Monologo d’amore nella suggestiva grotta Cuccaro a San Giorgio Lucano.
Maurizio Picariello ha fatto emozionare il folto pubblico presente.
Minuti di applausi finali hanno decretato il trionfo del poeta dell’amore assoluto cosi definito da Paolo Saggese, direttore del Centro di documentazione della poesia del sud.
L’evento è stato organizzato dal Rotary club Policoro Eraclea Centenario e dal Club Rotary Senise Sinni.
I presidenti Piero Pastore e Filippo Console hanno voluto gemellare i due club per una continua e futura collaborazione ospitando il talento di Maurizio Picariello.
Per il poeta dell’amore grande entusiasmo e soddisfazione ritornare in Lucania.
“E’ come quei luoghi in cui speri sempre di ri-tornare.
Magari, stavolta, i miei occhi ri-vedranno quanto era fermo, freddo e calmo d’inverno con i colori della primavera inoltrata, i profumi allora sopiti inebrieranno le mie nari.
Ogni volta come fossa la prima.
Non c’è mai un ripetersi.
Sotto al ponte non passerà mai la stessa acqua.
Io mi muovo così, sempre disarmato, mai domo, viandante che si nutre del viaggio, che si vive dell’attimo fuggente.
La mia poesia è la mie pelle, le parole di chi basta a se stesso.”
Il poeta della passione per l’amore nasce ad Avellino nel 1970.
Vive nella sua città. E’ un ingegniere ambientale.
Ci racconta l’amore attraverso un linguaggio semplice e ricco di passione coinvolgendo il pubblico.
“L’amore al di sopra di ogni cosa. Amore filiale, amore tra amanti. Amore per la natura e per i luoghi”
Dipinge l’amore anche attraverso le note di una chitarra. Il suono di una lacrima che cade dal viso, il rumore dell’erba. L’amicizia come forma d’amore. “L’amore è un’erba spontanea non una pianta da giardino”
Viaggio di un Poeta il suo quinto libro edito dalla casa editrice Il Papavero è un diario di viaggi.
Maurizio Picariello narra in abili giochi di prosa e poesia le mille realtà, volti, colori e gusti dell’Italia del sud.
Ci descrive soprattutto i luoghi Lucani. Ci prende per mano e ci porta tra i sentieri delle verdi montagne e per le aride terre cretose spaccate dal sole. Ripercorre i luoghi, gli scenari e la gente incontrata durante le tante presentazioni, ma soprattutto le storie, le emozioni e la loro vita, vita di gente comune.
Lettura piacevole per conoscere i nostri luoghi attraverso gli occhi della semplicità , profondità sentimentale ed ironia del poeta Irpino, desideroso di raccontare le sue sensazioni ed emozioni e trasmetterle ad ognuno di noi.
Rossella Coriglione
San Giorgio Lucano è il mio viaggio d’autore, in solitario, rinfrancato nello spirito, selvaggio, come l’argilla e i canyon che solcano queste terre aspre, dure, sbriciolate dal tempo. Terre di parchi dove manca l’acqua fluente nei rivoli, fiumi che sono fiumi solo nel nome, la Val Sarmento alveo di ciottoli e ghiaia, senza flora, senza fauna, che scorre di fianco a paesaggi lunari, mortificati dal sole abbagliante, qualche ulivo geme nell’aridità e del gemito si ciba d’acqua, il Pollino maestoso guardiano sullo sfondo.Qui sono con la mia poesia d’amore, anch’io guardiano di un spirito che non ha nome, che si scolpisce viandando, che da polvere è nato, come rosa selvatica, spontanea, la stessa polvere che avanza, infuriata dal libeccio, che sale negli occhi dal Sarmento, a singhiozzi, come un pianto che non disseta. Ed eccomi redento, ancora. Redento poiché per le strade senza pericoli si mandano i deboli solamente.La sera s’avvicina, minuti che sono secondi, inizio a raccontare la mia aristocratica parte interiore, come un torrente precipitante in spume tumultuose. Ecco la mia vita provocata.La sala si riempie, poi si colma, subissa; e fremo, ardo, brucio di quella stessa passione cui parlo. E divengo l’ascoltatore, colui che mi guarda, sfoglio su di me petali di rose. San Giorgio Lucano m’ascolta, s’intristisce, ride e sorride, si commuove, partecipa. Ed io divengo un pozzo di gesti e parole e mi ritrovo, tremo come fossi foglia al vento.Un minuto pieno di applausi, alla fine. La fiaba mia non s’interrompe, sono un fiore di gioventù.
MP.