Si è conclusa la 29^ edizione del Festival dei Giovani a Medjugorje con migliaia e migliaia di ragazzi che in modo impressionante hanno affollato il piccolo villaggio della Bosnia/Erzegovina dall’1 al 6 agosto
Quest’anno per la prima volta a celebrare l’inizio del Festival è stato il visitatore Pontificio, l’arcivescovo polacco Henryk Hoser che, da qualche settimana, risiede nei locali della parrocchia medjugorjana in modo stabile. Il Festival internazionale dei giovani ha visto la partecipazione di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, quest’anno ben 72 paesi.
Decine di lingue e dialetti diversi che si uniscono per pregare, cantare, ballare e vivere con gioia momenti di alta spiritualità. Giovani che sventolano con orgoglio le loro bandiere per dire ‘noi ci siamo’ e che si uniscono in intensi momenti di preghiera durante le Messe, le adorazioni notturne e nelle lunghe file davanti ai confessionali, nei rosari recitati con fervore, nelle risalite e le veglie sulle montagne Krizevac e Podbrdo.
Ci sono anche molti momenti di incontro e confronto, di scambio di emozioni, di esperienze, come gli incontri al mattino nei giardini degli alberghi dove ragazzi come i ‘God’s singing kids’, provenienti da Vienna, cantano lodi al Signore in maniera angelica. Oppure i ragazzi di Belfast che suonano e cantano durante la messa toccando l’anima dei presenti.
E poi, gli incontri pomeridiani, come quello del gruppo proveniente da Matera e dintorni, organizzato da Vincenza Dell’Aglio, per ascoltare le testimonianze di vita di gente comune che, dopo un caffè insieme, tira fuori storie incredibili di miracoli e conversioni,oppure di esperienze vissute in questi luoghi per portare aiuto durante la guerra. Momenti piacevoli, intensi, di riflessione e preghiera, ma anche momenti interessanti, quali la visita alle comunità dove i ragazzi si raccontano e descrivono la loro conversione maturata a Medjugorie, il cambiamento radicale e la rottura con un passato di droga, di peccato, come la straordinaria esperienza di Don Alberto della comunità Nuovi Orizzonti.
Le esperienze sono innumerevoli, gli incontri che cambiano la vita sono infiniti e di una gioia coinvolgente: ognuno a Medjugorie compie il proprio percorso spirituale fatto di incontri, scambi di esperienze, preghiera e soprattutto fede in Dio e nella Madonna.
Un altro momento intenso del festival è il recital dei ragazzi, quest’anno realizzato dalla comunità Cenacolo: I risorti. Ragazzi che sono usciti o stanno uscendo dal tunnel della droga, dell’alcool e altro, che si impegnano nella realizzazione del recital come veri professionisti e recitano sul palco con grande passione regalando una grande emozione a migliaia di giovani di tutto il mondo. Quest’ anno è stata messa in scena la vita di Gesù fino alla Resurrezione, proprio come risorti sono i giovani che qui a Medjugorie si sono salvati da una vita fatta di dolore e peccato e danno testimonianza che anche nel momento più buio del dolore e dell’abbandono filtra sempre un raggio di luce che illumina e sorregge verso la meta. La risurrezione di Cristo è il fatto capitale e decisivo che non bisogna mai stancarsi di annunciare e di richiamare per la nostra e altrui esistenza perché Cristo Risorto assicura all’uomo un destino di vittoria e di gloria.
Il festival si è concluso con la messa delle 5 del mattino sul monte Krizevac, dove centinaia di persone, giovani, anziani, bambini, di ogni nazionalità, si sono riunite per l’ultima preghiera in questo luogo che di sicuro dona la gioia e ci cambia la vita perché, come sostiene don Roberto, l’ essere umano è di per sé stesso aperto al regno di Dio .La nostra natura è strutturata in modo da essere orientata verso il valore regno di Dio in cui si raggiunge la pienezza, anche nella libertà di scelta.
Quando questo non avviene rimane in noi un fondo di vuoto che non sappiamo come riempire e l’esperienza del vuoto interiore può condurre a conseguenze nefaste. E allora c’è da domandarsi quale è il valore che può riempire questo vuoto. Al profeta Geremia che chiedeva perché la sua piaga non voleva guarire, il Signore rispose che doveva convertirsi. I giovani, ha affermato monsignor Luigi Pezzuto, nella sua omelia ai giovani, sono nella posizione più vantaggiosa per effettuare il cambiamento perché hanno l’inquietudine che mette in moto tutte le energie: se si lavora il terreno della propria persona il Signore non mancherà di riempire il vuoto interiore. Nello stupore dell’amore di Dio ,pieni di gioia, scopriranno che quello che facevano prima del suo regno non aveva alcun senso.
É necessario procedere verso una scelta definitiva del regno di Dio, optare per Gesù sorgente di gioia e unico a poter donare letizia e con cuore libero e gioia lasciare ogni cosa per seguire il Signore.
Lui è la metà ultima dal nostro pellegrinare, la soddisfazione piena di quella gioia che già caratterizza e accompagna il nostro cammino.
Ago 09