In occasione dei 50 anni dell’inaugurazione del monumento dedicato ad Alcide De Gasperi riportiamo di seguito la nota inviata da Paolo Domenico Malvinni, scrittore e saggista, nato in Trentino da famiglia lucana e residente per motivi di lavoro a Riva del Garda.
Cinquanta anni fa, la mattina del 5 dicembre 1971, a Matera si inaugurava con solenne cerimonia il monumento dedicato ad Alcide De Gasperi. Erano passati solo pochi anni dalla sua prima visita da presidente del Consiglio dei ministri nella città dei Sassi, e ancora meno dal varo della legge n. 619/1952, la disposizione che aveva avviato il risanamento della antica e ormai malsana parte della città prevedendo finanziamenti straordinari per la costruzione di moderni quartieri popolari e borghi rurali residenziali ove trasferire la popolazione. La statua di bronzo, dopo un lungo e travagliato percorso decisionale, era stata commissionata e poi realizzata da Othmar Winkler. Lo scultore di Trento era presente alla manifestazione, così come uno dei protagonisti della vicenda, l’esponente di punta della D.C. del tempo, il lucano on. Emilio Colombo.
Una statua che rappresenti uno statista nasce con l’intenzione di essere racconto della sua storia e di alcuni motivi fondamentali che hanno caratterizzato la sua vicenda politica. Lo scultore non ne è il solo autore, lo accompagna in un ruolo rilevante la committenza, che a sua volta può non essere univoca e avere una sua complessità. Questo che possiamo definire “collettivo autoriale” dovrà concordare e definire il messaggio da affidare al complesso monumentale, cioè il “testo” posto nella pubblica piazza per raccontare e ricordare.
Le premesse di questa esperienza di monumentalizzazione le troviamo già nel secondo dopoguerra, quando la questione “Sassi” fu sollevata in modo decisivo con la denuncia dello stato di abbandono dei contadini meridionali e in particolare degli abitanti di quel popoloso quartiere di Matera, denuncia sollevata da Carlo Levi nel celebre libro Cristo si è fermato a Eboli, pubblicato dall’editore Einaudi nel 1945. Pochi anni dopo, e siamo nel 1948 durante una rovente campagna elettorale, il segretario del Pci Palmiro Togliatti tenne un comizio a Matera nel quale, preso atto del drammatico modo di vivere degli abitanti dei Sassi, aveva espresso parole di condanna verso la carenza di efficaci politiche della classe di governo democristiana. Fu così che lo stato della popolazione che abitava i Sassi divenne oggetto di un ampio dibattito e di approfondite analisi sia da parte di esponenti politici nazionali e locali, sia di studiosi italiani ed esteri.
Nel luglio del 1950 fu Alcide De Gasperi a riportare il discorso direttamente ai cittadini di Matera, assumendo pubblicamente l’impegno di risolvere la questione posta con forza dallo schieramento di sinistra, e cancellare quella che era considerata ormai una “vergogna nazionale”. Tre anni dopo, il 17 maggio del 1953, promulgata la legge per il risanamento, De Gasperi torna a Matera da Presidente del Consiglio per illustrare le realizzazioni già compiute, e presentare l’intero programma di ricostruzione.
Possiamo, con il senno e l’esperienza di oggi, a fronte della attuali difficoltà e lentezza di realizzazione delle opere pubbliche, comprendere le motivazioni che spinsero il Consiglio comunale della antica città lucana, già nel 1955, subito dopo la scomparsa di Alcide De Gasperi, ad approvare l’idea di erigere un monumento allo statista trentino. Ma il monumento pubblico è affare complicato, e tutte le problematiche possibili si presentarono puntuali: l’assetto politico-partitico del tempo, l’aspetto estetico generale , e propriamente l’aspetto, cioè le sembianze della statua. Non mancarono i dubbi riguardanti il luogo più significativo per la sua ubicazione.
Dalla deliberazione del Consiglio comunale di Matera all’incarico assegnato allo scultore Othmar Winkler passarono ben dieci anni. Prese un anno intero solo la formalizzazione dell’incarico all’artista. Seguì una laboriosa fase di lavorazione lunga un altro anno che vide anche un viaggio a Trento del sindaco di Matera, nello studio dello scultore, allo scopo di prendere visione del lavoro in corso. Poi altri cinque anni prima della installazione.
Dalla fitta corrispondenza tra Othmar Winkler e l’on. Flaminio Piccoli che curò molto da vicino lo sviluppo del progetto sempre in triangolazione con la segreteria particolare dell’on. Emilio Colombo che in quel momento reggeva il Dicastero del Tesoro, si evince che nella realizzazione del monumento si verificarono una serie di incomprensioni. La principale, come si accennava, in merito all’aspetto della statua. La testa del monumento fu eseguita più volte, ed è nota una richiesta allo scultore di accorciare le braccia. È questa la fase in cui, si presume, la poetica di Winkler dovette essere moderata dallo stesso Winkler, alle prese con un’opera la cui prerogativa non è la libera espressione. Seguirono difficoltà di varia natura in seno al Comitato promotore, e solo cinque anni più tardi il monumento sarà installato. L’onorevole Emilio Colombo, che da sottosegretario di Stato aveva accolto De Gasperi a Matera nel 1950 e aveva posto le basi per l’approvazione della prima legge di risanamento dei Sassi, era alla guida del Governo nazionale.
Vediamolo infine questo monumento. L’imponente figura in bronzo del peso di 7 quintali e 3,23 metri di altezza non fu ubicata in prossimità dei Sassi come si era pensato, ma al quartiere Spine Bianche, da poco completato proprio nel processo di spostamento della popolazione dalle poco salubri abitazioni, in uno slargo della via Nazionale. Il De Gasperi di Matera è vestito in modo elegante ma sobrio. Il suo braccio è alzato. Non c’è enfasi. Saluta? È un richiamo? La richiesta di essere ascoltato? Una esortazione? Pare il gesto di un suscitatore, non è imperativo, ma energico, assolutamente antiretorico, addirittura amichevole. Il volto severo. Il corpo è colto in movimento, mentre muove un passo. L’atteggiamento fa pensare allo statista che viene incontro e saluta. L’immagine di un politico che si fa uomo, ed è tra la gente. L’icona del politico che si fa uomo. Una rivoluzione rispetto alla monumentalità che caratterizza il periodo precedente.
La genesi del monumento a De Gasperi è raccontata dal libro curato da Roberto Pancheri “Othmar Winkler a Matera” (lo si trova alla Biblioteca provinciale di Matera), pubblicato da Cassa Rurale di Trento nel 2019… L’anno di Matera Capitale Europea della Cultura, mega evento utile anche a riportare alla memoria la straordinaria impresa politico amministrativa che vide la trasformazione dei Sassi e una nuova vita per i suoi abitanti. Anche la statua di Othmar Winkler, come talvolta i monumento fanno, è riapparsa ai nostri occhi in modo nuovo. Sguardi moltiplicati che corrono vicini a quelli dei due contadini lucani colti in una nota fotografia di Henri Cartier Bresson: sorridono schivi, alle loro spalle un bambino, un uomo di Stato, le nuove case che stanno abitando.