È tutto pronto per la sesta edizione del Festival Antiche Radici, Rrënjet e Vjetra a San Paolo Albanese. Quest’anno il Festival si svolgerà dal 20 al 22 settembre; una tre giorni di incontri, laboratori e residenze artistiche per creare un dialogo tra territori e generazioni nel nome della zampogna e della surdulina.
Proprio a San Paolo Albanese, infatti, nonostante siano trascorsi quasi cinque secoli dall’insediamento della comunità arbëreshe, si sono conservate intatte le peculiarità culturali dell’etnia d’origine: la lingua, le tradizioni, il rito bizantino, il ciclo di lavorazione della ginestra, gli abiti tradizionali, i costumi, ma anche gli strumenti della tradizione musicale.
Il comune della Val Sarmento, tra le altre cose, è noto per aver dato i natali ai migliori costruttori di zampogne e surduline.
Il Festival Antiche Radici, “Rrënjet e Vjetra”, non solo vuole celebrare tutto questo, ma vuole soprattutto costruire un ponte culturale in grado di non far morire la storia e la tradizione legata, appunto, alle antiche radici.
Un obiettivo caro all’amministrazione comunale, guidata da Mosè Antonio Troiano, che anche quest’anno ha affidato la direzione artistica del Festival al maestro Vincenzo Di Sanzo, giovanissimo suonatore e costruttore di zampogne, uno dei più esperti conoscitori di zampogna al mondo.
“Crediamo fermamente in questa iniziativa- spiega il sindaco- e speriamo di poter migliorare sempre di più, anche perché abbiamo una partecipazione significativa da parte di suonatori provenienti non solo dalle regioni limitrofe, ma anche dall’estero. Due anni fa abbiamo avuto partecipanti dalla Francia, l’anno scorso abbiamo ospitato un gruppo di slovacchi e quest’anno avremo gli spagnoli. L’iniziativa, tra l’altro, è inserita tra i grandi eventi del Parco Nazionale del Pollino. E’ suggestivo vedere in paese la presenza di musicisti, liberi suonatori oltre che esperti e docenti, che in questi tre giorni popolano il nostro piccolo paese. La finalità non è solo questa: l’obiettivo principale è far crescere la qualità dello strumento della zampogna. A volte può sembrare uno strumento arcaico o poco utilizzato nella musica contemporanea, ma siamo convinti che continuerà ad essere molto apprezzato».
«Le linee guida sui quali abbiamo concepito il Festival non cambiano- spiega il direttore artistico Di Sanzo- tra i corsi che consentono un approfondimento e un confronto con esponenti di spicco del settore. Quest’anno, per esempio, avremo Danilo Gatto, che è il direttore del Dipartimentodi Musica Tradizionale al Conservatorio «Tchaikovsky» di Catanzaro dove è partito proprio il corso di musica tradizionale. Una novità rispetto agli altri anni è l’introduzione del corso di intaglio tradizionale, tipico calabrese. Avremo i liutai Vincenzo Piazzetta e Giuseppe Murata che è anche musicista e che avvicineranno i partecipanti ai primi rudimenti dell’intaglio ligneo tradizionale. Settore molto complesso».