“Fa’afafine”. Solo un famoso e discusso spettacolo teatrale? O anche un nuovo approccio all’educazione di bambini e adolescenti?” Questo il tema che ha “infiammato” il convegno-dibattito promosso nel pomeriggio al Palace Hotel per fare chiarezza sullo spettacolo in programma il prossimo 13 marzo all’Auditorium nell’ambito della sezione dedicata ai ragazzi della stagione teatrale di Teatri Uniti di Basilicata. Dopo i saluti del consigliere comunale Gaspare L’Episcopia, spazio alle relazioni dei consiglieri regionali Achille Spada e Aurelio Pace, pronti a “sposare” senza se e senza le ragioni per convincere la platea a boicottare “Fa’afafine”. Per chi non avesse ancora compreso il contenuto dello spettacolo i relatori hanno ricordato che racconta la storia di Alex, un dinosauro che per alcuni giorni si sente maschio e per alcuni giorni si sente femmina. Dalla presentazione si comprende in realtà qualcosa in più: Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere: i giorni pari è maschio e i giorni dispari è femmina, dice. Ma nel giorno in cui si rappresenta lo spettacolo Alex si accorge che è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Quindi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri”. La fascia d’età consigliata per “Fa’afafine” è 11-13 anni. Per questo motivo le famiglie materane, il mondo della scuola e della politica, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Matera e gli organizzatori dello spettacolo hanno deciso d’interrogarsi sulla bontà e sull’utilità pedagogica dell’iniziativa con un pubblico dibattito, al quale hanno partecipato anche Alessandro Fanuli, che si occupa di psicologia giuridica e forense, la psicologa Rosaria Paradiso, l’attore Andrea Santantonio e Maria Grazia Masella, garante per l’infanzia e l’adolescenza Comune di Matera. Conclusioni affidate al consigliere regionale Luigi Bradascio.
Dal convegno è emersa soprattutto l’opportunità o meno di educare e formare i bambini, fin da piccoli, alla non discriminazione di genere, proponendo uno spettacolo teatrale su una tematica così forte. Ricordiamo in proposito che i consiglieri regionali Aurelio Pace, Luigi Bradascio e Achille Spada sono i firmatari di una mozione, approvata a maggioranza un anno fa, che impegnava la Giunta affinché nelle scuole di ogni livello e grado in Basilicata non venisse introdotta la “teoria gender” e che fosse rispettato il ruolo della famiglia nella educazione all’affettività e alla sessualità. I consiglieri avevano invitato, e continuano a farlo, che le famiglie vengano sempre adeguatamente informate, specialmente quando sono in gioco momenti educativi importanti relativi all’affettività e alla sessualità di ragazzi ed adolescenti.
Il tema dello spettacolo chiama a “reponsabilità ineludibili” sopratutto la famiglia e il mondo della scuola, che sono i veri protagonisti della crescita e della formazione dei ragazzi. Lecito chiedersi quindi se sia giusto proporre in orario scolastico il tema della fluidità sessuale, visto che i bambini di questa fascia d’età sono già “bombardati” da messaggi televisivi molto forti o da immagini condivise sui propri telefonini sempre più tecnologici. Gli adolescenti devono o non comprendere la diversità? E in che modo? Attraverso uno spettacolo o dopo un’attenta informazione da parte della famiglia?
“Conosco i contenuti dello spettacolo – ha spiegato Fanuli – e posso dire che un bambino, non informato adeguatamente su alcune realtà, può continuare a pensarci, mettendo in moto la sua fantasia; pertanto, è indispensabile la guida di un adulto al suo fianco. Sono io genitore che devo prendermi la responsabilità di accompagnare mio figlio a vedere un certo tipo di spettacolo, se ritengo che a quell’età sia in grado di capire e tenuto conto, così come è stato spiegato anche oggi dalla psicologa, che esistono tempi di crescita importanti anche dal punto di vista mentale”.
Interessante anche l’intervento della pediatra Fausta Matera: “I bambini dovrebbero conoscere la realtà in cui vivono, che comprende anche la disforia di genere, che si scopre biologicamente sin da piccoli, sempre, però, sotto la guida di un adulto”.
A difendere l’opportunità di organizzare uno spettacolo di questo genere è stato l’operatore culturale maeran Andrea Santantonio dello IAC. “Ci si chiede se sia opportuno realizzare questo spettacolo, io dico una risposta deve arrivare dai ragazzi, che sono i diretti protagonisti di questa iniziativa”.
“E’ una società adulto-centrica – ha dichiarato la garante per l’infanzia Masella – non certo una società per i bambini, che devono essere tutelati da ogni punto di vista. Deve esserci una concertazione tra scuola e famiglia, in modo da accompagnare i bambini nella loro crescita sana e responsabile”.
Ed è stata proprio questa la proposta della psicologa Rosalia Paradiso, un patto di corresponsabilità tra famiglia, scuola, ma anche di altre agenzie educative, quali le istituzioni politiche e le associazioni.
E sullo spettacolo “Fa’afafine” arriva una posizione ufficiale da parte di dodici consiglieri di maggioranza e del consigliere di opposizione del Movimento 5 Stelle, Antonio Materdomini di Matera: i consiglieri hanno firmato un documento per chiedere le dimissioni di Maria Grazia Masella, garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Matera, dopo la sua presa di posizione contraria allo spettacolo.
La fotogallery del convegno al Palace di Matera sullo spettacolo Fa’afafine (foto www.SassiLive.it)
Se non altro questa vicenda ci ha dato modo di scoprire che al comune esiste una garante per l’infanzia, peccato che si scagli contro questo spettacolo e non proferisca parola suul’opuscolo Eni distribuito nelle scuole sotto il patrocinio della regione Basilicata nel quale si chiede ai bambini di andare a vedere da vicino i bellissimi pozzi si petrolio e poi di colorarli sul libricino come fossero fiori, o pecorelle innocenti