Nella seconda serata di “Circus+” all’interno dello chapiteau grande è tornato ad esibirsi Antonio Rezza, che aveva già fatto discutere per i contenuti di uno spettacolo che doveva essere vietato ai minori per una sceneggiatura “discutibile” e scene di nudo “imbarazzanti”. E se nella prima uscita era solo in compagnia della “spalla” Ivan Bellavista”, questa volta per “L’anelante” è stato affiancato da Manolo Muoio, Chiara Perrini ed Enzo Di Noscia. Come era lecito attendersi, anche in questo scritto da Flavia Mastrella, l’istrionico e irriverente Antonio Rezza ha “rincarato la dose” per quanto riguarda la parte a luci rosse, con sederi in bella vista, simulazione di amplessi e masturbazioni e perfino un uomo in stato di gravidanza. La parte blasema vede Antonio Rezza completamente nudo e pronto ad “immolarsi” su una croce storta manco fosse il nuovo Messia. Ad un ateo come Antonio Rezza sulla scena si può concedere tutto, per carità, per fortuna questa volta non c’erano bambini a cui coprire gli occhi o tappare le orecchie. Una su tutte: “Dio è un surrogato del c…” Anche se sul sito degli eventi di Matera 2019 anche questo spettacolo era consigliato a tutti, quando invece doveva essere consigliata una visione ad un pubblico adulto. La buona notizia è arrivata dalle condizioni climatiche, rese meno rigide da un sistema di riscaldamento finalmente acceso. E Antonio Rezza, duramente rimproverato da uno spettatore nella prima serata dopo i suoi “strali” lanciati nei confronti di chi abbandonava prima gli spalti, alla fine ha fatto pace con il pubblico, con foto ricordo e sorrisi per tutti.
Michele Capolupo
Ecco cosa accade in scena: Anelante vive confinato tra le muraglie, chiuso nel recinto, senza sporgersi, pretende di conoscere il mondo, lo fa per non accorgersi del vuoto che gli riempie la vita. Ci sono i viaggi a Tokyo e Londra. C’è la parodia di chi governa in mondo, del G20, del G14, del G8 e del G5. In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ciò che legge ma solo ciò che dice. Con la saggezza senile l’adolescente, completamente in contrasto col buon senso, sguazza nel recinto circondato dalle cospirazioni. Spia, senza essere visto, personaggi che in piena vita si lasciano trasportare dagli eventi, perdizione e delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro l’oratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea, dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale dalla parte meno congeniale. Ci si piega troppo spesso con l’assurdo dietro, e si fanno i conti dei traumi passati. Così l’essere inferiore cerca conforto nell’impegno civile. E con la morte altrui ritorna l’amor proprio. Tra balli, feste orientali, lutti premeditati ci si libera della solidarietà, pratica aziendale che genera profitto. Anche la cultura con gli occhiali piega il sedere. Chi legge un libro è costretto a stare zitto da chi scrive, chi legge compra il suo silenzio, chi compra un libro fomenta e capovolge l’omertà. Ma con la mamma biologica la partita è persa: pelle della sua pelle ma fine della tua. Addio terza dimensione. Esplode il luogo comune, i viventi non si accorgono di essere prigionieri di un monitor, vecchi e giovani, spossati dal desiderio di emergere, ritrovano nel reinventarsi la spietatezza dell’infanzia e la malvagità dell’adulto. L’ Anelante vive confinato tra le muraglie, chiuso nel recinto, senza sporgersi, pretende di conoscere il mondo, lo fa per non accorgersi della vuotezza che gli riempie la vita. Disposto a tutto, per sostenere la gerarchia di sempre usa i sistemi virtuali di cui si è impadronito.
La fotogallery di Anelante (foto www.SassiLive.it)