Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata al direttore di SassiLive.it Michele Capolupo da Giovanni Caserta, consulente letterario dell’Unitep, l’Università della terza età e dell’educazione permanente di Matera.
Caro Michele,
ho molto apprezzato il tuo commento alla rappresentazione di “Destini”, di cui si colgono gli aspetti e i messaggi che più a noi premeva trasmettere:
1. Il difficile pensiero di Pirandello
2. La difficile condizione del Sud rispetto al Nord
3. I pregiudizi che, al Nord, gravavano e gravano sul Sud
4. Il messaggio di speranza che l’ultimo Pirandello covava dentro di sé, pur senza esplicitarlo in modo chiaro.
Ma il tuo intervento è occasione perché tutti riflettiamo un po’ intorno a questa città e alla sua intensa, anche se non sempre ordinata, attività culturale. Già in passato sono intervenuto nei riguardi del Sindaco e della sua fissa circa il 2019, ormai presentato come anno palingenetico, dalla cui univoca ossessione bisogna alfine liberarsi. A Matera c’è, per fortuna, un larga fioritura di iniziative e di libere associazioni e individualità che, ognuna nel suo campo, producono cultura e arte. Però non esiste, per i nostri amministratori, se non il 2019 e, al massimo, le istituzioni “governative”, la Soprintendenza, l’Archivio di Stato e l’APT .
Durante la rappresentazione di “Destini” c’era una fila di sedie, la prima, gratuitamente riservata alle autorità locali. E’ rimasta desolatamente vuota. Abbiamo appreso che, contemporaneamente, quattro esponenti dell’amministrazione comunale e dintorni erano a Sofia, in Bulgaria, inseguendo il faro del 2019, per cui – si apprende in questi giorni – sono impegnati un milione e mezzo di euro, cioè tre miliardi di vecchie lire!
Ma se il Sindaco era a Sofia, dov’erano gli assessori tecnici, scelti al di fuori della politica per la loro grande competenza in specifici settori? Dov’era il presidente del Consiglio? Ho, non l’impressione, ma la convinzione che a Matera si continua a soffrire di esterofilia, che è l’altra deplorevole faccia di un persistente complesso di inferiorità provinciale, che porta a considerare valido solo quello che viene prodotto fuori o da personaggi di fuori. Quello che, per la cultura e l’arte, si fa in casa è ritenuto inevitabilmente scadente e povero. Solo alle <<orecchiette>>, alle <<cancelle>>, alle <<pettole>> e alle <<cime di rapa>> si riserva altra attenzione!
Nella sera di “Destini”, almeno duecento persone hanno imparato che è esistito un Pirandello che discorreva dell’umanità, delle sue sofferenze e di una possibile via d’uscita; almeno dieci giovani si sono cimentati con un testo difficile, in cui si parlava di Matera e Potenza…. Sono giovani che operano, vivono e rimarranno nella nostra città, se questa saprà gratificarli. Non così gli esterni. Sarà perché prima di essere professore sono stato maestro elementare, sarà per questo che io penso al vivaio prima ancora che agli artisti baciati dalla fortuna, e non sempre dal merito. Alle duecento persone che hanno assistito a “Destini” abbiamo dato qualcosa. Ancor di più abbiamo dato ai giovani e non giovani che hanno recitato. Che cosa, invece, alle stesse persone, ha portato il Sindaco da Sofia? Sento dire che il Comune, con un milione e mezzo di euro avuti per il 2019, prende una tassa persino per il timbro che appone sulle locandine teatrali da affiggere la pubblico”! Che ne pensano i direttori teatrali delle compagnie materane? Stesso discorso sento di fare anche a proposito della mancata occasione delle celebrazioni pascoliane, miseramente fatte cadere, proprio mentre, al contrario, infuria il gran battage pubblicitario intorno al presepe in Piazza San Pietro a Roma e alla magnificata mostra di arte e religiosità in Vaticano. Naturalmente, non ho nessuna intenzione di negare la validità di queste e simili manifestazioni. Il problema è di altro genere. Sembra che siffatti “eventi” – ormai si chiamano così – servano soltanto da palcoscenico a personalità pubbliche, tutte sovrabbondanti in citazioni e dichiarazioni. Invece,
• mi domando e domando come gli operatori culturali della città – non parlo di “Quadrum” – entrano in queste vicende e come traggano frutto per la loro crescita;
• mi domando e domando quale ricaduta, a sipario calato su Piazza San Pietro e Vaticano, ci sarà nel tessuto culturale della città;
• mi domando e domando che uso si pensa di fare del carro della Bruna, manufatto costruito a freddo e di circostanza, dopo il suo rientro in Matera;
• mi domando e domando che cosa si vorrà fare del busto a Pascoli, che non si è stati capaci di inaugurare entro l’anno 2012 e che qualcuno farebbe resistenza a collocare in Piazza Pascoli – slargo di via Ridola – sia perché ciò significherebbe rimuovere l’orrenda “Goccia” giapponese (di cui tutti, in privato, parlano male, ben guardandosi dal dirlo pubblicamente), sia perché ci sarebbe voglia di “nasconderlo” tra i numerosi busti di palazzo Lanfranchi, in cui ormai si raccoglie di tutto, di vecchio e di nuovo, di bello e di brutto…
• mi domando e domando tante altre cose, su cui vorrei che gli operatori culturali cittadini dicessero finalmente, in pubblico, la loro, aprendo un dibattito che non potrà non essere fruttuoso.
Insomma, evitiamo che di queste cose parlino solo il Sindaco, il Soprintendente, il Presidente dell’APT, o, per diversi motivi, si lamentino il presidente della Camera di Commercio, il Presidente dell’Amministrazione provinciale e il suo vice (come da “Il quotidiano” del 22 .12.2012.). Vogliamo far la prova?
Giovanni Caserta, consulente letterario dell’Unitep, l’Università della terza età e dell’educazione permanente di Matera.
CARO PROFESSORE,
LEI HA PERFETTAMENTE RAGIONE.
IL PROBLEMA, PERO’, E’ CHE IL CONTESTO NEL QUALE VIVIAMO ORAMAI, DA TEMPO, E’ PROFONDAMENTE, E SEMPRE PIU’, DEGENERATO.
LE SITUAZIONI “IMBARAZZANTI” CHE LEI HA EVIDENZIATO NON SI VERIFICANO SOLO NELL’ARTE E NELLA CULTURA MA, PURTROPPO, CONCERNONO OGNI ASPETTO DELLA VITA, DELLA SOCIETA, SI’ DA DETERMINARE UN IMBARBARIMENTO (PALPABILE) DEGLI UOMINI E DELLE DONNE, ANCHE DI QUELLI/E CHE GUIDANO (O DOVREBBERO GUIDARE) LE ISTITUZIONI.
STIAMO, PIANO PIANO, RITORNANDO ALL’UOMO DI NEANDERTHAL (si scrive così ?).
BUON NATALE E BUON ANNO CARO PROFESSORE E SPERIAMO CHE NEL NUOVO ANNO 2013 SI PARLI DI CULTURA VERA CON PERSONE COME LEI CHE ALLA LETTERATURA ED ALLA STORIA LETTERARIA, E NON SOLO, ANCHE DI MATERA E DELLA BASILICATA, HANNO DEDICATO LA LORO ESISTENZA, PER INTERO.
LA SUA NOTA, CHE CONDIVIDO PIENAMENTE, MI RATTRISTA E MI FA SENTIRE IN COLPA PERCHE’ ANCHE IO HO CONTRIBUITO (E CERCHERO’ DI NON SBAGLIARE ULTERIORMENTE NEL PROSSIMO FUTURO) IN QUANTO CITTADINO ELETTORE A QUELLE SITUAZIONI CHE LEI GIUSTAMENTE LAMENTA.
SPERO CHE LEI MI VORRA’ PERDONARE (PER LA QUOTA PARTE DI MIA RESPONSABILITA’) ED AUSPICO, PERO’, CHE LEI ED ALTRE PERSONALITA’ DELLA CULTURA MATERANA (ONESTE E PERBENE), COME LEI, DIANO DISPONIBILITA’ A RAPPRESENTARE LE ISTITUZIONI CITTADINE E REGIONALI.
AUGURO (PER IL 2013 E NON GIA’ PER IL 2019) A LEI, A ME ED A TUTTI I LUCANI DI ESSERE RAPPRESENTATI DA PERSONE CULTURALMENTE ELEVATE CHE ABBIANO A CUORE “I DESTINI” DI MATERA E DELLA BASILICATA.
UN SUO EX ALUNNO (MOLTO RICONOSCENTE E, SOPRATTUTTO, MOLTO FORTUNATO PER ESSERLO STATO).