Talia Teatro riscopre la storia di “Chjtarìdd, brigante materano”. La misteriosa figura del materano Eustachio Chita, detto Chjtaridd, è al centro del nuovo lavoro teatrale firmato da Antonio Montemurro per riscoprire con Talia Teatro un altro pezzo di storia materana, questa volta vissuta nell’Ottocento. La presentazione dello spettacolo teatrale è avvenuta in mattinata nella sede di Talia Teatro in via Lombardi 35 a Matera. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato l’attore e regista Antonio Montemurro, gli attori Chiara Zaccaro e Nicola Cardinale e il cantautore Alessandro Di Leo, che ha firmato testo e musica della colonna sonora dello spettacolo. “Chjtarìdd, brigante materano” andrà in scena sabato 5 e sabato 12 gennaio 2019 dalle ore 20,30 presso la parrocchia San Giuseppe in via degli Aragonesi 11 a Matera. I biglietti per lo spettacolo sono in vendita al costo di 10 euro presso l’edicola Lamacchia in piazza Vittorio Veneto a Matera. Per informazioni contattare il numero 331.7995953.
Antonio Montemurro, regista e attore di Talia Tealtro: “Chjtarìdd, brigante materano”, è la storia di Eustachio Chita, detto Chjtarìdd per la sua bassa statura, vissuto a Matera fra il 1862 e il 1896. Suo padre Michele, uomo crudele e cattivo, lo puniva spesso, lasciandolo per giorni a digiuno a guardare le pecore o picchiandolo duramente. Una volta rischiò di ucciderlo, colpendolo al torace con un’accetta. Eustachio, cacciato di casa, andò via, per vivere, vagabondo e solitario, nelle campagne materane e pugliesi. Accusato di diversi delitti, rapine ed estorsioni, braccato dai carabinieri, si nascondeva nelle grotte intorno a Matera. Finì con l’essere ucciso durante una colluttazione con dei pastori, fra cui suo cugino, poi sospettati come suoi complici. Nell’anno 1900, l’illustre medico materano Raffaele Sarra curò la riesumazione dei suoi resti e la loro spedizione a Torino, affinché fossero analizzati da Cesare Lombroso, che studiava in particolare il legame fra l’anatomia del cranio e la tendenza delinquenziale del soggetto. La scrittura di questo dramma è stata resa possibile soprattutto dal testo di Niccolò De Ruggieri (papà dell’attuale sindaco, avvocato, giornalista e storico – ndr), Chitarìdd il brigante di Matera, da cui ho tratto gli elementi di base per questo mio lavoro. Ho sfruttato poi una testimonianza diretta di mio nonno materno, Giacinto Plasmati, classe 1880, che da ragazzo aveva incontrato il Chita in una notte di terrore. Non vi narro qui la storia. Lo lascio fare ai miei attori. Come le nonne di una volta, essi vi condurranno per mano nel racconto, in una casa del Sasso, dopo avervi sistemati per terra, intorno al braciere dei ricordi, ad aspettare che si cuociono le patate… Quel braciere ho voluto riaccendere a teatro, per riscaldare questo pezzo di memoria della nostra città. Oggi lo scheletro del Chita, che io stesso ho cercato presso il Museo di Antropologia criminale di Torino, sembra introvabile, proprio come accadeva per Eustachio, quando si nascondeva nelle grotte della Murgia materana. Ricordo che il fondatore del Museo di Antropologia criminale di Torino aveva scelto di tenere solo teschi di meridionali considerati dei criminali. Ma Chita non era un criminale. Ci hanno detto che il suo scheletro non è in quel museo ma io sono convinto che sia lì anche perché risulta lo scheletro di un certo Eustachio Chito. Evidentemente quando hanno trascritto il cognome la “a” è diventata “o” e quindi sarebbe opportuno restituire i resti del suo corpo alla sua città natale, Matera. Voglio fare i complimenti al cantautore materano Alessandro Di Leo per aver scritto in maniera eccellente il testo e la musica della colonna sonora per questo spettacolo. Di Leo ha composto una ballata alla De Andrè con un testo in 24 versi che riassume la storia del nostro Chjtaridd e ringrazio l’artista Pino Oliva per il disegno che abbiamo inserito nella locandina dello spettacolo, in cui non passa inosservato la scelta di colorare di rosso le orecchie e il naso di Chjtaridd, per via del freddo che subiva all’interno della grotta in cui era rifugiato, nei pressi della chiesa della Palomba, in contrada Murgecchia. Lo spettacolo è composto da 3 atti e 6 quadro coinvolge 20 attori della nostra città, tra cui un attore professionista, Antonello Morelli. La forza di Matera 2019 doveva essere proprio questa, la valorizzazione degli artisti locali, invece per la cerimonia inaugurale avremo Gigi Proietti. Io lo seguo da tanti anni e lo stimo come attore ma in questo momento Gigi Proietti non serve alla nostra città. Credo che Matera 2019 si rivelerà un’occasione perduta e sarà una colpa grave ma non da attribuire ai nostri politici. La colpa sarà nostra perché siamo un popolo di minchioni. Dico di più. Il castello di cartone avevamo il dovere di incendiarlo, chiamando un gruppo di facinorosi intellettuali ma non è accaduto. Portando in scena la storia di “Chjtarìdd, brigante materano” lancio un messaggio molto chiaro: giustizia e legalità non vanno di pari passo, perché molto spesso quello che è legale non è giusto e quello che è giusto non è legale” e poi provo a sottolineare che Chjtarìdd non era un brigante, semplicemente era uno scemo e uno sfortunato.
Chiara Zaccaro: “Vorrei sottolineare il grande lavoro di tutti gli attori coinvolti da Antonio Montemurro per questa rappresentazione teatrale. Arrivare alle 9 di sera e concentrarsi per almeno due ore ma anche fino all’una di notte non è facile per chi fa un altro mestiere e poi prova a portare avanti la sua passione per il teatro. E’ stato fatto uno studio per la conoscenza della storia e arrivare al pubblico attraverso l’emozione. Credo che ci siamo riusciti”.
Alessandro Di Leo: “Ringrazio Antonio Montemurro che ha creduto in me e mi ha affidato la composizione della colonna sonora di questo spettacolo. Per me che seguo da sempre gli spettacoli teatrali di Talia è un grande onore. Questo lavoro per la mia carriera è un salto di qualità. Scrivere musica per un personaggio carismatico come Chjtarìdd è stato davvero gratificante”.
Nicola Cardinale: “Io interpreto il personaggio di don Lorenzo Carlucci che era di Altamura. Io però sono barese e ho ritenuto opportuno recitare nel dialetto di Bari vecchia, tanto per intenderci”.
Michele Capolupo
Personaggi in ordine di entrata e interpreti
Nonna narrante Giulia Cifarelli; bambini: Manuela è Manuela Frangione, Laura è Laura Minardi, Francesco è Francesco Epifania, Michelino è Michele Caserta; Michele, padre di Eustachio è Antonio Montemurro, Maria Giuditta Caione, madre di Eustachio è Anna Cimarrusti, Eustachio Chita ragazzo è Alessandro Venturo, Eustachio Chita adulto è Antonello Morelli, Biagio Scarciolla un fattore è Mario Salluce, Nicola Chita, fratello di Eustachio è Franco Burgi, Maresciallo dei carabinieri è Marco Floridia, Lorenzo Carlucci proprietario terriero è Nicola Cardinale, Lucia serva di Lorenzo Carlucci è Patrizia Andrisani, Teresa fidanzata di Eustachio è Elisa Basile, Giacinto Plasmati un giovane passante è Stefano Martemucci, Filomena Quallarone, una prostituta è Chiara Zaccaro, Francesca Aiella una prostituta è Nicoletta Lionetti, Maria Simanelli una prostituta è Simona Albanese, Prima popolana è Anna Santarsia, Seconda popolana è Luciana Tamburrino, Terza popolana è Chiara Festa, Il giudice Giuseppe Lafasanella è Tarantini, pastore tredicenne è Laura Zaccheo, Francesco Paolo Nicoletti, pastore è Michele Francabandiera.
La foto della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)