La compagnia teatrale “Piccolo Teatro storia e tradizione” ha presentato in mattinata nella sede dell’associazione in via Piave “Nziamè” la nuova commedia in vernacolo materano scritta da Gianni Maragno e Antonio D’Ercole, in programma venerdì 13 novembre alle ore 21 al teatro Duni di Matera. I biglietti si possono già acquistare in prevendita al costo di 10 euro per la platea e 8 euro per la galleria.
All’incontro con i giornalisti ha partecipato i registi Giuseppina Ciancia e Gianni Maragno, il compositore di musica contemporanea Angelo Raffaele Frangione, che ha realizzato le musiche per la commedia e alcuni attori della compagnia teatrale: Rosalba Lascaro, Francesco Rondinone, Nunzia Nicoletti e il docente universitario Emanuele Giordano che ha offerto la consulenza dialettologica. Sono coinvolti anche Vito Vizziello, Emanuele Vizziello, Enza Venezia, Francesco Toscano, Eustachio Rizzi, Vito Lorenzo Zaccaro, Saverio Di Marzio, Nicia Diddio, Nunzia Nicoletti e Francesco Gravela. Direzione di palcoscenico affidata a Paolo Chico, scenografie di Valerio Daddiego, cura dei movimenti scena di Rossella Iacovone (Oltredanza), arredi di scena dell’associazione culturale Antica Matera e Casa Grotta c’era una volta in via Fiorentini nel Sasso Barisano a Matera.
All’incontro con i giornalisti ha partecipato i registi Giuseppina Ciancia e Gianni Maragno, il compositore di musica contemporanea Angelo Raffaele Frangione, che ha realizzato le musiche per la commedia e alcuni attori della compagnia teatrale: Rosalba Lascaro, Francesco Rondinone, Nunzia Nicoletti e il docente universitario Emanuele Giordano che ha offerto la consulenza dialettologica. Sono coinvolti anche Vito Vizziello, Emanuele Vizziello, Enza Venezia, Francesco Toscano, Eustachio Rizzi, Vito Lorenzo Zaccaro, Saverio Di Marzio, Nicia Diddio, Nunzia Nicoletti e Francesco Gravela. Direzione di palcoscenico affidata a Paolo Chico, scenografie di Valerio Daddiego, cura dei movimenti scena di Rossella Iacovone (Oltredanza), arredi di scena dell’associazione culturale Antica Matera e Casa Grotta c’era una volta in via Fiorentini nel Sasso Barisano a Matera.
“Nziamè” non è un revival di una storia già nota al popolo materano ma un racconto inedito scritto a quattro mani da Gianni Maragno e Antonio D’Ercole, un altro grande appassionato delle tradizioni materane e autore di diverse pubblicazioni dedicate ai termini dialettali della città di Matera. La storia coinvolge due innamorati che saranno ostacolati dalle rispettive famiglie nel tentativo di coronare il proprio sogno d’amore e ruota tra credenze popolari, usi e tradizioni tipiche del vicinato dei Sassi di Matera.La pregnanza del dialetto, costituisce un tratto distintivo della commedia, che propone un’analisi emotivamente vivace di alcuni aspetti della società materana del tempo: la saldezza dei rapporti familiari, l’ingenua buonafede e la solidarietà sociale, in una serie di situazioni intriganti e suggestive.
L’azione, ambientata in un tipico vicinato materano negli anni immediatamente precedenti il secondo conflitto mondiale, vede protagonisti i componenti di una famiglia artigiana: Nonnò Carlicc, estroso e ancor valido conduttore della bottega di sellaio, sua figlia Carmàl, premurosamente votata alle faccende domestiche, ma apprensiva e facile preda di timori e superstizioni, Damièn, suo marito, totalmente dedito ai lavori di campagna e, in apparenza, distaccato dagli affetti familiari, il loro figlio Carlìcc, rispettoso e impegnato nel continuare la tradizione artigiana, ma svagato per un amore non ben visto dal nonno per via di antichi rancori di interesse, Zizì u Majastr, saccente ma riguardoso figlio minore del Capostipite, avviato agli studi. Intorno a loro si avvicendano gli altri personaggi: Marjìcc, segreta ma riconoscibile innamorata di Carlicc, le sue sorelline Abbrùsc’d e Nannin, infantilmente arcigne, figlie di Biasìn u pitièl, da sempre in astio con il Nonno; Giaciùnd, vicina di casa petulante e sempliciotta; Matalàn, intrigante e astuta depositaria di filtri, talismani e arti magiche, Austòcch trasportatore e devoto amico di Nonno Carluccio; Giggìn Oròrji’, strambo ma fantasioso osservatore della realtà; un Maresciallo dei Reali Carabinieri, latore di importanti missive, e M’nghicc sagace quanto impertinente fratello del fornaio.
I personaggi danno vita a vicende scandite da una recitazione intessuta di parole e modi di dire della più genuina tradizione materana. Cuore della storia è l’amore tra Carluccio e Mariuccia, avversato e messo a rischio da risentimenti familiari e influssi di ataviche superstizioni che si addensano per un oscuro, ma futile, inconveniente; tutto, però, si risolve con l’ausilio dell’intervento chiarificatore del buon senso popolare e di una rinnovata solidarietà di vicinato.
L’azione, ambientata in un tipico vicinato materano negli anni immediatamente precedenti il secondo conflitto mondiale, vede protagonisti i componenti di una famiglia artigiana: Nonnò Carlicc, estroso e ancor valido conduttore della bottega di sellaio, sua figlia Carmàl, premurosamente votata alle faccende domestiche, ma apprensiva e facile preda di timori e superstizioni, Damièn, suo marito, totalmente dedito ai lavori di campagna e, in apparenza, distaccato dagli affetti familiari, il loro figlio Carlìcc, rispettoso e impegnato nel continuare la tradizione artigiana, ma svagato per un amore non ben visto dal nonno per via di antichi rancori di interesse, Zizì u Majastr, saccente ma riguardoso figlio minore del Capostipite, avviato agli studi. Intorno a loro si avvicendano gli altri personaggi: Marjìcc, segreta ma riconoscibile innamorata di Carlicc, le sue sorelline Abbrùsc’d e Nannin, infantilmente arcigne, figlie di Biasìn u pitièl, da sempre in astio con il Nonno; Giaciùnd, vicina di casa petulante e sempliciotta; Matalàn, intrigante e astuta depositaria di filtri, talismani e arti magiche, Austòcch trasportatore e devoto amico di Nonno Carluccio; Giggìn Oròrji’, strambo ma fantasioso osservatore della realtà; un Maresciallo dei Reali Carabinieri, latore di importanti missive, e M’nghicc sagace quanto impertinente fratello del fornaio.
I personaggi danno vita a vicende scandite da una recitazione intessuta di parole e modi di dire della più genuina tradizione materana. Cuore della storia è l’amore tra Carluccio e Mariuccia, avversato e messo a rischio da risentimenti familiari e influssi di ataviche superstizioni che si addensano per un oscuro, ma futile, inconveniente; tutto, però, si risolve con l’ausilio dell’intervento chiarificatore del buon senso popolare e di una rinnovata solidarietà di vicinato.
Michele Capolupo
La fotogallery della presentazione di “Nziamè”