La pioggia prevista in mattinata dalle previsioni meteo sulla città di Matera ha ridotto solo nella parte finale il protocollo istituzionale delle celebrazioni per il 71° anniversario della festa della Liberazione. Dopo la deposizione di corone di alloro al Cippo di via Lucana da parte del sindaco di Matera De Ruggieri e del presidente della Provincia di Matera De Giacomo, le autorità civili e religiose hanno raggiunto la chiesa di San Francesco d’Assisi per partecipare alla Santa Messa, celebrata per la prima volta in occasione del 25 aprile da Monsignor Pino Caiazzo. Durante l’omelia il Vescovo ha sottolineato il valore del sacrificio umano che condusse alla libertà e ricordato le forti emozioni durante il viaggio svolto qualche anno fa ad Auschwitz e Birchenau.
Al termine della funzione religiosa in piazza San Francesco le autorità e le associazioni combattentistiche e d’arma si sono radunate per avviare il corteo che ha raggiunto piazza Vittorio Veneto, dove si svolge l’appuntamento più atteso delle celebrazioni. E proprio in quel momento la pioggia ha costretto i partecipanti ad aprire gli ombrelli per proseguire comunque la cerimonia del 25 aprile.
Dopo gli onori alle massime autorità del Governo Italiano, rappresentate dal Prefetto di Matera Antonella Bellomo e dal vice Ministro Filippo Bubbico, l’esecuzione del “Silenzio” affidato al complesso bandistico “Paolicelli” di Matera ha accompagnato l’alzabandiera e a seguire la Polizia Locale, alla presenza del sindaco di Matera De Ruggieri, del presidente della Provincia De Giacomo, del Prefetto di Matera Bellomo, del vice Ministro Bubbico e di un rappresentante delle Forze Armate ha deposto due corone d’alloro al Monumento ai Caduti. Sotto una pioggia battente sono intervenuti Arianna Antezza, rappresentante della Consulta degli Studenti della Provincia di Matera e studentessa della IV sezione E del Liceo scientifico “Dante Alighieri, il professore Franco Lisanti, orfano di guerra e Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati ed invalidi di guerra di Matera e il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri.
Arianna Antezza, presidente della Consulta provinciale degli Studenti, nel suo intervento aveva ha sottolineato: “Chi morì, fu spinto dalla forza innteriore, intrinseca ad ogni uomo: il desiderio di libertà. Oggi festeggiamo il riscatto, l’emancipazione degli italiani, la democrazia e la legalità”.
Nell’intervento di Franco Lisanti, orfano di guerra è stato ricordato: “Forse si parla troppo poco dei valori espressi il 25 aprile. E’ più facile a volte cantare inni che osservarne i precetti. La storia di ogni Paese insegna che è facile seppellire gli ideali, invece bisogna credere nei valori della resistenza, mettendoli a fuoco. Essa fu collaborazione fra partiti diversi, unioni di credenti e atei, accantonamento di dissensi, tensione verso le mete comuni”.
“L’Europa di oggi si deve all’eroismo di tutti coloro che morirono per la libertà”. Così il sindaco nel suo discorso in occasione del 71mo anniversario della Liberazione pronunciando alcune frasi di alcuni martiri: “Io muoio perché gli altri vivano, dissero. Ma l’Europa dopo il momento di riscatto ha recuperato il valore dell’unità e della solidarietà, della compartecipazione dei popoli? Oppure al potere militare si è sovrapposto quello economico? Oggi ricordiamo i nostri morti, la liberazione, ma anche per impegnarci a costruire il domani e a liberarci dall’attuale asfissia di futuro. Ecco il monito che nasce da una città come Matera – ha concluso – la prima a ribellarsi e a ottenere la Medaglia d’argento. Viva Matera, viva l’Italia, viva l’Europa”.
Annullati invece a causa delle avverse condizioni meteo gli interventi del presidente provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Angelo Tataranno, del Presidente della Provincia Francesco De Giacomo e del Vice Ministro dell’Interno Filippo Bubbico.
Nel pomeriggio, intorno alle 17,30 in Piazza Vittorio Veneto le celebrazioni del 25 aprile si concludono con la cerimonia dell’ammaina bandiera.
Michele Capolupo
71° anniversario della festa della Liberazione, Potenza ignora il 25 aprile. Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata in merito da Luciano Petrullo, Carlo Gilio e Pio Belmonte, rappresentanti della segreteria cittadina di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale.
Difficile davvero comprendere i motivi della diserzione di massa degli amministratori potentini dalle celebrazioni del 25 Aprile. Diamine: è pur vero che la retorica del giorno è stata fortemente scolorita dalle recenti riflessioni (anche di sinistra) sulle “ragioni dei vinti”, e che la memoria condivisa non può limitarsi, a 70 anni di distanza, alla mera celebrazione del sangue versato e del mito pagano della Vittoria.
Ma che diamine! Il 25 Aprile è pur sempre una data fondativa della Repubblica, e ancor più dovrebbe esserlo per un sindaco, Dario De Luca, che si è fregiato il petto della più luminosa medaglia dell’antifascismo ai peperoni cruschi: l’essersi distinto, lui destra illuminata, dalla destra “che sa fare solo il saluto romano” e alla quale ha tolto ogni delega non per mantenere la poltrona, ma per il bene della città. E dunque perché il Comune di Potenza (forse unico caso in Italia) non pone una corona di fiori sui monumenti nazionali?
Proviamo a fare delle ipotesi: il sindaco De Luca, già minato – nella sua credibilità presso i “nostalgici” – dal suo passaggio a sinistra, ha voluto rinverdire i fasti di una coerenza storica da giovane militante missino. Bizzarro, ma non impossibile. Strana la complicità del centrosinistra locale, che a 25 aprile inoltrato non sembrava ancora essersi accorto della mancata organizzazione di qualsivoglia cerimonia, e che solo dopo pranzo affida al capogruppo Iudicello un’accorato grido di dolore al sapore di digestivo alle erbe.
Altra ipotesi: il cattivo tempo, che rende pigri e invita a dedicare il giorno di festa più al pranzo in famiglia che alla Resistenza. Questa ipotesi è un po’ surreale, ma in linea con la sciatteria degli attuali amministratori, abituati a vivere alla giornata, amministrando il potere per il potere, senza progetto, senza programmi e senza ideali. Meglio dedicarsi dunque a S. Gerardo, già in passato cornucopia elettorale di Santarsiero, che al 25 aprile, festa per vecchietti e scolaresche.
Ultima ipotesi: i nostri amministratori si sentono come i fascisti di 70 anni fa, e il 25 aprile li rende inconsciamente tristi. Ipotesi, forse, non troppo lontana dalla realtà: la mancanza di rappresentatività popolare, l’assunzione di decisioni non condivise, le promesse mancate e i troppi, troppi errori di arroganza e prepotenza, gli rendono indigesta questa data, preludio di liberazione e resa dei conti col popolo sovrano.
Con l’aggravante, per i novelli dittatori nostrani, di non essere stati nemmeno buoni amministratori come quelli che costruirono l’Italia del ventennio, e quindi di non poter sperare di riparare, mercé l’intervento dei nostalgici e dei romantici, in nessuna Salò.
La fotogallery delle celebrazioni per il 25 aprile a Matera (foto www.SassiLive.it)
Con un po di ritardo ma, lo hanno capito da soli. Oggi si sancisce la “LIBERAZIONE” di Matera da Potenza.
nino silecchia