Martedì 20 agosto 2024 alle ore 21 in piazza Plebiscito a Ferrandina è in programma lo spettacolo teatrale “Nu murtàle… Nu bbescecòune… e U taiàtre” a cura del Centro di Cultura e Tradizioni Popolari “Ernesto De Martino” e liberamente adattata dei tre atti unici composti da Mimì Bellocchio (cude ca va lescénne strata strata e che mai permise al tedio di assalirlo). L’evento è inserito nel programma “Estarte 2024” del Comune di Ferrandina.
Il titolo dell’evento è in sostanza la sintesi dei tre titoli delle commedie: U murtale e u struculature – Nu bbescecòune andò la scarpe e U taiatre andò la scole, pubblicate nel mese di novembre 2023:
“U murtale e u struculature”, è stata preparata nella sua versione integrale, con l’inserimento di una serenata tratta da uno dei canti popolari che pure Mimì aveva raccolto, durante la sua ricerca, e della sua poesia Iidde e iièdde (U struculature), un dialogo serrato fra i due promessi sposi sulla necessità di mettere fine alle discussioni familiari trovando una mediazione.
“Nu bbescecòune andò la scarpe” in cui si narrano le disavventure di un contadino alle prese con un male al piede che non gli da’ tregua e che solo alla fine capirà, attraverso l’intervento di un amico calzolaio, la vera natura di quel male.
U taiatre andò la scole, traccia un quadro della scuola del tempo, non senza che Mimì ceda alla consueta tentazione di esasperarne alcuni aspetti e rendere paradossali quelle che io definisco scene di quotidiana “stravaganza”, come ci appaiono ad esempio durante le interrogazioni. Ma quel che più conta, il tutto avviene mosso dall’intento, palese di invitare tutti e i giovani in particolar modo, alla moderazione, alla comprensione e alla collaborazione piuttosto che all’istinto di prevaricazione.
Gli interpreti sono convinti sostenitori delle finalità statutarie del Centro e accompagnano le attività che questo svolge nell’ambito della cultura e dell’arte in genere, con uno sguardo privilegiato al patrimonio letterario tradizionale e popolare, sia in forma anonima che d’autore.
Lo svolgimento della serata prevede anche un’incursione nelle composizioni poetiche dialettali di Mimì con l’inserimento di brani musicali popolari a cura del duo Giannico Semeraro e Piero Cantanna.
In questa sede mi preme sottolineare l’importanza di rendere pubbliche le opere di Mimì, soprattutto perché ciò consente di accedere a un vasto patrimonio linguistico ferrandinese, dal punto di vista fonetico, lessicale, sintattico, che altrimenti sarebbe andato in gran parte perduto. Rainer Bigalke, famoso professore di dialettologia scriveva che le opere scritte da Mimì in dialetto consegnavano alla pagina ogni forma di espressività e, attraverso la parola, la sostanza della cultura materiale e spirituale dei suoi concittadini.
Mimì Bellocchio ha dato forza al dialetto proprio nel periodo in cui questo era considerato un fardello di cui liberarsi al più presto, perfino di cui vergognarsi: e lo ha fatto, non mettendolo in competizione con l’italiano, ma semplicemente lasciandone intravedere la potenza, quella forza eruttiva delle parole che non è possibile trovare nelle corrispondenti espressioni in lingua italiana.
Per introdurre le rappresentazioni, in versione integrale, adattata o ridotta che siano, mi piace richiamare l’idea di cultura che la nostra associazione promuove, affiancandola a quella classicamente intesa in termini più generali. Un’idea che trova la sua piena realizzazione non convenzionale nella produzione popolare artistica: la cultura è il primo respiro profondo della nostra terra, viscerale e gioioso, è il coro delle nostre case, sempre pieno di immagini, voci, di versi, di canti e poesia: è infine, direi, il volo della coerenza di un’anima collettiva.