E’ una realtà il Parco Letterario “Francesco Mario Pagano”. Il Comune di Brienza, la Regione Basilicata ed i Parchi Letterari presenteranno il parco letterario, venerdì 15 Febbraio alle ore 9,30, nel Palazzo Comunale di Brienza.
Introdurrà i lavori il Vice Sindaco di Brienza nonché Assessore alla cultura, Angela Scelzo. Seguiranno i saluti istituzionali del Sindaco di Brienza, Donato Distefano e dell’ Assessore Regionale alle Politiche di Sviluppo e Lavoro, Roberto Cifarelli.
Si proseguirà con le relazioni del giornalista e scrittore, Raffaele Nigro su “Mario Pagano a teatro”, del referente dell’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Wolfgang Kaltenbacher su “Da Brienza al Mondo. Francesco Mario Pagano patrimonio dell’umanità” e della Dirigente Regione Basicata “Ufficio Sistemi Culturali e Turistici, Cooperazione Internazionale”, Patrizia Minardi su “Il Parco Francesco Mario Pagano all’interno della rete lucana dei Parchi Letterari”.
Le conclusioni su”I Parchi Letterari: da viaggi sentimentali a riserve culturali”, saranno affidate al Presidente de “I Parchi Letterari”, Stanislao de Marsanich.
In mattinata sarà possibile visitare il Museo bio-bibliografico “Francesco Mario Pagano”, a cura del Centro Studi Internazionale “Francesco Mario Pagano”. A seguire si riunirà il Comitato scientifico.
Programma
Ore 9.30 – Visita al Museo bio-bibliografico “Francesco Mario Pagano”
a cura del Centro Studi Internazionale “Francesco Mario Pagano”
Ore 10.00 Sala ex Refettorio – Presentazione del Parco
Introduce Angela Scelzo – Vice Sindaco di Brienza, Assessore alla Cultura
Saluti istituzionali
Donato Distefano – Sindaco di Brienza
Roberto Cifarelli – Assessore Regionale alle Politiche di Sviluppo e Lavoro
Relazioni
“Mario Pagano a teatro”
Raffaele Nigro, giornalista e scrittore
“Da Brienza al mondo. Francesco Mario Pagano, patrimonio dell’umanità”
Wolfgang Kaltenbacher, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
“Il Parco Francesco Mario Pagano all’interno della rete lucana dei Parchi Letterari”
Patrizia Minardi, Dirigente Regione Basicata Ufficio Sistemi Culturali e Turistici, Cooperazione Internazionale
Conclusioni
“I Parchi Letterari: da viaggi sentimentali a riserve culturali”
Stanislao de Marsanich, Presidente de “I Parchi Letterari”
Segreteria organizzativa a cura della ProLoco Brienza Città d’Arte
Per informazioni tel. 348 937 4863
eduardoandreozzi4@gmail.com
Biografia di Francesco Mario Pagano
Francesco Mario Pagano nacque a Brienza nel 1748. All’età di 11 anni, dopo la morte del padre, si recò a Napoli per dedicarsi allo studio dei classici latini e greci, e successivamente agli studi giuridici, e dove assorbì il pensiero del Vico.
Giurista, filosofo, politico e drammaturgo è considerato uno dei maggiori esponenti della “Scuola storica napoletana del diritto” che passando dal Giannone al Vico affonda le sue radici nei trecenteschi Bartolomeo da Capua e Andrea D’Isernia. Figura chiave della breve e drammatica esperienza della Repubblica Napoletana del 1799, foriera dei moti che sessant’anni dopo avrebbero portato all’Unità d’Italia, fu uno dei maggiori esponenti dell’illuminismo italiano e un precursore del positivismo.
Mentre si dedicava alla carriera forense Francesco Mario Pagano scrisse, tra le altre, i ” Saggi politici” (1783-1785) che sono la sua opera di maggior rilievo. Appassionato drammaturgo, scrisse, inoltre, quali “Gli esuli tebani” (1782), “Agamennone” (1787) e “Corradino” (1789).
I “Saggi politici”, costruiscono le basi di una filosofia della storia che poneva al centro una rinnovata analisi del concetto di natura, rispetto a quanto postulato da Vico nella ” Scienza Nuova”. L’opera è strutturata organicamente in sette saggi: il primo tratta la storia umana; il secondo lo stato selvaggio; il terzo esamina le società barbariche, primitive, costituite da principi elementari; il quarto e quinto indicano il progresso delle società barbariche e di quelle evolute. Il sesto saggio mostra le società giunte al culmine del proprio sviluppo, che danno vita alle produzioni artistiche. Nella settima e ultima parte dei Saggi, invece, viene analizzata la teoria vichiana dei corsi e ricorsi storici, rispetto alla quale le società giunte ormai al culmine del proprio sviluppo e divenute, grazie all’arte e alla cultura, delle civiltà splendide potrebbero regredire alla barbarie. Da sottolineare è la prefazione al secondo saggio dedicato alle calamità naturali.
Altra opera di rilievo è rappresentata da “Considerazioni sul processo criminale” (1787) o ” Logica dei probabili o teoria delle prove” che lo pone sullo stesso piano dei grandi illuministi italiani Beccaria e Filangieri che rappresentano il rinnovamento del pensiero giuridico illuminista del Settecento.
Nel 1792 nacque la “Società patriottica” a cui il Pagano aderì divenendone uno dei maggiori artefici; si trattava di una società di uomini illuminati che intendeva accrescere l’interesse verso la cultura intesa come caposaldo della crescita del Regno. Le autorità borboniche impressero invece una brusca svolta repressiva e nel 1794 tre giovani patrioti vennero processati per cospirazione antimonarchica e condannati a morte. Il Pagano ne assunse la difesa nella “Gran causa dei rei di Stato” ma non riuscì a dimostrare l’infondatezza dell’accusa e il fine non eversivo dell’organizzazione che fu sciolta. I tre giovani furono condannati al patibolo e ad altre 48 persone fu inflitto l’ergastolo o l’esilio aprendo una stagione di violenta repressione che, tra il ’94 e il ’98, causò ben tremila carcerazioni. Fra i “nemici del re” finì anche Francesco Mario Pagano che nel febbraio del 1796 per un ‘accusa di complotti non meglio precisati fu arrestato e, dopo alcuni mesi, fu esiliato senza alcun processo nonostante la sua fame di insigne giurista e la carica di Giudice del tribunale dell’Ammiragliato. Riparò a Roma dove era stata proclamata la Repubblica Romana e dove gli fu offerta la cattedra di Diritto Pubblico che fu accettata a patto di ricevere uno stipendio che gli consentisse esclusivamente la sopravvivenza.
Caduta la Repubblica Romana fuggì a Milano dove rimase fino al 23 gennaio del 1799, data in cui scoppiò la rivoluzione a Napoli. Rientrato immediatamente a Napoli fu nominato membro del Governo Provvisorio e Presidente del Comitato di Legislazione. La sua attività per la Repubblica fu intensissima: dai primi del mese di febbraio a tutto maggio del ’99 Francesco Mario Pagano fece discutere ed approvare dal Comitato di Legislazione importanti provvedimenti: furono aboliti i fedecommessi (che obbligavano alla trasmissione dei beni esclusivamente ai primogeniti impedendo di fatto la diffusione della proprietà); furono abolite le servitù feudali, la tortura, la carcerazione segreta, le tasse su tutti gli alimenti popolari (grano, farina, pasta, pesce); fu discussa una riforma complessiva di tutto l’ordinamento giudiziario e introdotte misure di garanzia per i rei come la difesa legale d’ufficio per chi non poteva permettersi un avvocato.
Il 1° giugno 1799 fu dato alle stampe il progetto di Costituzione della Repubblica Napoletana che fu redatta da una commissione di 5 giuristi di cui il Pagano risulta il principale estensore. Il progetto mutuava i valori della costituzione francese introducendo però modificazioni sostanziali come l’inserimento dei diritti come norma di legge e non come valori morali, e l’inserimento dei doveri che si ispiravano ai Principi professati da Antonio Genovesi e Gianfrancesco Gravina.
Caduta la Repubblica, Francesco Mario Pagano, insieme a tanti altri protagonisti di quella breve ma significativa stagione di libertà, fu condannato a morte per volere della Regina Maria Carolina. Salì il patibolo il 29 ottobre in piazza del Carmine.
Della sua drammatica vicenda umana e politica testimoniano due capolavori dell’arte italiana: Francesco Mario Pagano mentre gli viene letta la sentenza di morte di Giacomo Di Chirico (Venosa 1844-Napoli 1883) nella collezione del Comune di Brienza, e La cattura dei patrioti napoletani sulla bilancella francese di Michele Tedesco (Moliterno 1834-Napoli 1917), custodito nella Pinacoteca Provinciale di Potenza. Numerose sono le opere grafiche e scultoree che lo ritraggono e tra queste il busto di Giuseppe Guatalla nel percorso dei Padri della Patria del Pincio a Roma, e la splendida scultura in bronzo a figura intera di Achille D’Orsi, monumento situato nella piazza del Municipio di Brienza.