Qualche anno fa girovagando per New York ho incontrato un murale su cui c’era scritto: “I Love the Bronx”. Da quel momento mi sono interrogato piu volte sul rapporto tra “centro” e “periferia”. Da questa riflessione è nato un progetto teatrale, un lavoro di ricerca condiviso con attori, musicisti e un disegnatore che ci ha permesso di scoprire storie incredibili, passioni, sogni, amori, madri, perdite e rinascite. (Nicola Ragone, regista).
Tre spettacoli in un progetto di teatro itinerante che porta in scena le storie là dove sono nate. Una riflessione sul concetto di periferia per puntare i riflettori sulle narrazioni quotidianamente generate nelle aree al margine. Prodotto dalla rete “Underground” (Onirica S.r.l., Fargo Produzioni e Blu Magma Factory) con il sostegno della Regione Basilicata, “I love the Bronx” si pone come un esperimento di arte pubblica di grande valore sociale ed emotivo.
Prendendo in esame, come punto di partenza, il quartiere periferico per antonomasia: il Bronx di New York, controverso e stigmatizzato – centro di una vita che rigetta la vita del Centro – ci accorgiamo subito che il confronto con i sobborghi del sud Italia non regge.
Quindi non esiste un Bronx nostrano? Si e no, poiché la perifericità è un concetto mutevole.
Non esiste se pensiamo che nelle metropoli i sobborghi si manifestano come alveari umani, costretti a fronteggiare sovrappopolazione, criminalità e scarsa qualità delle condizioni di vita, mentre i luoghi al margine nel sud Italia sono quelli dell’assenza e dell’abbandono, paesaggi di frontiera tra la campagna e il paese. Vivono al di là della vita stereotipata.
Ma può esistere un Bronx se consideriamo che questi luoghi bramano di essere raccontati, con tutte le loro contraddizioni: storie di riscatto, di accoglienza e multiculturalismo, malgrado spesso attanagliati dalle difficoltà nello stare al passo coi tempi, dal sentimento di fedeltà al proprio habitat che rende restii al cambiamento.
Come il Bronx newyorkese, osannato dagli artisti per la cultura underground generatrice di avanguardie e per la grande umanità celata tra le sue mura, così la perifieria lucana si mostra attraverso le voci degli abitanti della Contrada Cerasofia di Lauria (PZ), del quartiere Bucaletto di Potenza, della zona industriale di Tito (PZ), del borgo rurale Macchia di Ferrandina (MT).
Un lavoro di ricerca attuato nel corso di una residenza artistica per attori che ha generato quattro testi teatrali – suddivisi in tre spettacoli – nati dai laboratori di scrittura partecipata con gli abitanti che, ricordando e raccontandosi, hanno ricostruito un mondo a rischio sgretolamento.
Gli spettacoli teatrali, diretti dal regista Nicola Ragone, vedono la partecipazione alternata degli attori Annarita Colucci, Ilenia Ginefra e Giuseppe Ragone e i disegni dell’artista Giulio Giordano, con le interazioni musicali di Federico Leo e di Piove, artista musicale Avant Pop dall’identità nascosta.
In occasione della prima data a Lauria il 18 febbraio sarà possibile visitare la mostra dal titolo “Suburbana”del fotografo Giuseppe Velardi.
Le testimonianze raccolte sotto forma di video-interviste nei giorni della residenza, porteranno alla realizzazione di un documentario contente il racconto originale di queste storie di vita vissuta.
PER INFO E PRENOTAZIONI CLICCA QUI
Programma
18 febbraio 2023 – ore 18,30
Sala Di Sipio – I.I.S. N. Miraglia, Lauria (PZ)
I LOVE THE BRONX – Contrada Cerasofia, Lauria
Con: Annarita Colucci
Musiche: Federico Leo
Regia: Nicola Ragone
25 febbraio – ore:19,00 (in replica il 26 febbraio – ore: 19,00)
Centro per la creatività “Cecilia”, Tito (PZ)
I LOVE THE BRONX – Bucaletto e zona industriale di Tito
Con: Ilenia Ginefra
Live painting : Giulio Giordano
Musiche: PIOVE.
Regia: Nicola Ragone
4 marzo – ore: 19,00
Cineteatro “Mimì Bellocchio”, Ferrandina (MT)
I LOVE THE BRONX – Macchia di Ferrandina
Con: Giuseppe Ragone
Musiche: Federico Leo
Regia: Nicola Ragone