Si è conclusa tra gli applausi e con una grande risposta da parte del pubblico questa strabiliante VI edizione di Teatro dei Calanchi, tanto che è stata annunciata una doppia replica di “Desdemona” prevista per sabato 14 agosto. Due spettacoli, due differenti suggestioni per dare allo spettatore la possibilità di scegliere se fruire della bellezza dei Calanchi al calar del sole, quando i giganti d’argilla si tingono d’ambra, oppure in notturna, quando questi s’infiammano della luce di fiaccole e stelle.
Nata dall’idea visionaria dell’attore e regista Daniele Onorati che ha visto in un luogo apparentemente deserto e difficile un teatro, e dalla caparbietà dei tanti volontari che credono nel progetto e con grande sacrificio e devozione ogni anno fanno sgorgare arte dall’argilla, il successo di questa kermesse risiede in alcuni elementi chiave che costituiscono la sua filosofia.
L’evento si svolge tra i Calanchi di Pisticci, un luogo per sua conformazione arido e inospitale, ma allo stesso tempo pittoresco e affascinante, al quale attori e spettatori si approcciano come fosse un tempio. Teatro dei Calanchi è infatti un evento totalmente unplugged perché attori e musicisti non si avvalgono di alcuna forma di amplificazione della voce e l’inquinamento audiovisivo è ridotto al minimo.
«Il gesto artistico non passa attraverso un muro di volume, ma viene consegnato direttamente nelle mani degli spettatori». Queste le parole di Daniele, che ha fatto della dell’autenticità un cavallo di battaglia, ormai diventato una prerogativa dei suoi spettacoli.
I trucchi e le acconciature sono realizzati avvalendosi dell’argilla stessa, e i costumi sono ricavati a partire teli in puro cotone, scarti di lavorazione aziendale. Si tratta di vere e proprie opere d’arte ecosostenibili.
Inoltre, ogni anno il programma teatrale a cielo aperto, frutto di una scrupolosa ricerca, si fa più ricco.
Quest’anno, in particolare, il “Teatro di Aracne” e il “Teatro del Delirio”, spazi calanchivi allestiti ad hoc con caratteristiche sedute di paglia, hanno ospitato cantanti e musicisti estranei al panorama commerciale, che hanno regalato al pubblico performance diverse e coinvolgenti. Parliamo di Tiziano Sgarbi, che con la sua chitarra ha portato sul palco storie di poetico girovagare tra Europa e USA, di Zanotti e Kanuteh che hanno toccato il cuore del pubblico maneggiando sapientemente strumenti di rara bellezza come kora, batteria e mbira e di Sinopia – The Node, uno spettacolo di danza contemporanea che ha completato il quadro delle arti portate in scena durante questo eclettico festival della cultura.
Attenzione e massima cura del dettaglio sono destinate alle pièce teatrali inscenate dai bravissimi attori di TeatroLab, formatisi nel laboratorio di arte scenica che da più di un decennio promuove la cultura teatrale in Basilicata. In questa VI edizione “Delirium”, teatro dell’assurdo, ha portato lo spettatore a guardarsi dentro e a specchiarsi in ciò che accadeva sul palco più che a ricercarne il senso, mentre “33 esercizi di stile” è stato un vertiginoso viaggio di musica e parole attraverso 33 personaggi, voci e stili.
A conclusione delle sei serate è andato in scena “Desdemona”, un adattamento del dramma universale di Shakespeare “Otello”. I protagonisti hanno voluto creare una connessione tra questa tragedia del passato e l’educazione al rispetto della dignità della donna, ancora poco affermata ai giorni nostri, affinché nuove Desdemona non vengano annoverate nella storia.
Una novità di quest’anno è stata “Siamo argilla”, il laboratorio di azione teatrale che ha portato gli spettatori a vestire i panni di attori e a padroneggiare gli spazi scenici da veri protagonisti, trovata che ha riscosso grande successo, interesse e partecipazione.
Costante delle sei serate un tour alla scoperta delle bellezze naturalistiche e della fauna dei Calanchi, con il supporto di guide escursionistiche specializzate.
«Teatro dei Calanchi», spiega il suo organizzatore, «è un altare all’arte indipendente. Questo significa essere svincolati da legami servili con la politica, essere esenti dai condizionamenti dei grandi distributori d’arte, evitare rapporti con quell’arte che punta all’idolatria invece che alla catarsi, ma volersi porre piuttosto come trampolino per i tanti talenti artistici che vivono in questa terra affetta da un’ingiustificata e tremenda sindrome di inferiorità. Ci si augura di stimolare nel tempo un sano mecenatismo che ci consenta di tenere saldi i nostri valori e sempre più ferme le nostre intenzioni.»
Info e prenotazioni su: https://www.teatrodeicalanchi.com/