Sulla possibile vendita del teatro Duni al Comune di Matera riceviamo e pubblichiamo una nota di Giovanni Carnovale, uno dei soci del teatro. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Giovanni Carnovale. “Non tutti i soci vogliono vendere. Invito al sindaco di Matera”.
Il sottoscritto prof. Giovanni Carnovale, figlio di Maria Andrisani, ha appreso con stupore e dalla stampa di un incontro, di cui non era informato, che si sarebbe tenuto la settimana scorsa, tra il sindaco di Matera ed alcuni soci della “Teatro Duni srl”e quindi a tutela delle quote societarie della “Teatro Duni srl”, che rappresenta, intende esprimere alcune doverose precisazioni, condividendo anche le numerose perplessità di alcuni cittadini di Matera manifestate in questi giorni.
Secondo le informazioni, lette sulla stampa, sembrerebbe che il Comune di Matera abbia avviato insieme ad alcuni soci della “Teatro Duni srl”le trattative per l’acquisto del teatro.
Orbene, in realtà, la societa “Teatro Duni srl” è una societa in liquidazione ed il suo liquidatore, il rag Carmelino Scalise è dimissionario ed è oramai legittimato solo all’ordinaria amministrazione, sino alla sua sostituzione.
Una società in liquidazione, inoltre, nei rapporti tra i soci ed in argomenti cosi importanti come la vendita di cespiti di proprietà, richiede almeno “ espressioni di volontà “ da determinare con assemblee straordinarie.
Lo statuto della “Teatro Duni srl” stabilisce che il quorum per deliberare su tali argomenti “sensibili” e “straordinari” , sia almeno pari e/o superiore all’ 80% del capitale sociale.
Con questa premessa, Carnovale intende sottolineare che al momento non vi è stata alcuna assemblea né alcun incarico ufficiale da parte della “Teatro Duni srl” che autorizzasse e/o delegasse alcun socio ad avviare personalmente procedure di vendita dell’immobile di proprietà ne’ tantomeno e’ mai stata convocata una assemblea sull’argomento o siano mai stati avvisati dell’incontro con il sindaco tutti soci o almeno quelli indispensabili al raggiungimento dell’80% del capitale sociale
Pertanto i soci presenti in questa “fantomatica “ delegazione della “Teatro Duni srl” hanno parlato esclusivamente e solo a titolo personale, tanto è vero che il sottoscritto sta facendo valutare i fatti accaduti dai suoi legali a tutela dei propri diritti.
Del resto le posizioni del sottoscritto Giovanni Carnovale, e quindi della parte societaria che rappresenta, sono note a tutta la città , e probabilmente coincidono, stante i commenti evidenziati in questi giorni sul web, con quelle di gran parte della cittadinanza.
Per Giovanni Carnovale il teatro Duni, voluto e costruito dal nonno, l’imprenditore Antonio Andrisani è e deve rimanere privato… e possibilmente rimanere in famiglia.
Altra cosa, sostiene il sottoscritto , può essere il tentativo di recuperare il teatro e ristrutturarlo così come lo stesso ha cercato di fare negli ultimi mesi, quando, ad esempio ha ospitato nella città dei Sassi l’amico Vittori Sgarbi che si è reso disponibile a commentare il progetto di restauro già presentato al comune di matera e per conto della società, dall’architetto Luigi Acito, o quando ha portato a Matera Oscar Farinetti, altro amico imprenditore di Carnovale talmente legato alla città di Matera, da immaginare prossimamente, nel teatro Duni un grande convegno internazionale sulla dieta mediterranea o ancora quando ha immaginato con il sindaco De Ruggieri ed un noto amministrativista di Roma un “project finanziario” che consenta il recupero del teatro Duni, utilizzando finanziamenti europei e / o nazionali e/o locali già previsti per questa destinazione e che non intacchino le tasche dei cittadini materani.
Ci piace sottolineare, inoltre, che è di prossima approvazione la “legge sullo spettacolo” fortemente voluta dal Ministro Franceschini e da tutto il governo e che potrebbe arrivare a finanziare quasi per intero le spese di restauro delle sale cinematografiche e teatrali dei centri storici delle città
Il prof. Giovanni Carnovale infine coglie l’occasione per ricordare al sindaco di Matera quanto da lui promesso più di una volta e cioè un “tavolo tecnico” permanente di approfondimento tra un delegato ufficiale dell’amministrazione che conosca bene la storia e la tradizione del teatro Duni e un rappresentante ufficiale della società, accompagnati reciprocamente da esperti e giuristi del settore.
Questa modalità, ritiene Carnovale, è indispensabile per avviare una proficua e corretta collaborazione con l’amministrazione comunale di Matera, che non lasci equivoci e per assicurare alla capitale europea 2019 il suo contenitore culturale già immaginato e realizzato più di settanta anni fa da suo nonno.
Giovanni Carnovale
Era quanto molti conoscevano tanto è che imprenditori davvero interessati a rilevare il Duni hanno fatto un passo indietro.
Ci si metta una pietra sopra al Duni e si lavori su altre soluzioni; la più realistica dati i tempi stringenti è un teatro tenda, con tutte le chiacchiere a perdere che nasceranno nei più impensati luoghi della città. Su potrebbe fare, anche, apposita convenzione con le amministrazioni comunali di Bari ed Altamura coinvolgendole, però, direttamente nelle spese che verranno sostenute per Matera 2019, non possono continuare a raccogliere solo i frutti. Ci sarebbero, ovviamente, altre chiacchiere a perdere moltiplicate in maniera esponenziale
L’acquisto a prezzo stabilito dalla Agenzia del Demanio- ex UTE- sembra doversi escludere sia perchè il bene non appare in vendita e sia perchè, cosa molto certa, non vi sarà convergenza sul prezzo.
Bisogna formalizzare il tutto.
Le soluzioni alternative sono semplicemente strampalate.
Nel caso specifico si tratterebbe di anticipare le spese di ristrutturazione permanendo la proprietà del bene in mano al privato, scalare nel corso dei decenni la somma anticipata con l’utilizzo del teatro, forse.
Una idea finanziaria semplicemente cervellotica alla quale lo Stato Italiano, malgrado lo sfascio, non è ancora arrivato, sarebbe un project- financing in cui la ristrutturazione è pagata dall’Ente Pubblico a favore di un privato , che nel caso specifico risulta poco affidabile .La Corte dei Conti e la Procura ci andrebbero a nozze.
Bisogna formalizzare il tutto, si metta una pietra sopra e si seguano altre vie che non includono l’utilizzo del Duni..
“Per Giovanni Carnovale il teatro Duni, […] è e deve rimanere privato… e possibilmente rimanere in famiglia”
Allora Sig. Carnovale in una sua prossima nota vorrà cortesemente spiegarci per quale ragione si aspetta dei fondi pubblici per la ristrutturazione del teatro privato (lo ha detto lei) del quale è socio?
Che si faccia un nuovo teatro e lo si faccia in fretta!! Di quello che dovrà essere del teatro Duni non ce ne deve fregare un bel niente! Che rimanga privato e che i soci se lo ristrutturino ( se vorranno) a proprie spese!
Una bella mente questo CarnovLe !! Ma chi si crede di essere ….arriva da roma e pensa che noi abbiamo l’anello al naso ??? MATERANI SVEGLIA ! Non facciamoci mettere i piedi in testa e loro i soldi in tasca !! Cari soci Avete ridotto Voi con la vostra gestione SCONSIDERTA ( nel senso che non avete speso un EURO PER IL TEATRO ) un gioiello di mAtera in uno stato penoso !! Avete solo incassato e non avete uscito un euro e adesso pretendete che NOI CITTADINI dobbiamo pagare la vostra proprietà privata !! Avete amici influenti ?? Allora chiedere a Sgarbi o a Farinetti un prestito e ristrutturate il teatro Duni !! I vostri genitori vi hanno lasciato una fortuna ! Non vi accontentate ancora ?? ??? Sciat’a vinn!!!!