Martedì 29 dicembre 2015 al teatro Comunale di Matera alle ore 20 il Centro di Cultura Teatrale Skenè presenta “Matera e l’uomo della Mancha”. Soggetto di Francesca Bianco. Testo di Arturo Catenacci. Contributo e regia di Lello Chiacchio. In collaborazione con Fondazione Zétema di Matera
Personaggi e interpreti
Voce narrante Enzo Domenichiello
Ortega adolescente Angelo Andrulli
Nino Arturo Catenacci
Ortega adulto Lello Chiacchio
Piero Emanuele Paolicelli
Lucia Angela Pietricola
Luca Bartolomeo Tota
Chiara Francesca Lorusso
Marco Giuseppe Chiacchio
Giulia Marianna Dimona
Picasso e Peppino Paolo Cicchetti
voce solista Rossana Grilli
Chitarra solista Dino Plasmati
Balletti Asd centro Danza diretto da Mary D’Alessio
Service BeSound di Carlo Iuorno
Riprese Video Videouno Matera
Hair style make-up Massimo Ferraroni e Francesco Chironna
Prenotazioni cineteatro Comunale al numero 0835.334116
Biglietti: platea 10 euro, galleria 8 euro
Il lavoro drammatizzato in quadri, si propone di far conoscere la figura di Josè Ortéga artista spagnolo nato nel 1921 ad Arroba de Los Montes, un piccolo paese della Mancha, giunto a Matera nel 1972. Egli ha amato la nostra terra perché ha trovato la sua terra, ha trovato i paesaggi della Castiglia del Nord. A tredici anni si trasferisce a Madrid e nel 1936/37, gli anni guerra civile spagnola, dipinge murales con appelli di protesta sui marciapiedi e sui muri della città, solidale con le milizie. Nel 1964 la Antonello Trombadori gli organizza la prima mostra in Italia alla galleria La Nuova Pesa di Roma (La Nuova Pesa nasce nell’aprile del 1959 a Roma, in via Frattina, dall’iniziativa di Alvaro Marchini). Tra il ’69 e il ’70 lavora su venti incisioni della grande suite dei Segatores in cui mostra le sofferenze dei contadini. A Matera lavora ai venti pannelli di Morte e Nascita degli Innocenti e Passarono e sceglie una pittura che diventa scultura tramite l’antica tecnica artigianale della cartapesta, una materia nuova che la città gli fa conoscere facendolo scoprire la tridimensionalità. L’artista adopera sempre colori vivi, netti,provenienti dalla terra, li sbriciola con le mani fino a renderli pigmenti in polvere. Era solito dire: “I colori parlano, ci parlano”, perché affermano sentimenti, stati d’animo, ogni colore ha un suo significato. Il colore per me ha un’anima non è soltanto materia d’uso.
Egli si contrappone al formalismo e all’astrattismo creando una pittura umanista…che ha saputo caratterizzare attraverso Il segno, la forma e il colore.
Muore a Parigi nella sua casa di Mugens il 24 dicembre del 1900