L’attore e regista materano Antonio Montemurro della compagnia Talia Teatro, attiva da 26 anni sul territorio materano, ha inviato alla nostra redazione il testo di una lettera aperta ai politici locali per provare a far ripartire gli spettacoli teatrali nella città di Matera. Di seguito la nota integrale.
Mi capita di leggere dalla stampa: “ Il 15 di giugno prossimo in Italia riaprono i teatri!”, Bene. Nell’ipotesi che c’entri anche Matera, mi chiedo e vi chiedo se questa riapertura rientra nelle preoccupazioni di qualcuno di voi o se invece, fra le tante cose serie e prioritarie che ci sono da fare, non sarà certo il teatro locale a figurare fra i vostri interessi. Vi chiedo se per la prossima estate, virus permettendo, non si possa pensare di mettere a disposizione delle Associazioni locali che si occupano di teatro, di musica, di danza o di altre produzioni artistiche … due palcoscenici, uno sulle terrazza Lanfranchi, l’altro al parco del Castello Tramontano, con le sedie per il pubblico. Il tutto sistemato secondo le norme vigenti. Non si chiede danaro, ma solo le condizioni minime per gli allestimenti. Questa modalità, nella vicina Puglia è prassi sedimentata ormai da anni. Questo al fine di permettere alle compagnie locali di rappresentare i loro lavori, facendo eco alle richieste esplicite di tanti cittadini materani che ci chiedono insistentemente cosa stiamo preparando. Un altro aspetto positivo non trascurabile è quello di dare lavoro ai tecnici, che vivono di manifestazioni di questo tipo, fornendo l’audio, le luci e quant’altro occorra per gli allestimenti. Mi faccio aiutare in questa mia richiesta da un grande uomo di teatro del secolo scorso, Paolo Grassi, che così scriveva: “ Il teatro, per la sua intrinseca sostanza, è, fra le arti, la più idonea a parlare direttamente al cuore e alla sensibilità della collettività. Noi vorremmo che autorità e giunte comunali si formassero questa precisa coscienza del teatro, considerandolo come una necessità collettiva, come un bisogno dei cittadini, come un pubblico servizio alla stregua della metropolitana o dei vigili del fuoco.” Le parole di Grassi ci fanno capire come il problema sia antico e come non sia stato facile, in passato, “convertire” i politici milanesi di allora alla sensibilità per il teatro. Mi auguro che i politici materani di oggi non somiglino ai loro colleghi milanesi di un tempo. Faccio bene?