Il regista e attore materano Antonio Montemurro in una nota inviata alla nostra redazione ringrazia il professore materano Giovanni Caserta per quanto dichiarato attraverso il nostro portale di informazione sui progetti approvati e finanziati per gli eventi di Matera capitale europea della cultura 2019.
Di seguito la nota di Antonio Montemurro e quella già pubblicata di Giovanni Caserta
Carissimo Professore,
leggere il suo articolo pubblicato su SassiLive dell’amico Michele Capolupo, è stato per me un momento di grande commozione: mi ha finalmente promosso …in seconda B. E’ per questo che sento il bisogno di ringraziarla. La ringrazio anche per quei primi anni sessanta, al liceo, che ci videro lavorare nella stessa aula, lei alla cattedra, io fra gli ultimi banchi. Il Professor Giulio Boiano, di Latino e Greco, salernitano, ci leggeva in classe brani delle commedie di Plauto e di Terenzio, gettando quel seme che avrebbe prodotto in me l’amore per il teatro. Me ne innamorai ancor più l’anno dopo, con lo studio dei tragici greci e di Goldoni. Lei intanto era stato trasferito in altra scuola. Ho ritrovato nel mio libro di letteratura greca i ritagli di giornale che recensivano le tragedie greche, che allora una televisione certo migliore dell’attuale proponeva a tutti: chi non era mai stato a teatro, come mia madre, aveva finalmente la possibilità di avvicinarsi ai classici, rimanendone stupefatta. Ricordo che fu proprio mia madre che mi annunciò che in televisione avrebbero dato le commedie di Eduardo … Da allora la passione per il teatro non mi ha più lasciato. Divenuto a mia volta professore, ho prodotto con i miei alunni, prima al liceo scientifico, poi al classico, Vita di Galilei di Berthold Brecht, Il sindaco del rione Sanità di Eduardo, Le troiane e Medea di Euripide. Ho potuto constatare, attraverso queste esperienze con i ragazzi, le enormi potenzialità del teatro nella formazione dei giovani. Ho ritenuto perciò, nel 1994, quando avevo poco più di quarantanni, di fondare un’associazione culturale che facesse teatro qui a Matera. Come lei ricordava, ho fatto anche teatro in vernacolo materano, (Fave e cicorie, Non abbiate paura dei morti etc.) e teatro in lingua. Ricordo, a questo proposito, Il Pozzo, tratto da un suo bellissimo racconto, che narrava la storia del materano Rocco Tataranni, emigrante … Mi scuserà, Professore, ma non ho voglia di commentare il resto del suo articolo. Sono così amareggiato, che potrei dire cose spiacevoli. Non è il caso. In fondo sono rimasto all’ultimo banco. L’importante, oggi come allora, è esserci. Stasera ho le prove del mio “Pitagora e Ippaso da Metaponto”. Ippaso appunto, un altro materano dimenticato …
La saluto con l’affetto di sempre, Professore.
Progetti per Matera 2019, Giovanni Caserta: “Sei materano? Non vali. Sei forestiero? Vali. Sei materano che vivi fuori? Ti sei rifatto. Vali”
Lo storico materano Giovanni Caserta in una nota entra del progetto “La poetica dei numeri primi” che ha visto protagonista il matematico Odifreddi segnalando analoghe iniziative proposte a Matera e Metaponto dal gruppo teatrale Talia Teatro di Antonio Montemurro e dell’artista Salvatore Sebaste a Matera e Bernalda. Di seguito la nota integrale.
Se materano? Non vali.
Sei forestiero? Vali.
Sei materano che vivi fuori? Ti sei rifatto. Vali.
Queste malinconiche domande con risposta, in verità non nuove, mi son venute in mente leggendo del programma organizzato dal matematico Odifreddi. Voglio dire della Poetica dei numeri primi. Da Pitagora agli algoritmi”, titolo suggestivo ma anche un po’ misterioso, come spesso usano fare i matematici.C’entra, ovviamente, Odifreddi, curatore del progetto, nome di grande valore. C’entra Piero Angela, grande comunicatore e benemerito informatore, maestro di milioni di italiani, che ricordiamo giornalista dell’”Espresso”, quando questo eraun foglio grande quanto un lenzuolo. C’entra anche il premio Nobel per la letteratura, rispondente al nome di JohnCoetzee; e c’entra Nicola Piovani, premio Oscar. Seguono altri sedici nomi di artisti, giornalisti e ancora matematici.
Mi sono domandato perché fra questi illustri nomi, e per un evento tanto ricco di eventi, che abbracceranno il lungo periodo che va dal 21 giugno al 31 ottobre, mi sono domandato – dicevo – perché non si è riusciti a trovare un posto, anche un angolino – mi scusino gli interessati – per Antonio Montemurro e Salvatore Sebaste, sicché potessero assidersi fra tanti grandi.
Antonio Montemurro è noto ad una gran folla di materani. Biologo di professione, di formazione classica, innamorato di teatro, ha i suoi amori prediletti in Eschilo, Sofocle e Euripide. Poiché dall’amore per i grandi tragici greci è nato l’amore per il teatro, negli anni scorsi – tanti – Antonio, direttore di Talia Teatro, ha offerto molti suoi spettacoli, per primo ricorrendo,a volte, al dialetto materano, non confuso, come altrove, con la volgarità. Nobile operazione. Ma ha fatto di più, perché ha voluto anche cimentarsi con la presentazione di grandi autori, compresi i greci, portati tra gli anfratti dei Sassi. Vi pare poco? Va a suo merito il fatto che, essendo stato anche insegnante, cioè educatore, va a suo merito – dicevo – il fatto che ha usato il teatro anche a scopo terapeutico. Recentemente l’ho incontrato nel suo, privato teatrino, allestito a spese sue nei Sassi,in occasione della presentazione dei risultati del suo laboratorio con giovani e non giovani Aveva la barba lunga, per la quale si è scusato, spiegando che – guarda un po’ – per questa estate, nell’anno di Pitagora 2019, sarà Pitagora in una pièce dal titolo Pitagora e Ippaso di Metaponto, la cui rappresentazione è fissata per i giorni 20,25 e 30 luglio a Metaponto e, per i giorni 3,10 e 19 agosto a Matera. “Toh! – mi sono detto. – Ma non siamo nell’ambito del progetto Odifreddi? Non ci poteva essere un angolino per lui? Così si incoraggia la cultura materana, quella che produce e non orecchia soltanto (quando pure orecchia e non sgranocchiakruscki),
Quanto a Salvatore Sebaste, pur di origini leccesi, è materano da sempre e alla vita culturale materana, compresa la mitica Scaletta tanto celebratadal nostro Sindaco, ha dato moltissimo. Pittore, scultore, storicodell’arte, professore,molto,sia come pittore sia come scultore, ha fatto negli ultimi due anni- guarda caso – per la commemorazionee celebrazione di Pitagora. Haanche tentato, prima del progetto Odifreddi, il connubio arte –matematica.Oltre due anni fa, lunedì 27 febbraio 2017, ore 16, presso il complesso “Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci”, si presentò alla stampa “MatematicArte”, un suo affascinante viaggio nella storia della matematica attraverso ventitré pitto-sculture.E sapete chi presentava? Nientemeno che Odifreddi. Invece, quodattinet ad Pythagoram, giovedì 21 giugno 2018, un anno fa, alle ore 17:30, presso la sala “Laura Battista” della biblioteca “Stigliani” di Matera, l’associazione culturale “La spiga d’oro” di Metapontopresentava il video “La Porta di Pitagora a Metaponto Lido”, opera di Salvatore Sebaste,inaugurata il precedente primo maggiosul lungomare di Metaponto Lido: opera d’arte in acciaio dalle notevoli dimensioni strutturali, che celebra la figura del filosofo di Samo.
E’ l’ennesima riprova, insomma, e lo diciamo con rammarico, che Matera in questa veste di capitale europea della cultura, è solo un comodo contenitore per tutti, tranne che per i materani. Né gli invitati, grandi nomi, arrivano qui – suppongo – per francescano amore della città. Con amarezza abbiamo a lungo riflettuto e cercato la ragione di tanta cura ad escludendum. La risposta che più volte ci è stata data è che, essendo Antonio e Salvatore nati prima del 2014, non appartengono, di fatto, a “Matera città culturale”, che a quella data era inesistente. Non sono quindi“abitanti culturali”. E’ d’uopo, quindi, cercare fuori. A meno che- si è aggiunto – non si tratti di materani andati altrove e lì finalmente liberati della triste scorza trogloditica. Non ci vogliono esempi; non ci vogliono nomi. A volte, caro Antonio, caro Salvatore, sono vostri compagni di scuola, magari nemmeno tanto brillanti.
P. S. A Matera, caro Antonio, voglio venire a sentirti. Sono curioso di sapere chi era questo benedetto Ippaso. Sei contento?
Nella foto Antonio Montemurro durante uno spettacolo teatrale