L’anteprima aveva già anticipato un possibile successo. “Terra e vento”, lo spettacolo di Antonio De Rosa, autore del testo e regista, ha conquistato il consenso del pubblico. Tutto esaurito per le giornate dedicate all’evento che, in Basilicata, al Castello di Monteserico di Genzano di Lucania, ha fatto e sta facendo vivere agli spettatori una magia particolare. Numerose sono le presenze e le prenotazioni provenienti oltre i confini regionali; la vicina regione Puglia si è dimostrata molto sensibile e attratta dall’evento.
Lo spettacolo multimediale, itinerante e coinvolgente, ambientato negli anni ’50, parte dal racconto dell’emigrazione e illustra le ragioni per tornare alla terra d’origine “con lo sguardo profondo e le mani piene di semi”.
Artisti di alto profilo: 17 attori, 6 danzatori e 5 musicisti, sulle musiche di Rocco De Rosa e con la direzione tecnica e organizzativa di Tonino Lioi, si esibiscono in un contenitore paesaggistico straordinario.
Il titolo “Terra e vento” racchiude il senso della “terra” come madre e principio di ogni cosa, che indirizza il nostro sguardo e che sostiene; il “vento” inteso come movimento, contaminazione e come soffio che sparge i semi introduce nel terreno nuove visioni e nuove esperienze, simbolo di rigenerazione e speranza. Diverse le stazioni all’interno delle quali operano gli artisti coinvolgono direttamente gli spettatori nell’azione. Tra queste grande partecipazione al banchetto nuziale in cui gli spettatori assaggiano, sempre all’interno di un’azione teatrale (i servitori sono attori), i piatti tipici di quel tempo.
Sotto le luci di Franz Catacchio, le illustrazioni live di Ehsan Mehrbakhsh l’incanto è assicurato così come per le sculture in ferro di Donato Linzalata, i costumi di Gabriella Martino, le scenografie di Carmen Santoro e i video di Silvia Giulietti.
“I confini – ha spiegato Antonio De Rosa – sono inganni della mente, trappole e gabbie per i pensieri. Non li conosce il vento. Ci appartiene quello che il nostro sguardo accoglie e salva. Questa è l’evidenza di Monteserico: un orizzonte circolare e sterminato di terra, un deserto dei Tartari che segna le sue fughe negli occhi di chi guarda”.
La certezza è che “Terra e vento” lascerà, il 18 agosto, giorno conclusivo della rappresentazione, il desiderio in moltissime persone che non hanno trovato i biglietti disponibili di assistere a uno spettacolo di forte impatto emozionale. Sarà questo un buon motivo per proporre una durata più lunga?