Presentato nel pomeriggio presso l’ex ospedale San Rocco a Matera lo spettacolo teatrale “Case senza luce, Matera” a cura del regista e attore Ulderico Pesce, che andrà in scena lunedì 9 luglio 2018 dalle ore 20,30 presso la corte dell’ex ospedale San Rocco di Matera, con ingresso gratuito.
Alla conferenza stampa hanno partecipato l’autore dello spettacolo e Patrizia Minardi, dirigente ufficio sistemi culturali e turistici della Regione Basilicata.
“Case senza luce Matera”, è uno spettacolo che racconta varie fasi storiche della città di Matera, dagli abitanti dei Sassi, nelle case senza luce, allo sfollamento nei nuovi quartieri e di alcuni paesi dell’area che si sono distinti per essere stati leader della lotta di “occupazione delle terre” quali San Mauro Forte, Montescaglioso, Tricarico, Ferrandina e Irsina. L’evento sarà realizzato nel luogo che, prima fu monastero, poi divenne il carcere dove furono rinchiusi molti occupatori di terra tra i quali Rocco Scotellaro, Anna Avena, Antonia Miccio, che partorì in carcere, ed altri “lottatori” che faranno del Materano, a partire dal 1940, l’area più “rivoluzionaria” d’italia, prima contro il fascismo e il nazismo, poi contro i latifondisti. Le porte delle celle sono rimaste integre. Quelle di un tempo. Davanti a quelle porte prenderanno vita Luisa Levi, che nel 1935, per prima, parlò dei Sassi di Matera attraverso l’opera del fratello Carlo, il “Cristo si è fermato a Eboli”. Prenderanno vita altri personaggi quali Togliatti, che nel 1948 fece un comizio storico a Matera; Albino Sacco che con Olivetti, Levi, Mazzarone, Scotellaro ed altri, costruì il primo progetto per ridare dignità agli abitanti dei Sassi. Due personaggi femminili importanti saranno inoltre Anna Avena, l’occupatrice di Montescaglioso che, su una terra, vide l’assassinio di Giuseppe Novello ad opera della polizia, venne arrestata e portata nel carcere di Matera; Antonia Miccio, che nel 1940, con altri 130 sanmauresi, si oppose al fascismo assalendo il Comune, ne seguì una sparatoria dove persero la vita due manifestanti e lei venne ferita, incarcerata, costretta a partorire nel carcere di Matera. Ma sono tanti altri i personaggi che caratterizzano lo spettacolo, anche persone della contemporaneità. Tra loro, due signore materane, una, la cui vita ha avuto una svolta lavorativa dopo l’apertura di un B&B nei Sassi, e un’altra che non vede l’ora che muoia la suocera per entrare in possesso del Sasso dove aprire un B&B che permetterebbe ai figli emigrati a Cernusco sul Naviglio di ritornare a Matera. Vengono narrati inoltre momenti importanti della vita della città quali l’arrivo dei monaci basiliani, e ancora la nascita dei monasteri, della trasformazione di un monastero in carcere, la chiusura dei Sassi, la costruzione dei primi borghi rurali e fino alla Matera attuale.
Lo spettacolo è frutto di un laboratorio teatrale di 430 ore che l’equipe del Centro Mediterraneo delle Arti, diretto da Ulderico Pesce, ha tenuto a Matera. Un laboratorio in cui si è sperimentato il metodo teatrale “organico” concepito da Stanislavskji; in cui sono stati rintracciati e studiati documenti storici utilizzati poi a fini spettacolari.
Ulderico Pesce: “Sapere che nella mia terra, la Basilicata, c’è una città che vive da 8 mila anni, Matera, mi ha fatto nascere l’esigenza di provare a capirla e sentirla più vicina. Oggi, dopo averla vissuta e studiata per un po’, sento il dovere di provare a raccontarla. E’ la narrazione di storie particolari che sono diventate storie universali. Raccontare Matera significa raccontare l’evoluzione dell’uomo e del mondo. Finora Matera è stata utilizzata come contenitore per raccontare altre storie, noi abbiamo scelto Matera come fonte di racconto e i personaggi sono paradigmatici, possono ricordare quelli della mitologia greca”.
Patrizia Minardi, dirigente ufficio sistemi culturali e turistici Regione Basilicata: “Questo è un progetto di rete asse 3 del piano spettacolo, uno di quei progetti realizzati con i Comuni e altri operatori dello spettacolo che riescono a creare valore aggiunto rispetto ai progetti presentati nell’asse 1 e nel FUS. In questo caso il Centro Mediterraneo delle Arti ha coinvolto il Comune di San Mauro e il Comune di Matera oltre ad altri Comuni della nostra regione per poter raccontare storie di personalità non autorevoli ma testimoni di una storia importante della nostra città e della nostra regione vissuti negli anni Cinquanta, legati alle terre e allo sfollamento dei Sassi nel caso di Matera. In questo caso tutte le porte dei Sassi parleranno diversi diletti a seconda della provenienza. In particolare saranno protagoniste donne che sono state rinchiuse in celle di questo carcere e che sono testimoni di un elemento importante, cioè la mancanza di una terra promessa e mai concessa. Riflessioni sulla storia ma anche riflessioni sul presente e sul futuro di Matera”.
Michele Capolupo
La fotogallery della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)