Dall’ intervista all’Avvocato Cassazionista Patrizia Valeri: “Eva e la Minestra del Paradiso” ha colmato il Teatro Ghione di Roma. “Antonella Pagano con la riduzione teatrale del suo ultimo libro ha incantato il pubblico romano e celebrato una serata memorabile nella capitale. Si parla di teatro totale, di ritorno alla bellezza della parola teatrale, si parla di capolavoro, di grande tributo alla poesia oltre che del riconoscimento largo che il pubblico le ha tributato sul piano umano, intellettuale, senza omettere il riconoscimento di grande poeta quale è la Donna Antonella Pagano che ama dirsi appulo-lucana-romana-italiana-terrestre senza alcun confine che castri le possibilità espressive. Di celebrazione ed evocazione del femminile arcaico, di rito invocatorio della parte misterica, di genialità totale grazie alla quale ha saputo fare del cibo il prezioso e prestigioso trait d’union con il trascendente…dice Francesca Serra, e la Pagano ha uno specialissimo rapporto con il trascendente, ricordiamo il suo libro di preghiere-poetiche: Rondine con te-Sillabe innamorate, primo premio italiano di Poesia religiosa. Ha saputo finanche chiamare in scena la parte maschile legata all’aspetto voluttuoso; insomma geniale, geniale, geniale asserisce ancora la grande antropologa Francesca Serra alla quale mi associo; un grande rito anche iniziatico. Come nella migliore tradizione teatrale, dunque, il Ghione -che palpita Wilde e Pirandello, Shakespeare, Goldoni e belle avanguardie-, ha ospitato degnamente la pièce della Pagano, con la porpora e le dorate nobili cornici ha degnamente vestito l’opera letteraria di intensa e profonda concezione. L’eleganza del Ghione ha, insomma, sposato la parola colta di una donna coltissima e raffinata in ogni gesto, in ogni espressione. L’Opera è sicuramente da rivedere sui palcoscenici dei più bei teatri italiani poiché la densità contenutistica merita più visioni, solo così se ne potrà cogliere la profusione di dettagli che germogliano e fioriscono nella complessa tessitura”.
Giu 29