.
Alla presentazione del progetto di conservazione e valorizzazione parteciperanno il presidente del Parco della Murgia materana, geom.
Roberto Cifarelli; il presidente della Fondazione Zétema, avv. Raffaello de Ruggieri; il progettista, arch. Massimiliano Burgi; il
referente scientifico, Mario Tommaselli; il sig. Guglielmo Strada e il titolare dell´impresa Edilizia Fratelli Sacco srl.
Per compiutezza della presente informativa si allega una nota storico-
illustrativa sul manufatto e sull´attuale situazione dei lavori.
Recupero del “Casone della Murgia”
Ubicazione: C.da Murgia S. Andrea, Montescaglioso (MT). Parco della Murgia Materana
Proprietà: Sig. Guglielmo Strada
Comodatario e Finanziatore dell’intervento di recupero: Fondazione Zétema Centro per la Valorizzazione e Gestione delle Risorse Storico-Ambientali, con sede in Matera Rec.to Cavone, 5
Progettista e Direttore dei Lavori di recupero: arch. Massimiliano E. Burgi
Introduzione
L’intervento di recupero commissionato dalla Fondazione Zétema di Matera, riguarda un antico manufatto denominato “Casone della Murgia”, destinato nei secoli passati alla produzione casearia. Il Casone, oltre ad essere un’interessante esempio di architettura agricolo-pastorale, appartiene alla splendida Masseria Strada che ricade nell’area del Parco delle chiese rupestri della Murgia Materna.
L’analisi del paesaggio rurale ed in particolare del Parco della Murgia Materana, permette di individuare conoscenze che sono rimaste intatte dai tempi del loro utilizzo. Le masserie, in particolare, sono luoghi in cui la vita quotidiana si relazionava con una quantità molto vasta e articolata di tecniche tradizionali; si tratta non solo di tecniche di carattere prettamente agricolo ma anche di matrice architettonica e sociale e di gestione dell’acqua. Attraverso lo studio dello sviluppo e l’evoluzione delle masserie si possono comprendere i motivi di abbandono o di persistenza delle tecniche tradizionali.
L’attività tradizionale delle masserie ha per secoli disegnato e alimentato la bellezza del paesaggio rurale, applicando un sistema di conoscenze che non solo rendevano produttive le stesse masserie, ma, regolavano il rapporto tra uomo e paesaggio. L’esperienza di Masseria Strada, rimasta in piena attività fino a qualche decennio fa, ha subito, più delle altre, un’evoluzione di successo, a partire dagli insediamenti rupestri, passando per la costruzione dei muretti a secco e le cisterne a tetto fino ad arrivare ai sistemi di raccolta dai tetti nelle casette dell’ottocento.
La Masseria Strada
La Masseria Strada, di proprietà del dott. Guglielmo Strada, è ubicata nel Comune di Montescaglioso in provincia di Matera, in località Murge S. Andrea, in un territorio racchiuso tra la Gravina di Matera, il Vallone della Madonna della Loe, l’antico Bosco di Lucignano ed il Vallone Togolate.
Le architetture rupestri ricadenti nella proprietà di questa masseria fanno risalire il suo primo nucleo ai primi insediamenti del XI secolo, ma, precedenti a tale periodo sono state ritrovate delle tombe. A partire da tale periodo si sono succedute varie fasi di sviluppo e trasformazione, a testimonianza delle quali rimangono le architetture destinate ad abitazione, a ricovero degli animali e per la preparazione di prodotti caseari. Di alto valore architettonico sono: il caciolaio denominato “Casone della Murgia”, la casa padronale risalente alla metà XIX circa e il casolare per la lavorazione e conservazione del vino datato 1950. Di notevole interesse architettonico è la chiesa rupestre che faceva parte di un complesso religioso di grande importanza comprendente cripte ed asceteri presenti lungo la confinante Gravina di Matera ed il Vallone della Loe.
Le restanti costruzioni, come il frantoio, la casa colonica e i silos, risalgono al periodo successivo alla bonifica agraria.
La superficie totale della Masseria è di 340 ha, di cui 130 ha sono destinati a coltivazione di tipo cerealicolo. La restante parte è suddivisa nella coltivazione di ulivi secolari, ottenuti da innesto su olivastro e macchia mediterranea. Nell’ estensione del podere sono presenti esempi significativi di sistemi di raccolta dell’acqua piovana che è convogliata, attraverso canali scavati nella roccia calcarea o attraverso ripartitori in pietra, in cisterne a tetto, giare cisterne, ecc….
All’interno della proprietà è presente un vasto giardino, una struttura antica probabilmente destinata a colture orticole o officinali, supponendo che l’intero comprensorio, sia appartenuto all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo di Montescaglioso.
Il “Casone della Murgia”
Poco distante dalla villa padronale, inserita nella macchia mediterranea, spicca per la sua originalità costruttiva il caciolaio denominato “Casone della Murgia”, un’eccellente esempio dell’architettura agricolo-pastorale della Murgia materana per la produzione casearia, risalente al XVIII secolo. Una struttura, unica nel suo genere, non più in attività, formata da un edificio a pianta circolare sormontato da una cupola rivestita con piastrelle di cotto e due corpi laterali posti uno a nord e uno a sud. Su questo ultimo lato sud si innalza un bellissimo comignolo. Il Casone è una composizione architettonica tanto insolita, quanto affascinante. E’ questa pregevole peculiarità che spinge Mario Tommaselli a paragonarlo arditamente ad “una piccola moschea islamica con il minareto”1. Nella parte posteriore il Casone è circondato da un recinto di muretti a secco di pregiata fattura, con annesse mangiatoie, usato per il ricovero degli animali. Questa tipica struttura settecentesca è la parte terminale di un sistema più ampio di strutture finalizzate all’allevamento che era in passato era uno degli elementi qualificanti nell’economia della Masseria Strada.
Il Casone è composto di tre ambienti: un corpo centrale e due ambienti ad esso laterali, ciascuno caratterizzato in funzione del suo utilizzo. Il corpo centrale, destinato alla stagionatura dei formaggi e al soggiorno degli operai, è di forma circolare e sormontato da una cupola in tufo che è rivestita esternamente da mattoni in cotto e sembra ispirata dalle architetture orientali. L’ambiente posto sul lato destro, destinato all’affumicatura dei formaggi, è a pianta quadrata e sormontato da un camino posto su di una base tronco-piramidale. Quest’ultimo termina con un cappello cilindrico fornito di una serie di fori interni che permettevano al fumo di uscire senza subire ritorni nonostante i forti venti presenti nella zona. L’ambiente posto sul lato sinistro del Casone, destinato al ricovero degli animali più piccoli o temporaneamente malati, ha all’interno una volta a botte coperta da un tetto a due spioventi. L’interno di tutta la struttura è rivestita da una scialbatura di calce tranne che nello spazio del camino dove il tufo è a vista. L’intero Casone è costruito in blocchi di tufo con la copertura di mattonelle di cotto di dimensione 20×20 che per adattarsi meglio a rivestire l’estradosso della cupola state realizzate leggermente curvate.
Il rilievo e lo studio dei particolari compositivi effettuati fanno ipotizzare un disegno progettuale del Casone realizzato da un architetto o artista o altra figura tecnica a noi sconosciuta. Infatti il Casone, pur essendo nato come una struttura di servizio contiene significativi elementi di decoro, indicativi di una costruzione premeditata sulla carta. Il primo è l’utilizzo di tre archetipi che compongono la pianta: il cerchio, il quadrato e il rettangolo. Il secondo è la già descritta cupola che presenta due profili differenti: a calotta sferica per l’intradosso e a campana per l’estradosso: Il terzo è la modanatura della cornice che lega tutto il Casone al di sotto della gronda del tetto, il quarto è rappresentato dai piccoli pennacchi che sorreggono il cappello del comignolo. Inoltre la struttura muraria del corpo circolare è rastremata dal basso verso l’alto; nella parte alta è presente la cornice la cui parte più esterna corrisponde perfettamente con la parte più larga della muratura. Risulta interessante sottolineare come questi giochi compositivi siano stati realizzati interamente con l’utilizzo di materiali e tecniche locali.
Nel corso dei secoli la struttura del “Casone della Murgia” ha subito delle variazioni strutturali, come aperture e chiusure di ingressi e separazioni di ambienti, conseguenti al loro diverso utilizzo. Fortunatamente le variazioni non sono risultate irreversibili o distruttive.
Con l’abbandono da parte dell’azienda della produzione casearia il Casone ha subito un lento un processo di degrado, legato più che altro alla crescita di piante e arbusti infestanti la struttura. In particolare, la crescita degli arbusti sulla parte del tetto con l’insinuarsi delle radici tra i conci di tufo ha provocato il distacco e la conseguente caduta di alcune parti di cornici decorative, alcune lesioni verticali lungo le murature e il distacco delle piastrelle in cotto della copertura del tetto. Conseguentemente alla perdita del rivestimento del tetto si sono verificate infiltrazioni di acqua con fenomeni di macchie di umidità e muffe. Inoltre negli anni sono andati persi o tolti, perché danneggiati, tutti gli infissi per l’accesso, l’areazione e l’illuminazione della struttura.
Il progetto di recupero di questo manufatto, proposto e finanziato dalla Fondazione Zétema che possiede il suddetto immobile in comodato d’uso, prevede un intervento atto al il ripristino dell’intero Casone seguendo e riproponendo tecniche costruttive tradizionali e tecniche innovate compatibili con il materiale calcareo di cui è composta la struttura.
Queste architetture racchiudono al loro interno un enorme patrimonio culturale di risorse storico-ambientali che, attraverso la loro valorizzazione e la loro gestione, possono trasformarsi in luoghi di conoscenza e di ri-acquisizione della nostra storia e del nostro paesaggio. Riconquistare alla vita costruzioni come il Casone produce un legame significativo tra il paesaggio e manufatto: si genera valore al paesaggio che generosamente lo restituisce al manufatto, creando così un nuovo rapporto osmotico che era stato interrotto bruscamente.
L’intervento in un luogo protetto come il Parco della Murgia Materana stimola, infine, un processo di attenzione quasi sacra verso il corretto recupero, diventando a sua volta un,esperienza di successo da replicare in tutti i luoghi in cui equilibrio e armonia siano stati spezzati.
Massimiliano E. Burgi