Venerdì 13 ottobre a Roma è andata in scena con pieno successo di pubblico e critica lo spettacolo “Brigantessa dalle lunghe trecce” nel Teatro di Documenti, sold out, fondato dai magnifici: Damiani, Sinopoli e Ronconi, teatro ideale per le opere della sociologa, poeta e drammaturga Antonella Pagano. La Pagano ha narrato e cantato – lei è superba nel narrar-cantando – la storia di due donne, una lucana e una calabrese, che si sono date alla macchia per ragioni che si sveleranno drammaticamente non meno che poeticamente; due donne che, con ardimento e coraggio inaudito, diedero mani, gambe e pensiero, quando non anche la vita, agli eventi volti ad unificare il territorio italiano. Opera Letteraria che vince il prestigioso premio “San Vitale” della Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Bologna; Opera lente di ingrandimento su un’identità femminile ignorata dal grande pubblico, distorta e privata della reale dignità; Donne private di qualsivoglia diritto, Donne che perdono finanche nome e cognome; Donne ignorate dalla Storiache fuggono per compiere l’unico viaggio che potrà garantire loro, a rischio della vita, la conquista dell’ “identità con dignità”. In questa opera, com’è consuetudine della Pagano, l’uso della parola poetica non è solo sfida teatrale, piuttosto è un tributo, è riconoscere alla Brigantessa, nel 2011 che celebrava i 150 dell’Italia Unita: il posto nella Storia di quel momento storico…suggerimento per riconoscerglielo pienamente oggi, nella storia contemporanea. Anche le musiche,oltre ai testi,sono della scrittrice appulo-lucana-romana-italiana-terrestre Antonella Pagano; gli arrangiamenti sono del Maestro Daniela Brandi che sa interpretare profondamente lo spirito e la visceralità della poetessa materana. “Quante donne morte” è il brano che sintetizza musicalmente il mood di tutta l’opera ma anche dell’attuale irrazionale cronaca che narra la fine cui sono condannate tante donne. Poesia civile, drammaturgia civile con una bella dose di epica romantica. La Brigantessa dalle lunghe trecceè anche un manifesto, il manifesto della femminilità, del Principio Femminile che permea la filosofia e la storia di tutti i tempi e che la Pagano auspica sappia trovare l’incastro magico con il Principio Maschile per riuscire, una volta per tutte, a cambiare i destini dell’Umanità nel senso più benefico ed edificante. Per tutto questo ha voluto ardentemente il Teatro di Documenti in cui Pubblico e artisti condividono lo stesso spazio, vieppiù: lo agiscono entrambi. L’estasi è totalizzante. E’ un caso, anzi due, di revisionismo storiografico di incommensurabile significato e valore. Un riesame critico che fa bene alla realtà storica e alle Donne che vissero e agirono quei momenti della storia di tutti noi, italiani del nord e italiani del sud, Guardia Nazionale e Briganti. La danza è stata onorata dai maestri Laura Amadei e Simone Salerno, il bel canto dalla soprano FlavjaMatmuja e dal baritono ValdrinGaashi.