Presentato questa sera l’anteprima dello spettacolo di Teatro musica “I Fiori di Papavero – storia dell’artista che affrescò la cripta dei cento santi” per il VivaVerdi Multikulti, giunto alla 25^ edizione.
L’evento è stato prodotto da Anteprima Teatro in Musica, ARTErìa produzioni 2021, a cura di Dario Carmentano e Grazia Lascaro, con Angela De Gaetano.
Musiche originali di Loredana Paolicelli, Orchestrazion di Gianluigi Borrelli, Nucleo Theatron Ensemble
Voci fuori campo di Nando Irene, Giovanna Staffieri, Anna Rosa Matera
Registrazioni Audio a cura di Angelo Cannarile e Francesco Altieri
Tecnico audio Mirko Macina, Tecnico luci Francesco Pompilio
Costumi Stefano Cavalleri e regia di Angela De Gaetano
sinossi
I Fiori di Papavero è un racconto ambientato nell’Italia Meridionale, durante il pe- riodo delle invasioni barbariche. Siamo nel IX sec. d.C. Si narra di una epopea drammatica, mistica e redentiva: un miracolo d’amore ed arte.
Lotte e avvicendamenti di duchi e principi per la conquista di territori e potere, fanno da cupo sfondo alle vicende della duchessa di Benevento Romilda e di suo figlio Papavero.
Una società rozza e crudele che travolgerà inesorabilmente il corso delle loro vite.
Il bambino affidato alle cure di frati benedettini, verrà chiamato Papavero per via dei suoi capelli rossi e svilupperà doti artistiche notevoli alimentate dagli insegnamenti di Fra Mariano, suo mentore e padre putativo.
Papavero, perseguitato da Radelchi, l’uomo che ha ucciso suo padre, fuggirà dal convento di Fra Mariano per rifugiarsi, nei pressi della città di Matera, in una grotta utilizzata come ricovero dalle pecore.
In questo luogo, circondato da una natura rigogliosa e preponderante, Papavero tro- verà pace e tranquillità. Qui avverrà la sua redenzione e la sua vena artistica raggiun- gerà vette elevatissime, tanto da trasformare la grotta in una delle chiese rupestri più belle e straordinarie di Matera, ancora oggi ammirata: la cripta dei Cento Santi.
Intervento della regista Angela De Gaetano
Sono rimasta affascinata dalla storia di Papavero, perché questa storia è riuscita a parlarmi dell’ineffabilità dell’arte. Fin dal primo incontro con gli autori riguardo all’ipotesi di allestimento, ho sentito l’esigenza di far ruotare la mia ricerca intorno ad alcuni concetti per me centrali nel racconto: l’arcaico, lo stupore, il corpo.
Pur avendo una collocazione temporale precisa, questo racconto è intriso di arcai- co, ossia è pregno della suggestione di un processo collettivo inconscio che nasce oltre una linea temporale definita; un processo così lontano nel tempo che sembra non riconoscere lo scorrere del tempo nel suo divenire, in quanto il tempo non gli appartiene. Il racconto si libra in una dimensione “pura”, affine a un “prima” che crea un bagliore intimo, una scintilla viva nella memoria individuale, riconnettendo l’istante presente con l’assoluto.
Nel sangue e nella violenza dei fatti di cui è vittima, Papavero incarna lo stupore, pienamente, in ogni fibra del suo essere. E’ una creatura che viene miracolata dalla sua stessa arte.
Papavero esiste in una lacrima di meraviglia, colta nell’istante in cui si fa goccia pie- na, e – solo per un attimo – è possibile scorgere al suo interno il riflesso di un mondo vivo in miniatura. Papavero è lì, in ogni goccia, fragile e potente al tempo stesso, con la sua estasi e con la sua sofferenza. L’estasi della sua arte e la sofferenza del suo corpo; corpo che si fa strumento con cui abita il mondo.
Il suo stare al mondo è essere “fuori” dal mondo, in un rapporto dinamico con la ma- teria: la sua bocca articola suoni, i suoi occhi accarezzano il paesaggio, le sue mani plasmano immagini, conducendolo lì dove le sue gambe non potranno mai portarlo.
Il poeta Octavio Paz scrive: “Albero di sangue, l’uomo sente, pensa, fiorisce e dà insoliti frutti: parole” .
Lo spettacolo, attraverso l’incedere delle parole, ri-crea tempo e spazio e, scardi- nandoli da ogni convenzione, intreccia i nostri sensi e il nostro pensiero, lasciando entrare una luce cristallina attraverso le feritoie dell’anima.
La fotogallery dello spettacolo (foto www.SassiLive.it)