Dopo aver presentato nel 2009 “Lezioni americane” di Italo Calvino il grande attore italiano Giorgio Albertazzi è salito nuovamente sul palco del teatro Duni di Matera per “Il Mercante di Venezia”, una delle opere più apprezzate tra quelle prodotte da William Shakespeare “. Uno spettacolo che il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata presenta al pubblico lucano nell’ambito della sessione I Grandi Classici. Prima della sua performance teatrale Giorgio Albertazzi ha concesso un’intervista ai giornalisti.
Albertazzi ritorna nella città dei Sassi a distanza di sei anni e ritrova Matera capitale europea della cultura, cosa ne pensa?
“Quando il titolo lo ha vinto Firenze non è successo granchè ma io che ho la fortuna di girare l’italia e ho conosciuto tante belle città italiane posso dire che l’aggettivo giusto per definire Matera è “nobile”, per rendere omaggio anche ai Conti Gattini. Conosco bene la storia di questa famiglia nobiliare e ho scoperto che i materani lo hanno trucidato in piazza…”
“Tornando allo spettacolo posso dire che “Il mercante di Venezia” è un autentico capolavoro di William Shakespeare e non a caso risulta lo spettacolo più rappresentato a livello mondiale, più di Giulietta e Romeo”.
Il prossimo 20 agosto Albertazzi compirà 92 anni. Ma dopo aver stupito il pubblico anche a Ballando con le stelle per la grinta con cui affronta la scena e il pubblico l’attore toscano non ha alcuna intenzione di mollare il palco. E dal Duni di Matera annuncia i suoi nuovi progetti: “Ci sarà uno speciale in tre puntate per la tv ma non posso anticipare nulla. Del resto ho ancora molte cose da fare nel prossimo decennio. La longevità è di famiglia, se penso alla vita di mia nonna e a quella della mia bisnonna che è morta a 106 anni”.
Domanda impegnativa: “Come si fa a conciliare la modernità con i classici?”. Albertazzi non ha peli sulla lingua e confessa. “Sono stato l’altra sera da Marzullo e ne ho sentite di tutti i colori. Purtroppo devo dire che nelle nuove generazioni impegnate in questo mestiere c’è tanto vuoto. Chi. pensa che il teatro sia la lettura di un testo si sbaglia di grosso. Nel teatro il testo è un appoggio, quello che conta è l’interpretazione dell’attore in scena. E’ evidente che l’arte fa la differenza”.
Nelle riflessioni di Albertazzi non mancano i riferimenti all’attualità ed in particolare agli atti terroristici che hanno coinvolto Parigi. “In una società sempre più complicata abbiamo perso l’orientamento. Fermo restando che la scienza senza l’etica è contro l’uomo devo dire che siamo di fronte ad una crisi culturale. Può sembrare blasfemo il mio punto di vista ma ritengo che a causare le guerre nel mondo è il fanatismo religioso. L’unica volta in cui la guerra non è stata provocata in nome di un Dio è quella che ha visto dominare l’Impero Romano. A loro interessano solo i tributi. Si va in guerra perchè il mio DIo è più Dio del tuo, perchè esiste una religione di Stato”.
Tanto teatro nella carriera di Albertazzi, ma c’è qualche autore che non ha ancora interpretato? “Mi sarebbe piaciuto cimentarmi in un “Goldoni”, un grande innovatore teatrale”.
Albertazzi è innamorato del palco ma confessa anche il suo amore per la poesia. “Gli attori italiani, la maggior parte di loro, non sanno declamare poesie. Vi spiego: la poesia è sound, è una forma di melodramma ma purtroppo in Italia non sanno cosa vuol dire recitare poesie. I più grandi? Dante e Shakespeare”.
Il grande classico dell’opera shakespeariana nella rilettura di Albertazzi ha riscosso in tutta Italia grande successo di pubblico e critica: solo nella tournée a Roma ci sono state ben 22 repliche straordinarie.
Il denaro, la religione e il potere si intrecciano alle vicende amorose di tre ragazzi, una delle più controverse opere del drammaturgo inglese William Shakespeare proposto nella rilettura del Maestro Giorgio Albertazzi, salutato dal pubblico del Duni con una meritata standing ovation. L’attore e regista toscano apprezza e regala un “bis” poetico, declamando un sonetto d’amore di William Shakespeare.
Shakespeare ci regala in quest’opera, un formidabile affresco della natura umana e il mondo che ci sembra così equilibrato, chiaramente diviso in buoni a malvagi, colpevoli e innocenti, eletti e reietti, mostra le sue crepe e si rivela fragile, precario e relativo. Scritta da Shakespeare alla fine del ’500, l’opera Il mercante di Venezia è ambientata nella Venezia del XVI secolo: il giovane galantuomo Bassanio (Francesco Maccarinelli) chiede all’amico Antonio (Sergio Basile), tremila ducati per corteggiare la ricca Porzia (Stefania Masala). Antonio, a sua volta, se li fa prestare dall’usuraio ebreo Shylock, interpretato magistralmente da Giorgio Albertazzi, a condizione di riaverli entro tre mesi pena la consegna di una una libbra della carne di Antonio. Bassanio riesce a ottenere la mano di Porzia ma le navi di Antonio naufragano senza che questi possa onorare il suo debito. Shylock pretende il rispetto del contratto ma Porzia, travestita da avvocato, cercherà di evitarlo. Nel personale riadattamento firmato da Albertazzi, la regia è di Giancarlo Marinelli e la compagnia teatrale è la Ghione Produzioni, Shylock è un personaggio ironico e pieno di amarezza. “Shylock è un perdente, viene tradito anche dalla figlia, è uno sconfitto su tutti i fronti – spiega Giorgio Albertazzi – alla fine resta solo e io gli faccio fare una cosa che in Shakespeare non c’è: Shylock butta via i soldi… un ebreo che butta via i suoi denari. In questo spettacolo rivelo il lato grottesco di Shakespeare, di cui si tende a calcare di solito la parte tragica. Ma questa è una commedia, oltretutto ambientata a Venezia che all’epoca era, e lo è tuttora, un porto di mare, dove le razze si intrecciavano e si integravano”.
Il mercante di Venezia è uno spettacolo realizzato con le scene di Paolo Dore, i costumi di Daniele Gelsi, la consulenza storico-letteraria di Sergio Perosa e la regia di Giancarlo Marinelli.
Personaggi e Interpreti: Shylock Giorgio Albertazzi, Porzia Stefania Masala, Antonio Sergio Basile,
Pretendenti / Doge Gaspare Di Stefano, Bassanio Francesco Maccarinelli, Jessica Ivana Lotito
Job Cristina Chinaglia, Lorenzo Mario Scerbo, Nerissa Vanina Marini, Graziano Diego Maiello
I Ancella Alessandra Scirdi, II Ancella Erika Puddu e III Ancella Francesca Annunziata.
La fotogallery del Mercante di Venezia (foto www.SassiLive.it)