A grande richiesta ritorna al cinema Comunale la compagnia del Teatro Povero per la replica di “Sm dutt la mass o…”, commedia in vernacolo materano dell’autore Tonio Epifania e per la seconda volta fa il pieno di spettatori, che hanno tenuto la bocca a 180 gradi per il sorriso continuo che aleggiava durante la messa in scena. Commosso al termine della rappresentazione Tonio Epifania, chiamato sul palco dalla versatile cameriera Marina, interpretata da Monica Ambrosecchia: “E’ difficile parlare quando l’emozione ti prende e ringrazio questo meraviglioso pubblico che ha gremito per la seconda volta il teatro per assistere alla commedia. Personalmente sono vittima della filosofia di portare il dialetto in scena. Dopo la guerra e con le migliori condizioni di vita dei nostri genitori si imponeva ai figli di parlare l’italiano e non il dialetto. Il teatro serve a fare emergere queste radici che sono la nostra storia”.
Apprezzata l’interpretazione di tutti gli attori, in particolare quella di Don Raffaele del Soldo affidata a Mario Faccia. Tutti hanno portato a compimento con ritmo calzante la trama impostata sulla potenziale eredità sulla quale e per la quale si intrecciano situazioni anche abbastanza comiche.
L’autore Epifania non ha trascurato nulla nelle battute in dialetto materano per cui ogni riferimento alle nostre tradizioni è stata applaudito. Questo vuol dire che il vernacolo materano piace e affascina, appassiona.
Due atti di terapia del riso e del sorriso che fanno bene al cuore e scacciano dalla mente pensieri pesanti.
Due ore di deliberato sorriso con il pubblico che saluta e si congratula con gli attori e l’autore.
La commedia riporta nella mente situazioni che, per la loro frequenza, partono dalla notte dei tempi per giungere praticamente inalterate ai giorni nostri. Episodi che avranno segnato la vita di ognuno di noi. Ricordiamo per esempio la maternità, servita in tutta la conversazione che ha divertito il pubblico nel corso dei due atti.
Apprezzate anche le pillole di saggezza che tradotte in italiano suonano così: “Se uno muore l’altro non si arricchisce”, “L’uccello piscia e il culo prende le botte” “Il cane quando muove la coda vuole mangiare”, “Quando la vita comincia a piacere arriva la morte” e “Il tempo lavorerà per noi” .
La commedia è stata preceduta dalla declamazione di due poesie in vernacolo materano di Antonio D’Ercole.
Carlo Abbatino