L’edizione 2016 è stata “emozionante, densa di cultura, fantastica e magica. Sorprendente!” . Ecco come racconta e sintetizza il denso mese di agosto il lungimirante Sindaco di Colobraro, Andrea Bernardo. “Sogno di una notte a…quel paese” si è tenuto tutti i martedì e i venerdì del mese di agosto, dalle ore 18.00 alle ore 22, i percorsi si susseguivano per ben cinque volte ogni sera e l’evento ha fatto registrare 18 mila presenze.
Tra i ricordi, degni di nota, i complimenti e il gagliardetto ricevuti venerdì 26 agosto, contemporaneamente, dai Lions e dai Rotary di Mottola e Massafra. Il sindaco ha ringraziato anche il direttore dell’APT che un mese fa ha inserito l’evento tra imacroattrattori regionali. Ma sottolinea anche i complimenti dei numerosi turisti, che hanno sfidato vento, pioggia e afa per visitare Colobraro e vedere lo spettacolo. “Comunque – sottolinea il sindaco – ogni piccolo complimento ricevuto ci riempie di gioia e da lo smalto per proseguire e migliorare. Colobraro nel cuore sempre, perché permette di sognare, sempre, tutti i giorni, da quando sono bambino, grazie alle sue bellezze naturalistiche, ai suoi panorami, ai suoi beni architettonici, al calore delle nostre genti, alla tranquillità che infonde, al profondo senso umano che qui ha la vita, alle tante opportunità e sfide da cogliere e concretizzare vivendo qui.
La sesta edizione ha fatto registrare la presenza del riconfermato regista Giuseppe Ranoia. E’ tratto dagli scritti di Ernesto De Martino oltre che da racconti della tradizione orale popolare, mentre il copione del percorso teatrale è scritto dallo stesso regista.
“La storia è ambientata in un passato immaginario – ha affermato Ranoia – laddove trovano giusta collocazione storie di apparizioni, di monachicchi, affascini, fatture e magie in genere. Il tema portante è ovviamente la magia nelle sue articolazioni locali e descritte per lo più, da Ernesto De Martino nel suo “Sud e Magia” in seguito alla spedizione che effettuò tra il 1952 e il 1956 in Basilicata. Parte di alcuni episodi sono anche suggeriti dalla mia esperienza diretta e che ha contribuito anche alla mia formazione attuale. La forma della drammaturgia è la comicità, ma non è bandita la riflessione lasciata ad alcuni momenti particolari. Quest’anno ho voluto condividere le riflessioni relative alla prima guerra mondiale che tanto ha segnato la storia della nostra regione, contribuendo a quello smarrimento che, secondo proprio il De Martino, è poi il fondamento della magia popolare e della sua ritualità”
Un soldato accompagna gli spettatori con la lettura di stralci di lettere originali dal fronte del 15-18. Lo stesso giovane è il protagonista di una travagliata storia di amore, forse resta ammaliato o forse è vittima del “colpo di fulmine”. Casualmente, Egidio, studente sin da piccolo fuori regione, dovendo raggiungere il facoltoso zio a Colobraro e smarritosi per le campagne del paese incontra nel buio della notte Concettina con la quale flirta.
L’amore appena sbocciato tra i due viene interrotto dal fratello di lei, Pietro, che ritrova i documenti del giovane smarriti nella colluttazione. Le guide del percorso teatrale accolgono il giovane che vedendolo agitato alla comparsa della madre di Concettina, alterata per l’episodio, decidono di accompagnarlo a casa dello zio, don Vincenzo De Cimma. La madre di Concettina vuol far preparare un filtro d’amore per legare l’ex fidanzato e confinante di proprietà che venuto a conoscenza dell’episodio, lascia Concettina rompendo il fidanzamento. Tra le varie storie di masciare, di monachicchi si arriva dalla masciara che produce il filtro d’amore che dovrà essere bevuto solo da chi poi sposerà Concettina. E così, in un momento di distrazione della madre, la giovane innamorata preleva il filtro e lo fa bere a Egidio. La disperazione della madre è tanta essendo che i sogni di possesso derivanti da un eventuale matrimonio con l’ex fidanzato di Concettina, svaniscono. La donna ringalluzzisce allorquando viene a conoscenza della vera identità di Egidio, nipote di un grande facoltoso di Colobraro. Così tutti vissero felici e contenti”.
Lo spettacolo si chiude con la famosa scena del morto in cui una famiglia scalcinata per gabbare il padrone di casa inscena un funerale con la complicità del pubblico che inscena sia la salma che le prefiche piangenti attorno al defunto.
Un lavoro intenso e coinvolgente: “Le prove iniziano a primavera solitamente, dopo la stesura del copione e compatibilmente con la presenza in loco degli attori (tra cui studenti universitari fuori sede). Ogni volta si inizia col laboratorio relativo al copione dell’anno e i neofiti vengono avviati da me e da Emanuele Asprella, mio collaboratore e regista assistente. Le emozioni sono tante e forti, soprattutto nel vedere le reazioni delle decine di migliaia di persone . Emozioni intense, vere, pure. È difficile anche definirle! Ma fondamentalmente sono emozioni divine!”
Cast: Guide • Nicola Modarelli • Luca Celano • Rossella Bonito • Rosanna Mango • Concetta Sarlo Soldati • Michele Giordano • Giuseppe Lucarelli Bambino – guida • Gaetano Modarelli Bambino che annuncia la guerra • Antonio Virgallito Monachicchi • Francesca Celano • Rosa Mango Cattera • Laura Virgallito • Laura Labriola Cumma Alfonsina • Alfonsa Bianco Concettina • Francesca Bernardo Donna alla finestra • Antonella Fiorenza Zia Fortunata • Stella Clarizio Lidia • Lidia Virgallito Cumba Giovanni, marito di Lidia • Giovanni Lauria Pietro, fratello di Concettina • Nicola Modarelli jr Ricamatrici • Nunzia Viceconte • Lucia Virgallito • Francesca Virgallito • Carla Modarelli • Arianna Cafaro Don Raffaele, parroco • Emanuele Asprella Chierichetto, nipote di don Raffaele • Rocco Pio Lateana Donna che accusa il parroco • Teresa Milione Cumba Antonio • Tonino Bellitto Cumba Giuann • Pasquale Virgallito Padrone di casa • Enzo Modarelli Vicina di casa • Anna Scarati Donna di chiesa • Giuseppeina Calavoia