Ascoltare i nostri luoghi, perchè solo così non perderemo l’identità che li rende unici e irripetibili e riscoprire il vicinato, la più grande forma di democrazia espressa proprio nei Sassi di Matera, la città considerata da Togliatti e De Gasperi “vergogna nazionale”. E’ il messaggio lanciato a Matera durante lo spettacolo teatrale “Parola di malato”, presentato nel tardo pomeriggio nella corte dell’ex ospedale San Rocco dalla compagnia teatrale “Centro mediterraneo”, diretta dal regista e attore lucano Ulderico Pesce. In scena l’eccellente musicista e cantante Daniela Ippolito, che ha avviato la rappresentazione con un rosario cantato di Oliveto Lucano, Patrizia Minardi nel ruolo di Luisa Levi, sorella del più noto Carlo Levi, esiliato da Torino in terra lucana, Maria Iacovuzzi nei panni di Anna vena, occupatrice delle terre di Montescaglioso e Ulderico Pesce nel ruolo di Rocco Scotellaro, che proprio in una cella della struttura di piazza San Giovanni fu rinchiuso in seguito all’arresto, quando l’ex ospedale San Rocco era diventato un carcere, dal 1749. Lo spettacolo è stato realizzato in collaborazione con il Museo della Arti sanitarie di Napoli, nell’ambito della mostra “Scienza, carità, arte negli antichi ospedali d’Italia” allestita nei locali dell’ex ospedale San Rocco. E la rappresentazione rievoca anche storie legate alla Sanità lucana, sopratutto attraverso il ricordo di antichi medici illuministi lucani dell’800 tra i quali Giovanni Ninni e Guidone, che hanno fatto della medicina la loro missione e la loro professione a Napoli e non in Basilicata e il tema della migrazione sanitaria, che già all’epoca era evidente perchè i ricchi si potevano curare altrove mentre all’ospedale San Rocco si recava solo la povera gente.
La struttura ospedaliera, come è noto, dal 1749 fu adibita a carcere: un luogo della sofferenza e della privazione della libertà per uomini e donne che nelle terre del Mezzogiorno difendevano la terra e il pane.
La compagnia di Ulderico Pesce con questa performance parla del luogo, dell’ospedale abitato da quattro personaggi, testimoni del territorio lucano.
La prima figura è di Luisa Levi, in Basilicata nel 1935 per trovare il fratello Carlo, esiliato; una neuropsichiatra infantile di fama nazionale. Venendo a Matera resterà sbigottita dalle condizioni igienico sanitarie della popolazione; scendendo nell’Inferno dantesco dei Sassi, vedrà bambini malati di tracoma, Kalazar, febbre nera: registrerà una mortalità infantile di oltre il 43%, Luisa evidenzierà l’assenza dello Stato; e nella mostra vediamo ancora esposto, nella parte superiore dell’ex Ospedale S. Rocco, il chinino di Stato, di cui anche soltanto poche gocce sarebbero bastate per salvare centinaia di vite umane.
Un’altra figura portata in scena è quella di Rocco Scotellaro, che nel ’47 riuscì a far costruire a Tricarico un ospedale, lui che morirà a Portici, a seguito di infarto.Rocco Scotellaro, in questo luogo, nell’ex Ospedale S. Rocco, dovette scontare una ingiusta pena. In una stanza, oggi adibita alla esposizione degli attrezzi della medicina condivisa con altre 17 persone.
Nella rappresentazione irrompe poi, Anna Avena, finita in carcere, presso questa stessa struttura, come tate donne della campagna di Montescaglioso, Irsina e San Mauro Forte che, si ribellarono alle tasse troppo alte ed ingiuste imposte sulla terra e sul grano…
“Parola di malato” è la parola di chi ha sofferto in luoghi che oggi sono ancora visibili a chi, come noi, grazie alla scienza e al progresso che allieva il dolore dell’uomo, può comprendere, condividere tramandare la memoria di luoghi, dopotutto, importanti come gli ospedali.
La fotogallery dello spettacolo “Parola di malato” con Ulderico Pesce (foto www.SassiLive.it)