Le città romane e greche hanno costruito un modello fondato sull’identità, l’appartenenza e l’animazione delle comunità che è una “buona pratica” da seguire per la rivitalizzazione degli attuali borghi lucani: è la tesi conclusiva del quinto congresso internazionale del Centro Internazionale di Studi “Ancient Cities” che si conclude oggi ad Acerenza (è iniziato ieri a Forenza) con il tema centrale “Le trasformazioni delle città tardoantiche in altomedievali/islamiche”. Il convegno è parte del più ampio progetto internazionale ‘Ancient Cities’, che vede coinvolti studiosi di diverse nazioni, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università della Basilicata e il Distretto di Turismo Rurale ‘Le Terre di Aristeo’. Un rapporto antico che risale al 2017 alle prime iniziative scientifiche organizzate dal Centro di studi interuniversitario Ancient Cities – che ha sede presso l’Università della Basilicata e ha come partners altri Atenei europei (Tours, Krakow, Messina, L’Orientale di Napoli) – e Il Distretto dell’a.d. Saverio Lamiranda che è proseguito e si è rafforzato negli anni. L’idea alla base del progetto è rappresentata dalla constatazione che la civiltà greco-romana fu una realtà capace di durare centinaia di anni. Quel mondo – spiegano gli organizzatori i prof. Ariel Samuel Lewin, Direttore del Centro Interuniversitario Ancient Cities e docente di storia romana dell’Università della Basilicata e Alessandro Di Muro docente di storia medievale dell’Università della Basilicata – fu portatore di importantissimi aspetti nell’ambito culturale, politico e sociale. Constatati i ben noti problemi in cui versano i borghi della Basilicata, si è pensato che l’esperienza del mondo antico possa offrire utili modelli per rivitalizzazione dei borghi.
Ancient Cities ha già organizzato 4 convegni internazionali dedicati a questo tema, raggruppando un numero importante di studiosi di tutto il mondo. Il progetto, dunque, grazie al connubio tra l’istituzione universitaria e il Distretto, si pone non solo quale fucina e veicolo di nuove acquisizioni scientifiche, ma anche come propulsore, tramite l’organizzazione di convegni, eventi culturali, percorsi formativi, dello sviluppo dei centri lucani. Il convegno è stato incentrato in particolare su aspetti della vita sociale, politica e culturale (sistema educativo, associazioni di mestieri, lotta politica, organizzazione amministrativa) delle città dall’epoca classica a quella tardoantica. Presenti fra gli altri lo storico James Howard-Johnston di Oxford, uno dei massimi studiosi degli ultimi secoli dell’impero romano e dell’età bizantina; l’archeologo Gideon Avni docente a Gerusalemme che è una delle massime autorità sulla trasformazione delle città romane in città islamiche; lo storico romano Sylvain Janniard, grande esperto degli eserciti romani tardoantichi e membro della Direzione di “Ancient Cities”; lo storico romano Edward Dabrowa, uno dei più illustri studiosi del mondo romano e tardoantico nel vicino Oriente e membro della direzione di “Ancient Cities”.
Francesco Mastrandrea, sindaco di Forenza, si è detto d’accordo con l’impostazione e ha ricordato alcune iniziative messe in campo: “Un recupero dei vicoli del centro storico e poi la via dell’anima: in un vicolo abbiamo affisso poesie edite di scrittori locali”.
Nelle Masserie del Falco di Forenza, dopo i saluti dello stesso sindaco di Forenza Mastrandrea, al convegno di ieri è intervenuto anche Saverio Lamiranda, amministratore delegato del Distretto turistico-rurale “Le Terre di Aristeo”, che si è dichiarato grato ai responsabili del congresso di Ancient Cities perché “conferma l’idea che avemmo con le Terre di Aristeo”.
“Almeno per noi – dice – è evidente che l’unico modo per ripopolare i borghi sia quello di promuovere un progetto di grande respiro nelle sue diverse articolazioni territoriali e culturali, di straordinaria valenza strategica nel rapporto pubblico/privato. Il progetto deve dunque concretizzarsi dopo aver constatato che lo strumento da cui ripartire per il ripopolamento dei borghi è l’animazione”.
Il progetto individua dunque come obiettivo primario di tutta l’attività di animazione la riproposizione di una cultura condivisa, un mondo di conoscenze e di valori da cui ripartire, per recuperare l’identità e il senso di appartenenza.
“Chiaramente, non tutte le idee o le dinamiche sociopolitiche e istituzionali del mondo antico – sottolinea Lamiranda – sono accettabili o trasponibili nel mondo odierno. Tuttavia, appare oggi chiaro, grazie a tanti studi effettuati in anni recenti, che vari aspetti del modello che abbiamo delineato e che consentì per secoli alle piccole città dell’impero romano di essere dei centri vitali possano rappresentare un obiettivo perseguibile per la rivitalizzazione dei borghi della Basilicata odierna”.
La riuscita del progetto sarà subordinata all’accurata progettazione di una serie di iniziative sul territorio, promuovendo attività ed eventi coordinati fra i vari comuni delle varie comunità turistiche integrate e che verranno a formare una rete culturale. Le attività infatti collegheranno i vari borghi di ciascuna comunità turistica integrata e le sei comunità turistiche integrate fra di loro.
Traguardo finale del Progetto è la realizzazione del “Festival della città futura”che costituirà l’insieme degli eventi del progetto. Il “Festival della città futura” – sottolinea Lamiranda – intende qualificarsi come un progetto pilota a livello nazionale e internazionale.