Apertura “in anteprima” al pubblico del nuovo cineteatro Gerardo Guerrieri in piazza Vittorio Veneto a Matera per scoprire come è stato ristrutturato l’ex “Comunale” e prima ancora “Impero” concide a Matera con l’evento che celebra il 60° anniversario del Circolo La Scaletta.
All’evento per il 60 anni del Circolo La Scaletta, coordinato dalla giornalista Milena Manicone, sono intervenuti Francesco Vizziello, Presidente del Circolo La Scaletta, Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei e Antonio Uricchio, Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Durante l’incontro è stata anche presentata la pubblicazione dedicata alla storia del Circolo La Scaletta, a cura di Nicola D’Imperio, Edizioni Magister, 2019.
L’autore spiega cosa racconta il volume dedicato al Circolo La Scaletta: “Il lavoro è durato sette mesi. E’ stato un lavoro di ricerca su tutto l’archivio e non di 60 anni di attività de “La Scaletta” che i padri fondatori del Circolo culturale hanno conservato in questi anni. Contiene tutta la documentazione, articoli di giornale, pubblicazioni, libri, fotografie. Sono stato guidato in questo lavoro da Michele De Ruggieri, uno dei fondatori del Circolo. L’altra fonte è stata un’intervista diretta che ho fatto a Michele De Ruggieri, con cui ho passato decine di ore a parlare amichevolmente. Michele De Ruggieri mi ha raccontato anche episodi di colore per rendere più agevole la lettura a tutti e ho messo insieme i documenti raccolti. Il tutto l’ho condito con qualcosa di personale, per uscire fuori dall’aridità del semplice documento ed è venuto fuori questo libro che ho voluto intitolare “Il Cammino verso Matera capitaleu europea della cultura 2019, la storia della Scaletta”, perchè la storia della Scaletta coincide con questo cammino che ha portato Matera a capitale europea della cultura 2019. Se non ci fosse stata La Scaletta” Matera non sarebbe diventata capitale europea della cultura”. Il libro contiene tutta la storia della scoperta delle chiese rupestri nel Parco della Murgia, le battaglie ambientali fatte con Italia Nostra e del WWF, che all’inizio erano ospitati nella sede della Scaletta. Se non ci fossero state queste persone non avremmo la splendida pianura del Metapontino perchè sarebbe stata distrutta dalla Liquichimica, sono stati quelli di Italia Nostra e WWF ha impedire questo insano progetto, che voleva distruggere l’economia nascente del Metapontino negli anni Settanta: l’agricoltura, il turismo, l’archeologia. Io mi sono meravigliato di questa storia entusiasmante che ho scoperto. Una cosa del genere è rarissima. Avere un gruppo coeso che sviluppa queste tematiche a 360 gradi, dall’arte all’ambiente, all’urbanistica. Pensiamo alla legge sui Sassi per la loro ristrutturazione dopo l’abbandono fatta dalla Scaletta e recepita dal Governo, incredibile. Pensiamo alle chiese rupestri, su tutte la Cripta del Peccato originale, alla strada panoramica all’interno di Murgia Timone per raggiungere il belvedere e ammirare i Sassi dall’altra parte della Gravina. Il libro contiene molte illustrazioni perchè le immagini parlano da sole. Non credo che nè in Italia nè all’estero ci sia stato un gruppo così attivo che è riuscito in pochi decenni a cambiare il mondo. Io sono andato via da Matera nel 1966 dopo aver concluso gli studi nel Liceo Classico allora ospitato all’interno di Palazzo Lanfranchi. Sono andato via da Matera con altri amici nella disperazione. Questa era Matera negli anni Sessanta. Una città triste. I Sassi abbandonati, gente che lasciava le proprie case e non si voltava indietro, lasciava i mobili, i vestiti vecchi che non usavano più nelle proprie case. Si andava via per disperazione. Io poi sono andato via a Bologna e mi sono fermato per la mia professione. Sono rientrato circa 5 anni fa perchè la città è cambiata radicalmente e io credo che il merito tra l’altro era anche di questo gruppo di uomini della Scaletta. Per questo mi sono avvicinato al Circolo La Scaletta, ho studiato, ho scoperto queste eccellenze e ho chiesto di farne parte, diventando anche vice presidente”.
Le conclusioni dell’evento sono state affidate a Raffaello De Ruggieri, oggi Sindaco di Matera e tra i giovani che hanno fondato il Circolo La Scaletta.
Il circolo culturale La Scaletta e nato il 7 aprile 1959 nella città dei Sassi dall’entusiasmo di un gruppo di giovani, animati dalla convinzione di non essere figli di una città immersa nella miseria, ma di un luogo ricco di storia, che poteva diventare una grande risorsa per tutta la comunità. A ispirare il nome, una scaletta che permetteva l’accesso alla prima sede dell’associazione, in via Lucana 9. Una scaletta destinata ad essere calcata da artisti, politici, antropologici, giornalisti e intellettuali, protagonisti del fermento culturale del secondo dopoguerra. Iniziò così un’infaticabile e appassionata attività di ricerca, documentazione, tutela e promozione del territorio, che ha innescato una“rivoluzione culturale”, in grado di capovolgere il destino di una Città,nel 1993 dichiarata dall’UNESCO, Patrimonio Mondiale dell’Umanità e oggi Capitale europea della cultura 2019.
Straordinario è il contributo che il Circolo La Scaletta ha dato alla città di Matera e al territorio lucano in sessant’anni di vita. Fondamentale è stato il lavoro di ricerca, documentazione e valorizzazione del patrimonio rupestre, confluito nel volume “Le Chiese Rupestri di Matera” (Roma, De Luca, 1966). Uno studio che ha ottenuto la medaglia d’oro dal Presidente del Repubblica e il prestigioso premio INARCH (Istituto nazionale di architettura). All’impegno dei soci si deve, inoltre, il restauro delle chiese rupestri “Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci” e la scoperta e il restauro della Cripta del Peccato Originale, siti tra i più importanti a livello mondiale. Sin dall’inizio il Circolo si è battuto per il non abbandono dei Sassi, quando,invece, erano considerati “infamia”. Per dare un chiaro segnale in questa direzione fu acquistato, nel Sasso Barisano, Palazzo Bronzini,successivamente donato al Comune, storica sede dell’associazione dagli inizi degli anni ’70.
Tra le numerose attività realizzate dal sodalizio ricordiamo anche la progettazione esecutiva della strada panoramica di Murgia Timone, che conduce fino alla vista mozzafiato del Belvedere e le battaglie ambientali contro la localizzazione del cementificio, l’insediamento dell’impianto industriale della Liquichimicanel cuore del Metapontino e il sito di deposito delle scorie nucleari di Scanzano Jonico. Rilievo internazionale ha donato alla città l’ organizzazione, a cura dei soci, della trentennale rassegna di scultura contemporanea “Le Grandi Mostre nei Sassi”.
Sessant’anni di attività del Circolo La Scaletta hanno creato un patrimonio di idee, di studi, di progetti, di incentivi di amore per l’arte, la cui validità trascende la contingenza del tempo e del luogo per diventare modello di azione e di vita democratica.
L’intitolazione a Gerardo Guerrieri del cineteatro Gerardo Guerrieri e le opere di riqualificazione in fase di ultimazione.
La Giunta comunale, con una deliberazione, ha intitolato il cineteatro inserito all’interno del Palazzo dell’Annunziata in piazza Vittorio Veneto a Gerardo Guerrieri, il regista, sceneggiatore e drammaturgo materano che ha lavorato con grandi registi come De Sica (Sciuscià e Ladri di biciclette), Zavattini, Flaiano, Antonioni, Fellini, Visconti. Nel 1949 ha ricevuto il Nastro d’Argento per la sceneggiatura di Ladri di Biciclette. Nel 1957 ha fondato, insieme alla moglie Anne d’Arbeloff, il Teatro Club che si proponeva di rivoluzionare la cultura teatrale in Italia. In questo contesto riesce a portare in Italia i migliori spettacoli stranieri, sia della tradizione come la Comédie-Française, sia dell’avanguardia come il Living Theater di Julian Beck e Judith Malina. Una profonda amicizia, personale e professionale, lo ha legato a Vittorio Gassman che gli ha dedicato molti versi oltre a commenti sulle sue opere e recensioni postume.
Le opere di riqualificazione del cineteatro Guerrieri possono dirsi praticamente ultimate. Dovranno essere messi a punto alcuni dettagli tecnici per permetterne l’apertura ufficiale. Il progetto architettonico è stato ispirato dall’obiettivo di aprire la struttura a Piazza Vittorio Veneto, spostando l’ingresso principale dalla defilata porta secondaria, al vecchio ingresso monumentale centrale e di conseguenza arretrando, verso la platea, la quinta posizionata al centro della grande arcata, eliminando una fila di poltrone ma allargando lo spazio a disposizione del nuovo foyer. Questo concetto è stato ottenuto realizzando una parete in legno adeguatamente isolata acusticamente, con al centro una grande vetrata posta in asse tra l’ingresso monumentale e il palco, che permetterà in tutti i momenti della giornata, quando il cinema non è in funzione, di intravedere il palco e le colonne dalla piazza e viceversa.
La nuova posizione baricentrica del banco biglietteria permetterà di distribuire meglio il flusso delle persone, non privilegiando nessuna direzione ma valorizzando l’elegante atrio di ingresso posto al centro della struttura.
Una volta giunti all’interno del cinema i percorsi rimarranno gli stessi, da un lato i servizi al pubblico con bar e bagni; dall’altro lato i servizi degli artisti, camerini, bagni e spazio per le interviste, tutti ambienti completamente ristrutturati.
Attenzione primaria, in una prima fase, è stata data alla scelta: delle poltrone; del tipo di pavimentazione della platea e della galleria visto il particolare utilizzo di questi spazi; dell’illuminazione dei vari e differenti ambienti, dei tendaggi sia per il loro impatto architettonico che per quello fonico; dei pannelli acustici per la scelta dei quali ci si è avvalsi della collaborazione di tecnici specializzati.
Necessaria è stata successivamente la variante che aveva come tema principale quello del rifacimento del palco e delle parti ad esso connesse: nuovo graticcio in lamiera di acciaio zincata sul palcoscenico; nuova pavimentazione in legno del palco esistente; il sipario previsto ad apertura e chiusura motorizzata mediante una trave reticolare; la posa in opera di primo arlecchino fisso; la torre scenica: travi reticolari porta-fari in alluminio sospese in quota e movimentate mediante tiri motorizzati posizionate sull’area di graticcia del palco e illuminazione di proscenio mediante tubolari verticali elettrificati montati lateralmente al palco.
Le criticità riscontrate riguardano alcune problematiche tecniche per la regia degli spettacoli teatrali. Andrebbe rimosso lo schermo a fondo palco per dare la possibilità di avere altri due metri di profondità sul palco. Le sedute sono troppo vicine l’una all’altra e non c’è una giusta pendenza, scelta che ovviamente penalizza gli spettatori che si trovano a seguire un film nelle ultime file in platea, in particolare i bambini che per via dell’altezza potrebbero avere grosse difficoltà nella visione di una produzione cinematografica o teatrale. Si attende di conoscere se sarà montata anche una terza americana. Gli operatori che si occupano di realizzare spettacoli teatrali e i responsabili di service audio video non sono stati preventivamente consultati dall’Amministrazione Comunale, che è chiamata a risolvere nel giro di un mese queste criticità per evitare di realizzare nuovi spettacoli con le stesse problematiche riscontrate quando era in funzione il cineteatro “Comunale”.
Michele Capolupo
Biografia di Gerardo Guerrieri (Matera, 4 febbraio 1920 – Roma, 24 aprile 1986)
Gerardo Guerrieri è stati uno degli intellettuali più significativi e influenti del teatro italiano e internazionale. Nato a Matera il 4 febbraio del 1920, da Margherita Cristalli e Michele Guerrieri, si è trasferito fin da piccolo a Vimercate in provincia di Milano e poi a Roma, pur mantenendo forti legami con la sua città di nascita e con la sua appartenenza culturale lucana.
Fin da giovanissimo, iniziò a scrivere e a “vivere” di teatro e di cinema. Negli anni Quaranta del Novecento, Guerrieri è stato fra i fondatori della storica Compagnia del Teatro dell’Università di Roma di Anton Giulio Bragaglia, scoprendo e guidando talenti come Giulietta Masina e Anna Proclemer. Fu Gerardo Guerrieri a dirigere per primo a teatro, nel 1940, una giovanissima Giulietta Masina in “Felice Viaggio” di Thornton Wilder. Di lui, in quegli anni, l’amico commediografo Diego Fabbri ha scritto “per noi in quegli anni ’40 fu un personaggio magico: tra tutti noi più o meno coetanei fu il più intelligente e affascinante e insegnò a ognuno qualcosa di importante sia che rivelasse un testo ignoto, o analizzasse Stanislavskij e altri maestri della scena russa, o si applicasse in certe regie in cui lo spettacolo anziché essere preordinato si “faceva” e prendeva compiutezza attraverso un progressivo lavoro con gli attori, o desse un ritmo di dialogo nuovo a certe rare traduzioni (dall’inglese o, gran rarità allora, dal russo). Ci insegnò a come guardare e a come ascoltare il teatro. Era il meglio che si potesse trarre dalle forze vive del più giovane teatro italiano.”
Gerardo Guerrieri ha lavorato come sceneggiatore e aiuto regista con Vittorio De Sica e Cesare Zavattini firmando capolavori come “Sciuscià” e “Ladri di Biciclette” e collaborando con Zavattini per “Miracolo a Milano”, vincendo l’Oscar per “Ladri di Biciclette” nel 1950; ha collaborato a dei documentari con Michelangelo Antonioni. E’ stato regista di teatro e d’opera, dirigendo fra l’altro Maria Callas giovanissima in un celebre “Turco in Italia” di Rossini.
Saggista, traduttore e storico del teatro, Guerrieri ha suggerito inedite relazioni tra il mondo dei libri e quello delle scene. Ha fondato e diretto con Paolo Grassi la Collezione di teatro Einaudi. E’ stato critico teatrale fine e acutissimo per diverse testate, fra cui “L’Unità” e “Il Giorno”, e ha redatto alcune fra le voci più importanti dell’Enciclopedia dello Spettacolo, fra le quali la voce “attore”.
Luchino Visconti lo scelse per essere il suo “dramaturg”, colui che gli scriveva i testi, gli consigliava il repertorio e gli interpreti, traduceva dall’inglese e dal russo (lingue che Guerrieri conosceva alla perfezione) i testi che il grande regista portava sul palcoscenico nel corso delle sue stagioni teatrali più celebri. E’ stato Gerardo Guerrieri a portare Visconti in Basilicata e a consigliargli il nome del protagonista di uno dei suoi più celebri film, “Rocco e i suoi fratelli”, in onore dell’amico Rocco Scotellaro. Guerrieri è rimasto tutta la vita legato alla sua terra di origine, e il ricordo della sua amicizia con Carlo Levi rimane nel telero di Palazzo Lanfranchi, dove è ritratto attorno alla figura che rappresenta Scotellaro.
Guerrieri scoprì e fece conoscere in Italia il metodo Stanislavskij e Mejerch’old. Fu considerato, anche all’estero, il più grande traduttore di teatro del suo tempo: i suoi adattamenti di Shakespeare, Anton Cechov, Arthur Miller, Tennessee Williams, Ibsen, vengono ancora oggi studiati e messi in scena.
La fotogallery delle celebrazioni del circolo La Scaletta di Matera (foto www.SassiLive.it)