Doppio appuntamento in programma martedì 24 agosto a Grottole e Aliano nell’ambito della stagione del Festival dei Teatri di Pietra 2021 promosso dall’Associazione Pa. Ga. Scenamediterraneo Potenza, dalla BCC Laurenzana-Nova Siri, dal Mibact, dalla Comunità Montana Alta Val d’Agri, dai Comuni di Aliano, Grottole, Grumento Nova e Venosa. A Grottole, in Piazza Valentino Blasone si terrà alle 21 lo spettacolo dal titolo: “Orestea” tratto da Agamennone e Eschilo prodotto dalla Bottega del Pane. L’adattamento e la regia sono curati da Cinzia Maccagnano, le maschere da Luna Marongiu, con Luna Marongiu, Marta Ciriello, Raffaele Gangale, Dario Garofalo, Cristina Putignano e Cinzia Maccagnano. Orestea è prima di tutto un epocale disegno drammaturgico in grado di raccontare la fine dell’ineluttabile. Agamennone uccide Ifigenia. Clitennesrta uccide Agamennone. Oreste uccide Clitennestra. Ma nessuno uccide Oreste. Ciò non significa che Oreste non paghi pegno, tutt’altro. La ragione, Atena, gli offre una chiave di salvezza, sostituendo il tribunale degli uomini alla teodicea: ma questo non gli toglie il fiato. La stessa cosa che accade a un bambino quando nasce. L’eccesso d’aria rischia di soffocarlo, perciò piange. E piange Oreste, su cui pesa un passato che non c’è più, arcaico ma sicuro: e dentro cui scalpita una realtà incerta a cui è impreparato, la cui rappresentazione è migliore dell’originale, una realtà su cui la ragione ha perso il controllo. Qual è dunque il pegno da pagare per Oreste? Non essere, né com’era, né come avrebbe dovuto. Essere in bilico. In una straziante e rabbiosa infelicità. La pàrodo dell’Agamennone, il lungo coro degli anziani di Argo, disegna i confini dello spettacolo: gli attori indossano una maschera tragica, arcaica, mostrano un’espressione che sembra scolpita nel dolore e per sempre: e quando se ne liberano ne scoprono un’altra, più moderna, che rivela i caratteri particolari dei personaggi: Clitennestra, Agamennone, Egisto e Cassandra. Tutto il racconto dell’Agamennone dunque si svolge come una grande rappresentazione, un rituale che riporta alla memoria i fatti, da cui poi muoverà l’azione di Oreste. Nelle Coefore il registro cambia, si fa più contemporaneo, finisce la rappresentazione, spariscono le maschere e i giovani, Oreste, Elettra e Pliade, si mostrano così come sono deformati solo dal furore. Anche il ritmo dello spettacolo cambia, non è più cadenzato, scandito dal procedere della trama, ma precipita, seguendo l’urgenza di agire per liberarsi di un ordine antico che non trova più riscontro nella realtà. I giovani, detronizzano, sovvertono, uccidono. Orfani di un senso della storia, mossi dalla “irragionevole rabbia”, si ritrovano smarriti in un mondo di cui non riconoscono più il senso del passato e sperimentano l’incapacità della ragione di farsi ancora guida esperta. Sempre domani sera ad Aliano, nell’Anfiteatro dei Calanchi avrà luogo lo spettacolo Sud Folk Song di Patrizia Spinosi, Michele Bonè, Gennaro Esposito, Arcangelo Michele Caso. Musiche napoletane e parodie classiche del passato partenopeo terranno viva l’attenzione dei presenti.