Martedì 27 dicembre 2022 alle ore 11 presso MSD Design in via Poggio D’Oro a Potenza è in programma la presentazione dello spettacolo multimediale “Ho ucciso John Lennon – Storia di un assassino che leggeva libri” in programma venerdì 30 dicembre 2022 alle ore 20,30 al teatro Stabile di Potenza. L’evento è organizzato da Ateneo Musica Basilicata con il patrocinio del Comune di Potenza.
La scelta della “prima” non è casuale. Accadde proprio in quel dicembre emozionalmente celebrato dall’ex leader dei Beatles, nelle note della celeberrima “Happy Christmas – War is Over”, in una New York di bolge e contraddizioni, davanti ad una residenza simbolo: quattro colpi di pistola alle spalle e “per colpa” di un libro molto discusso.
Dino De Angelis, “narrautore” potentino con alle spalle un’acclamata carriera di storytelling, libri e spettacoli, ripercorrerà, con l’indispensabile contributo di Antonio Rosa alle tastiere e Vito Benedetto alla chitarra, le drammatiche ore che hanno visto la fine – o il grande inizio – di un mito che splende oltre il vortice di un immenso shock mondiale ed intergenerazionale.
Un killer, Mark David Chapman, un omicidio folle e al tempo stesso premeditato, un funerale mai celebrato eppure tra i più lunghi che si siano mai potuti svolgere: la voce narrante di De Angelis si intreccia con musica iconica completamente dal vivo e completa una eco plastica di arte figurativa per un “foyer a tema” allestito allo Stabile già a partire dal 23 dicembre in una collettiva una collettiva che abbraccia 22 artisti organizzata dall’associazione EDM Artelier.
Di seguito la relazione sullo spettacolo multimediale a cura della storica dell’arte Marina Corsini
«Il mio ruolo nella società, il ruolo di ogni artista e poeta, è provare a esprimere ciò che noi tutti sentiamo. Non dire alla gente come sentire. Non come un predicatore, non come un leader, ma come un riflesso di tutti noi».
Queste le parole di John Lennon che, evidentemente, erano visionarie se la sua storia parla da sola e se persone, artisti e musicisti si sono riuniti a rendergli omaggio in questo evento: l’artista Lennon è a tutti gli effetti un riflesso di tutti noi.
Cantautore, polistrumentista, attivista e attore cinematografico; affiancò alla sua notissima carriera con il gruppo britannicola meno conosciuta passione dilettantistica per il disegno, che si tramutò in impegno concreto dopo la nascita del rapporto amoroso e artistico con Yoko Ono. In un excursus istantaneo, il collageImage of war, di Giampiero D’Ecclesiis, ci ricorda la fondamentale importanza della donna che affiancò Lennon nel ruolo di attivista, artista e uomo. I ritagli di giornale – che si confondono tra un abbozzo di New York sulla sinistra e gli occhiali insanguinati che prefigurano l’omicidio – rendono questa storia umana un fatto d’attualità: ancora oggi la storia di Lennon è la nostra storia, è l’immagine di una guerra per la giustizia.
Un altro collage, con ritocchi ad acrilici, è Con tutto l’amore che so! di Scrofano MC.Con quest’opera facciamo di nuovo un viaggio nella vita di Lennon e della sua Yoko, fino ad arrivare al momento dell’assassinio ricordato dagli occhialetti insanguinati,rivolti verso il profilo di una lontana New York. L’opera, costruita su questa parabola visiva, diventa un inno alla vita e all’amore che salvano dalle ferite del mondo.
Ancora, Elvira ed Emanuela Di Mare ci fanno rivivere, con il loro lavoro Ho ucciso John Lennon, vari flash della vita di questo artista. Le cartoline realizzate con tecnica mista, e istallate sulla cornice in legno, diventano delle memorie istantanee che prendono tutto lo spazio del “quadro” e vanno anche oltre: è l’omaggio alla memoriadi un artista a cui non si possono porre limiti.
Come accennato, il fatto che John Lennon si dedicasse anche al disegnorende ancora più interessante e stringente il complessivo ricordo figurativo dei nostri artisti che, con linguaggi differenti, hanno interpretato un uomo che ha fatto della sua vita unviaggio completo e impareggiabile tra musica, parole e arti figurative.Un viaggio iniziato a Liverpool e conclusosi nella disordinata New York.
Cesare e Pasquale Fazio omaggianocon il dipinto I riflessi di New York, realizzato a quattro mani, la città statunitense in cui si svolse l’ultimo periodo di questo immortale cammino artistico e umano. Padre e figlio, sono riusciti a interpretare il caleidoscopico ambiente newyorkese attraverso l’ampia tavolozza cromatica utilizzata; espressione, appunto, di quel meltingpotche si respira nelle strade che si snodano tra i grattacieli della città. Osservata dall’oceano, la sregolata New York dei nostri artisti è, tuttavia, mitigata attraverso le tonalità pastello che allietano lo sguardo verso una città che in fondo grida: “Givepeace a change” a ritmo di musica.
Dunque, sangue britannico e anima statunitense, Lennon viene ricordato nel delicato dipinto, Il mio John, di Anna Maria Somma, in cui il mezzo busto avanza in primo piano prendendo spazio dallo sfondo dove campeggiano le bandiere delle due Nazioni. Ci troviamo di fronte al ritratto appassionato e fuori dal tempo di un artista che con la sua voce e con le sue idee ha trasceso i confini spaziali e temporali, mettendo d’accordo generazioni diverse e unendo sotto un’unica bandiera gli uomini.
Anche il dipinto Icebullet, della giovanissima Roberta Sacco,vuole essere un’interpretazione ritrattistica sintetica ed efficace per omaggiare John Lennon. Dallo sfondo azzurro emerge la figura di Lennon, catturato abilmente nei suoi caratteri somatici distintivi. Nell’opera, un unico colpo in prossimità del cuore sporca di rosso lo sfondo terso. Dalla ferita sgorga sangue mentre il volto resta impassibile e i lunghi e folti capelli sono scompigliati da un vento che continua a donargli vita.
Ancora un iconico John Lennon è ritratto da Bianca Cassanoin Why?. Nell’originalissima opera in questione,il volto delineato da vivi ma delicati colori – caratteristici della nostra artista – è giustapposto a una banda nera dalla quale emerge un destabilizzante: “WHY?”. È John Lennon, o al posto suo la stessa Bianca, a metterci di fronte a un interrogativo tanto disorientante e riflessivo che, oggi come allora, resta vivo e sentito proprio come le scolature di colore rosso che richiamano dei rivoli di sangue scarlatto ancora non addensato.
I colori che diventano parole, idee e fatti figurativi.
A un simile filo interpretativo si riallaccia l’arte di Teodosio Papocchio Santagatache propone una lettura cromatica drammatica e concitata nella sua opera All the people. Il nero predomina coprendo quasi del tutto la tela che è sporcata qua e là da pennellate di rosso e da fugaci ed eterei tocchi di bianco. Così i colori ci raccontano una storia cupa dal finale poetico: è il momento dell’uccisione di John Lennon, è il nero mescolato al rosso, la fine e il sangue; ma è anche il momento in cui la vita trascende la morte, è l’anima bianca, pura, innocente di un uomo che continua a vivere nella nostra memoria e nel nostro cuore.
Il colore come principale mezzo espressivo riguarda anche il linguaggio artistico di Rosario Ciufo:interprete pop di un personaggio che di pop aveva la capacità a intercettare, con fine sensibilità, i cambiamenti di un’epoca. Nell’opera John Lennon Pop-Art,in maniera più o meno gestuale, il colore detta le regole della figurazione dando forma all’inconfondibilevolto di Lennon con la montatura tondeggiante.
Proprio un dipinto di Ciufo ha ispirato l’estroso Antonio Morettinella realizzazione di un corrispettivo ritratto in 3D intitolatoFrammental. Quest’ultimo èpresentato insieme ad altri manufatti realizzati sempre in 3D: un modernissimo piccolo busto di Lennon, Eterno nel tempo,una gigantografia della caratteristica montaturadi Lennon, The style’s Lennon, la litofania Transcendentalvision, e l’orologio, The end, fermo alle 23:15, ovvero l’ora dichiarata del decesso. La tecnologia, così, si mette al servizio dell’arte.Nel prolifico omaggio che fa il Moretti si rispecchia l’eco di un artista che ancora riempie i luoghi con la sua immagine, con l’eco della sua musica e il ricordo delle sue azionisenza tempo.
Invece con Angelarosa Beneventoe Alessia Vaccaro sono le mani stesse delle artiste che si mettono al servizio dell’arte, portando a compimentoun’istallazione-performance coinvolgente ed estremamente emozionante, dal titolo Sheis standing right in front of me. L’opera è costituita da un busto in cera e da una pistola dello stesso materiale, pensate come due candele. La pistola brucia, freme di uccidere per mano di Mark David Chapman. Esploso il proiettile, John Lennon verrà pervaso dalla fiamma distruttrice di una mano assassina. Tuttavia, la sua, è una fiamma che vuole ardere di vita.
Anche Gianfranco Prillo, conIo ho ucciso John, ci regala una coinvolgente istallazione che ci catapulta sulla scena del crimine, costringendoci a un momento di riflessione intima e di raccoglimento. È un’opera che ci parla in silenzio. Tuttavia, nel silenzio vengono esplosi quattro colpi dal rumore assordante che ci distolgono da questo momento di raccoglimento e ci riportano alla drammatica realtà rappresentata con la sagoma del corpo di Lennon e i quattro segna-proiettili delimitati dal nastro invalicabile della scena del crimine.
Ovviamente, non si può pensare a John Lennon senza pensare ai Beatles e alla loro musica. Infatti, alcuni tra i nostri artisti si sono lasciati ispirare dalla geniale band inglese per dare vita a delle opere che potessero immortalarne la memoria. Angela Santomassimo, artista che si è sempre distinta per il variopinto estro creativo, ci regala, con Re-Image una pittura dinamica e coinvolgente. I volti dei quattro musicisti vengono costruiti con una tavolozza, questa volta,minimal – che da ombreggiature e contorni neri passa al rosso e al bianco del supporto –, e con un lessico figurativo che rimanda quasi ai caratteri della rappresentazione fumettistica. È una pittura che con freschezza e vivacità di pennello eterna i quattro iconici volti.
Anche Mariantonietta Sileo, con MagicalMjstery John,omaggia la musica del quartetto che ha rivoluzionato un’epoca. Con un originalissimo dipinto sagomato a mo’ di chitarra, la nostra artista ripercorre le tappe salienti della vita di Lennon personaggio, uomo, pacifista e attivista.Infatti, se al centro della chitarrasi delineail volto di Lennon con il riflesso del suo assassino negli occhiali, ai lati, invece, scorrono delle istantanee della sua vita: il sentimentale tête a tête con Yoko Ono, il ritratto con gli altri tre musicisti e i simboli della epocale lotta Peace& love.
Sulle note dei Beatles si arriva davanti i dipinti di Patrizia Monacò e Angela Menchise: due artiste che“ascoltano i colori” volendo parafrasare un concetto della teoria sull’arte astratta di Kandinskij. Le loro opere, sono sinfonie visive, e i colori sono utilizzati come note di un pentagramma per comporre un’armonia visiva.InLitosfera-The one e Sky on the rockdi Patrizia Monacò, veterana del dripping, della pittura d’azione e dell’informale, la musica dei Beatles riecheggia nelle menti come un inno lontano e si tinge di rosso. Invece il nero e il grigio diventano il metallo di una pistola e dei suoi proiettili che, come schegge impazzite, fendono l’aria e fanno sgorgare rivoli di sangue.
Un sangue versato che diventa vita, un fiamma viva nel dipinto,Letit be, di Angela Menchise. In quest’opera, il metallo della spatola impastata di colorecolpisce la tela come il metallo dei proiettili colpì la carne. Ma stavolta la mano e la mente non tolgono la vita, ma la donano; non spengono le idee di un uomo, ma riaccendono il fuoco di un’anima immortale.
Il momento dell’uccisione di Lennon ritorna anche nel figurativo, nella commovente aerografiaDayafter di Anna Maria Restainoche a piccoli flash visivi ci dona tutti gli indizi perricostruire il momento dell’assassinio. Sullo sfondo una caratteristica New York che si rispecchia negli occhiali insanguinati in primo piano. A rendere ancora più accattivante quest’opera è la tecnica utilizzata con la quale l’artista raggiunge un effetto annebbiato, appannato che rende l’atmosfera quasi surreale, proprio come il crimine raccontato.
Anche il dipinto, Beatlemania, di Emma R. Santangeloci riporta alla tragica uccisione. Nello specifico lo spazio è quello della hall del Dakota Building: l’angolo dove Lennon venne raggiunto dai quattro proiettili mortali. Tuttavia la nostra artista va oltre il drammatico momento: dal sanguinolento angolo dell’edificio ci porta nell’azzurro terso di una nuova vita che ci viene presentata su degli imponenti guanti bianchi. La vita di Lennon diventa eterna, proprio come quella rosa che lui stesso portava tra le mani durante una marcia per la pace e che non appassisce mai perché nutrita dalla memoria e dai ricordi che uniscono eternamente gli uomini.
A chiudere questa breve carrellata di opere c’è il dipinto, Home now, di Zefiroche, quasi a riportarci alla realtà dei fatti, apre il sipario della tela su una cella di carcere. John Lennon rivive nella condanna data al suo assassino Mark David Chapman. In una prospettiva tutta centrale e con colori dalle tonalità fredde, il nostro artista ci porta nel freddo di quella cella dove è costretto a vivere…un assassino che leggeva libri.
Concludendo, con questa eterogenea esposizione allestita dall’attivissima associazione EDM Artelier – che da anni opera sul suolo cittadino e non solo, attraverso l’organizzazione di eventi culturali e la curatela di esposizioni di arte –si può avere, ancora una volta, contezza del fervore artistico e creativo che si respira sul territorio.Tale esposizione è uno sguardo al futuro, alle tecniche, all’innovazione e alla sperimentazione di linguaggi artistici, ma è anche uno sguardo al passato, al ricordo, alla memoria di John Lennon poiché, volendo ricordareil tema centrale di un caposaldo della letteratura del Novecento,La Ricerca del Tempo Perduto:soltanto l’arte e i ricordi sono in grado di sottrarsi alla tirannia del Tempoe di oltrepassare il tempo e la realtà, fino ad arrivare all’essenza stessa della vita.
Marina Corsini, Storica dell’arte
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