E’ in programma giovedi 23 novembre, con apertura del sipario prevista a Matera alle ore 20 presso l’Auditorium della Parrocchia Cristo Re (ingresso con contributo libero), la rappresentazione teatrale “I due di Emmaus”. La Capitale della Cultura è stata scelta per accogliere la prima integrale della piece, che, per la versione ridotta, aveva avuto un altro importante scenario di anteprima al Meeting di Rimini.
C’è un’importante coincidenza: il percorso sinodale da poco avviato dalla Diocesi di Matera-Irsina ha messo a tema proprio la figura dei due discepoli di Emmaus. Non solo: come annunciato nelle scorse settimane, anche il concorso per la scelta del bozzetto del carro in cartapesta del 2 luglio sarà dedicato dei due Emmaus.
Un momento perfetto per partire da Matera. Lo ha detto, scherzosamente, il regista Otello Cenci, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, tenutasi martedì pomeriggio a Palazzo Lanfranchi. “Avevamo pensato a una location importante per la prima di questa nostra rappresentazione. Non abbiamo avuto la disponibilità di un teatro, ma il contesto, la Capitale della Cultura, e la bella coincidenza del tema sinodale, fanno passare tutto questo in secondo piano”.
Non casuale, peraltro, è stata la partecipazione alla conferenza dell’Arcivescovo di Matera-Irsina, Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo. L’Arcivescovo ha colto l’occasione per parlare del cammino sinodale appena avviato, che avrà il suo culmine nel 2019, e annunciare alcune importanti iniziative della Diocesi di sostegno al bisogno, tra cui la costruzione di 16 mini appartamenti che daranno una casa a famiglie indigenti del territorio.
“Il nostro cammino sinodale – ha detto l’Arcivescovo – pone al centro proprio la vicenda umana dei due di Emmaus, i discepoli che vanno via da Gerusalemme delusi per quello che è appena successo, cioè la crocifissione e morte di Cristo. La loro delusione è la delusione di tutti noi. In questo cammino deluso li raggiungerà il Signore. Il Sinodo è proprio questo: raggiungere chi cammina e camminare insieme a lui e perciò anche prenderne in carico le sofferenze, le problematiche, le attese”.
Ha presentato la conferenza il giornalista Pino Suriano. Rosa Maria Benevento, presidente del Centro Culturale promotore dell’evento, “Fontana Vivace”, ha spiegato il senso dell’iniziativa: “Proviamo a fare cultura partendo dall’esperienza: quando uno di noi vive un’esperienza concreta, forte, bella o brutta, come una malattia di una persona cara, proviamo a proporre un momento culturale che la metta a tema e ci aiuti a guardarla meglio. Per noi la cultura parte dalla vita, da ciò che ci tocca nella carne”.
“La rappresentazione è un po’ come Aspettando Godot – ha detto il regista Otello Cenci parlando della piece – lì però si aspetta qualcuno che ancora deve arrivare, qui qualcuno è già arrivato, Gesù”.
Gli attori Andrea Carabelli e Giampiero Bertolini hanno offerto alla stampa un piccolo ed esilarante saggio di quella che sarà poi la rappresentazione. Presente anche il coautore Giampiero Pizzol, che ha scritto il testo assieme a Cenci (immagini e animazioni di Massimo Ottoni).
Piccolo spoiler: il racconto parte dopo che i due di Emmaus hanno incontrato Gesù. E adesso, cosa si fa? E’ la condizione del cristiano oggi. “Il cristianesimo è stato già annunciato, ce lo abbiamo in casa, ma è ancora una proposta interessante?”. L’ipotesi di chi ha ideato la piece è decisa: sì.