“Storie brevi – nulla di troppo intimo”. E’ lo spettacolo performance scritto e portato in scena questa sera da Maria Giulia Serantoni e Maria Focaraccio con suono e disegno luci di Andrea Parolin nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi a Matera.
L’evento rientra nell’ambito della rassegna estiva Rinascimento Fuori Orario, promossa dal Polo Museale della Basilicata e dalla Fondazione Matera – Basilicata 2019 da luglio a settembre 2019.
Il primo appuntamento dedicato alla danza contemporanea della rassegna, giunta al suo terzo anno e organizzata in collaborazione con Iac (Centro Arti Integrate), Cinergia, Basilicata 1799, Associazione Vulcanica, Associazione Multietnica, ha visto in scena due giovani danzatrici oggi residenti a Berlino (ma una di origini milanesi e l’altra lucane), già affermate a livello internazionale e ospiti in festival prestigiosi (come il Roma Europa Festival 2019).
Lo spettacolo, ideato e interpretato da Serantoni e Focaraccio, genera forme dialogiche che compongono frammenti coreografici dove la sempre diversa relazione tra le danzatrici mappa un’invisibile costellazione nello spazio, definendo codici di possibili nuovi lessici.
Attraverso la sincronia, il contatto, il confronto, sovrapposizioni ed incastri i corpi delle due interpreti diventano territori dove tracciare connessioni.
La performance esprime il continuo confronto tra i corpi delle due danzatrici che alla fine del percorso arrivano a spogliarsi metaforicamente e fisicamente di tutte le sovrastrutture e le resistenze.
Il duo si confronta con il tentativo di andare aldilà del senso più comune di antinomia e
contrapposizione. L’etimologia della parola dialogo (dal greco dia – in mezzo a/fra – e logos – nella sua accezione più ampia ragione/significato/parola-) supporta la natura della ricerca; l’aspetto che emerge come caratteristico del dialogo, infatti, è la sua medietà, il suo stare in mezzo, il suo dividere unendo.
Ogni incontro e connessione genera una possibilità per il superamento dell’antitesi: l’eterogeneità si fa fonte di scambio, la divisione diventa condivisione e partecipazione, l’alterità coesione e complicità.
E’ possibile osservare il dualismo dei corpi come sintesi dei meccanismi di relazione?
La scelta del frammento come strumento per svolgere l’intreccio offre la possibilità di esulare da un’organizzazione narrativa lineare e concentrare l’atto performativo sull’essenza dell’azione, ponendo lo spettatore in uno stato di osservazione, analisi e compartecipazione all’esperimento sulla dualità.
“Storie brevi – nulla di troppo intimo” apre volutamente spazio ai dubbi, alle esitazioni ed ai malfunzionamenti; nelle pause, negli spazi mancanti, nei silenzi, nei non-detti si celano i fragili meccanismi che dispiegano la successione degli eventi, dove il pensiero e l’azione vengono sospesi per lasciare riverberare l’eco di ciò che è appena stato.
In questo susseguirsi di atti, la simultaneità di esistenze parallele scrive una coreografia
dove linee e materia, insuccessi e giochi collidono, facendo vibrare prospettive sempre
nuove e differenti.
La performance si è conclusa con una scena di nudo.
La fotogallery di “Storie brevi – nulla di troppo intimo” (foto www.SassiLive.it)