Nella Casa di Spiritualità Sant’Anna a Matera si svolge la prima giornata del Convegno internazionale di studi “Don Milani e noi. L’eredità e le sfide d’oggi”, organizzato dall’Università della Basilicata, dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Interdiocesano “Mons. Anselmo Pecci” di Matera e dall’Associazione Pedagogica Italiana (As.Pe.I.).
Il convegno, che si avvale del patrocinio e del sostegno delle più alte istituzioni nazionali e internazionali, oltre che di quelle locali, si propone di offrire una rassegna aggiornata degli studi e delle riflessioni sull’eredità del pensiero e dell’opera del Priore di Barbiana, presentati dai massimi specialisti a un cinquantennio dalla sua morte. Due intense giornate di approfondimento e di dibattito attraverso incursioni nei diversi settori disciplinari e di attività nei quali più significativa è risultata l’influenza delle intuizioni e delle istanze di rinnovamento sviluppate da don Milani su temi cruciali di natura politico-culturale, pedagogica e religiosa attraverso gli scritti e l’esperienza pastorale ed educativa.
Nel corso del convegno, oltre alle relazioni svolte dagli specialisti provenienti da diverse Università italiane, nonché ad altre in videoconferenza, saranno presentate le testimonianze di allievi della Scuola di Barbiana ed altresì proiettati documenti filmati inediti sulla vita e l’attività di don Lorenzo e dei suoi ragazzi.
Il Comitato Scientifico del convegno, coordinato dal Prof. Emilio Lastrucci, dell’Università della Basilicata, è composto dai massimi studiosi del pensiero e dell’opera di don Lorenzo Milani nel quadro nazionale ed internazionale.
La prima sessione, dedicata al tema “la testimonianza di Don Milani attraverso la biografia e le opere” si è aperta con la relazione di Emilio Lastrucci, docente dell’Università degli Studi della Basilicata
Hanno partecipato al dibattito sul tema “L’impegno del Legislatore per la formazione, i giovani, la solidarietà” Aurelia Sole, Magnifica Rettrice Università degli Studi della Basilicata, Paolo Augusto Masullo, Direttore del Dipartimento di Scienze Umane, Claudio De Luca, Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, Claudia Datena, Dirigente Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata e Salvatore Adduce, Presidente Fondazione Matera-Basilicata 2019.
A seguire la relazione del docente Giuseppe Spadafora dell’Università della Calabria che ha fornito ulteriori sulla “Lettera a una Professoressa: aspetti pedagogici, politici e didattici”, l’intervento di Emilio Lastrucci su “I care: don Milani e la cittadinanza fra partecipazione attiva, impegno civile e solidarietà”, l’intervento di Sergio Tanzarella, docente della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, su “L’eredità stimolante e controversa di don Milani tra polemiche ideologico-religiose, questioni filologiche e interpretazione storica” quello di Anna Carfora, docente della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale su “La pastorale di don Milani tra innovazione e profezia”Dopo la pausa pranzo presso il ristorazione dell’Istituto di Scienze Religiose la sessione pomeridiana si apre con l’intervento dei docenti Fabrizio D’Aniello, Università di Macerata e di Angelo Vecchio Ruggeri, Vice-Presidente As.Pe.l. Costituzione e scuola nella vita di Don Milani sul tema “Don Milani e noi. Evoluzione e contraddizioni della scuola italiana”
Prof. Angelo Vecchio Ruggeri, Vice-Presidente As.Pe.l. Costituzione e scuola nella vita di Don Milani. In video conferenza interviene il docente Emerito Luciano Corradini, dell’Università Roma Tre. Patrizia Minardi, dirigente ufficio sistemi culturali della Regione Basilicata illustra il Fondo sociale per la promozione dell’istruzione e formazione nel Sud contro la povertà educativa e lo sviluppo dell’eccellenza, Paolo Landi, allievo di Don Milani e rappresentante della Fondazione “Don Lorenzo Milani” presenta la lectio magistralis su “La vita a Barbiana: Cronache salienti ed esperienze vissute in una testimonianza di vita e di comunità”, Guido Benvenuto, docente alla Sapienza Università di Roma presenta in video conferenza il tema “Pierino e Gianni: fra vecchie e nuove disuguaglianze e Milena Santerini, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano conclude la prima giornata con la relazione su “L’eredità di Don Milani nella suola e nella società di oggi
Riportiamo di seguito un estratto della “lezione magistrale” che Paolo Landi, storico padre dell’Adiconsum, ancor prima uno tra i figli prediletti di Don Lorenzo Milani, ha presentato nel Convegno a Matera.
Ora molti don milaneggiano: fossero di più. Si sa, non è mai troppo tardi. Non si può non essere contenti della tematizzazione milaniana da parte della nostra Università. Davvero il pensiero di Don Lorenzo permei la nostra cultura bisognosa di responsabilità, speranza e dignità condivisa.
Don Milani tra passato e futuro
La Fondazione Don Milani ringrazia per l’invito ad intervenire nel convegno.
Matera città europea della cultura riflette sull’eredità di Don Milani e sulle sfide di oggi.
Don Lorenzo, usava ripetere, Io non do ricette ma insegnamenti etici , sociali spetta a voi, cioè noi, nei tempi e nella realtà in cui viviamo, trasformarli in obiettivi, priorità,proposte. Inoltre, per Don Lorenzo una proposta un progetto era strettamente legato ad un’azione concreta ad un impegno personale, al rimboccarsi le maniche,per essere noi a cambiare il sistema.
Le note che seguono cercano quindi di tracciare un quadro su alcuni insegnamenti di Don Lorenzo e soprattutto cercare di proiettare questi nel futuro con alcune proposte e ipotesi di lavoro.
Scrivendo in questi mesi sulla mia esperienza con Don Lorenzo ho cercato di tracciare gli insegnamenti Don Milani che hanno una attualità o come qualcuno li definisce profetici.
Questo alla luce della mia esperienza vissuta a Barbiana, i rapporti con Don Lorenzo,I 50 anni d’impegno sociale, nel sindacato, poi sui consumatori e infine nella fondazione consumo sostenibile.
Gli insegnamenti di don Lorenzo sono, come è noto, il risultato di due esperienze a San Donato 7 anni ,poi a Barbiana 13 anni anni. Don Lorenzo muore giovane a 44 anni: emarginato ed esiliato dalla Chiesa a Barbiana , dalla scuola considerato un educatore assolutista e dallo Stato condannato per apologia di reato.
L’esperienza di San Donato:
È un ambiente operaio , grande sfruttamento nelle fabbriche tessili Pratesi, è qui, matura la scelta sulla dignità del lavoro, arrivando ad affermare che l’ingiustizia sociale è una bestemmia.In una lettera al direttore di Adesso luglio 52 precisa “ l’ingiustizia sociale non è cattiva (per me prete) perché danneggia i poveri ,ma perché è peccato ,cioè offende Dio e ritarda il suo Regno. E’ la ricchezza e non la povertà che è un’offesa a Dio”.
Siamo in Toscana nel dopoguerra il popolo di San Donato è spaccato in due, è ideologicamente diviso, Don Lorenzo vede nella scuola lo strumento per riunificare i giovani del suo popolo e soprattutto dare loro la parola .Inizia la scuola popolare serale con 7 giovani dell’azione cattolica, ma dopo un anno erano oltre 100,tra cattolici ,socialisti, comunisti, laici.
E’ con la scuola popolare che matura di insegnamento che la scuola deve essere uno strumento di elevazione sociale per rendere i giovani capaci di ragionare con la propria testa ed essere cittadini sovrani.
Nel libro Esperienze Pastorali scritto San Donato studia la religiosità del suo popolo, si domanda per quale ragione le chiese sono vuote, scrive: “la chiesa dispone della Camera, del Senato, del governo, dell’appoggio degli industriali, del pulpito, dei sacramenti e nonostante tutti questi strumenti laici e religiosi i campi sportivi sono pieni e le chiese sono vuote”.
La risposta che dà a questo interrogativo è un grande insegnamento” la chiesa non può essere collaterale al potere ad un partito ad uno schieramento,deve essere schierata a favore dei poveri degli ultimi dei lontani” . Un insegnamento che esplicita ancora in modo più radicale con la lettera a Pipetta: sarò con te fino a quando ci sarà da lottare per sfondare il cancello della Villa, ma una volta entrati e tu sarai il potere ricordati io ti tradirò…” quando avremo sfondato insieme il cancellata di quel parco, installato insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene Pipetta non ti fidar di me quel giorno io ti tradirò. Quel giorno io non resterò la con te. Io tornerò nella tua casuccia più vuota e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore Crocifisso. Quando tu non avrai più fame né sete, ricordatene Pipetta, quel giorno io ti tradirò.” Un insegnamento ripreso da papa Francesco.
In questa lettera Don Lorenzo segna uno spartiacque preciso tra impegno sociale e missione del sacerdote.
Questi insegnamenti, portati avanti da un giovane prete, intelligente dinamico, divennero scomodi: per i padroni del pratese, i notabili del partito, i preti del vicinato e, indigesti alla curia Fiorentina al Sant uffizio ,determinarono il trasferimento di Don Milani a Barbiana.
L’esperienza di Barbiana
Questa nuova esperienza inizia nel 54 e termina alla morte nel 67. Barbiana è una parrocchia sul monte Giovi, poche case di contadini sparse per i boschi ,una realtà molto povera.Alle poche famiglie rimaste era già stato detto che la parrocchia sarebbe stata chiusa; non c’è strada, acqua, luce. E’ in uno stato di abbandono. È qui che viene esiliato Don Lorenzo. e in questa realtà che nascono le lettere, cioè testi che sono scritti da Don Lorenzo con i ragazzi
La prima lettera è ai ragazzi di Piadena del maestro Lodi in cui spiega :”La nostra scuola è privata. è in due stanze della Canonica, più 2 che ci servono da officina. D’inverno stiamo un po’ stretti, ma da aprile a ottobre facciamo scuola all’aperto e allora il posto non ci manca. L’orario è dalle 8:00 di mattina alle 7:30 di sera. La mattina prima di venire a scuola quelli più vicini, lavorano in casa o nella stalla o a spezzare la legna ..Il priore ci propone un ideale più alto: cercare il sapere solo per usarlo al servizio del prossimo, per esempio dedicarsi da grandi all’insegnamento, alla politica, al sindacato all’apostolato o simili.”
La lettera dalla Montagna è una difesa dei contadini, Don Lorenzo usava ripetere i poveri gli oppressi sono la mia patria.In questa lettera lancia alcune proposte a favore dei contadini:
“non è Cristiano fermare i contadini nel podere col negare loro il libretto di lavoro per impedire che vadano a lavorare in fabbrica.”
“La nostra proposta più moderata sarebbe una legge così redatta: articolo 1 la terra appartiene a chi ha il coraggio di lavorarla, articolo 2 le case coloniche appartengono a chi ha il coraggio di starci, articolo 3 il bestiame appartiene a chi ha il coraggio di ripulire ogni giorno la stalla, articolo 4 i boschi appartengono a chi ha il coraggio di vivere in montagna.
Ma è nostra opinione che una così tardiva giustizia non basterebbe a fermare l’esodo”.
La terza lettera è più nota, è ai cappellani militari. Il pretesto e una notizia letta sul giornale nel quale i Cappellani definivano” gli obiettori di coscienza un insulto alla patria e ai suoi caduti è una espressione di viltà estranea al comandamento cristiano dell’amore”
Viene deciso di rispondere a questo insulto, fatto a dei giovani in carcere da parte dei cappellani militari
Ricordo una frase di Don Lorenzo:” Noi non dobbiamo rispondere con le offese, dobbiamo fare una risposta ragionata per dire che sbagliano e per dire al vescovo che sbaglia per non aver richiamato questi capellani.
In questa lettera scritta con i ragazzi ci sono dei bellissimi insegnamenti. Viene passato in rassegna la storia d’Italia dell’ultimo secolo, per scoprire che tutte le guerre realizzate sono state offensive verso altri popoli. Di guerra di difesa c’è stato solo la guerra partigiana ma i cappellani militari erano dall’altra parte,. Vi è l’ insegnamento che occorre rispettare le leggi giuste mentre per quelle ingiuste occorre l’impegno per cambiarle Per giuste viene indicato un criterio giuridico elementare cioè, devono essere a sostegno della parte debole.
L’obbedienza non è una virtù, viene interpretato come apologia di reato, quando tutta la lettera e l’insegnamento è un inno alla responsabilità a guardare dentro in ogni legge per vedere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Chiama il Cristiano ad un impegno diretto a rimboccarsi le maniche fino all’ obiezione di coscienza, cioè violare una legge accettarne le conseguenze per testimoniare di volere una legge migliore.
Ho lavorato 50 anni nel sociale nel sindacato poi sul consumo, negoziando contratti discutendo con uffici legislativi normative a Roma e a Bruxelles e questo modesto insegnamento sulla legge giusta è stato un riferimento costante per valutare un provvedimento, una legge o una direttiva.
La lettera ai giudici,per difendersi dall’accusa di apologia di reato, è scritta non per i giudici ma per il pubblico.In questo scritto ci troviamo grandi insegnamenti sul ruolo del maestro che deve scrutare i segni dei tempi,sulla legalità attiva e passiva .”La scuola è diversa dall’aula del tribunale, per voi magistrati vale solo ciò che è legge stabilita. La scuola invece siede tra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi. E’ l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio, da un lato formare in loro il senso della legalità, dall’altro la volontà di leggi migliori, cioè il senso politico e in questo si differenzia dalla vostra funzione. ““In quanto alla loro vita di giovani sovrani, non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è l’obbedienza. Posso dire loro che si dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste, cioè quando sono la forza del debole. quando invece vedranno che non sono giuste,cioè quando sanciscono il sopruso del forte essi dovranno battersi perché siano cambiate.”
Nonostante questa bellissima difesa,che smonta l’accusa di istigazione a violare le leggi, Don Lorenzo fu assolto in primo grado e condannato nel secondo per apologia di reato Ma il reato si era estinto per la morte del reo .
Lettera ad una professoressa é certamente il libro più noto. E’ una denuncia contro la selezione nella scuola dell’obbligo, “se sei figlio di operaio 5 su 10 sono bocciati, se sei figlio di un contadino 7 su 10 sono bocciati, se sei figlio del medico o del farmacista nessun è bocciato.Ma Dio dice Don Lorenzo non fa questi dispetti.”
La denuncia è clamorosa: la scuola dell’obbligo, è un ospedale che cura i sani e respinge i malati e non uno strumento di elevazione sociale come prevede l’articolo della Costituzione che afferma:” è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli…”
Ma l’insegnamento “rivoluzionario” allora riferito alla scuola, oggi è valido e attuale per il sociale e la politica ,è quello:” che fare parti uguali tra diseguali non è giustizia ,ma la più subdola delle ingiustizie.” Basti osservare il dibattito politico,Di questi ultimi mesi; tutti propongono benefici eguali per tutti,siano essi poveri o ricchi, cittadini che pagano le tasse o evasori .Ingiustizie subdole nascoste fatte passare come provvedimenti giusti e moderni. Un insegnamento molto attuale sul quale riflettere.
È in lettera ad una professoressa che viene dispiegato un’altro grande insegnamento: è la parola che fa eguali, è la parola che fa sovrani, è compito della scuola insegnare ai ragazzi a ragionare con la propria testa , una scuola inclusiva deve essere una scuola tempo pieno.
A distanza di anni dalla riforma(1962 la riforma, 1971 il tempo pieno) la scuola a tempo pieno resta minoritaria e la realtà più penalizzata è proprio il mezzogiorno. La scuola media a tempo pieno riguarda il 58% dei ragazzi al nord, il 26% al centro è solo il 15% per il sud e le isole.
Quella selezione denunciata da Don Milani non esiste più. Oggi si chiama dispersione e, la selezione avviene con le sezioni ghetto ,che riguardano il 50% delle scuole italiane. Ghetto perchè qui vengono messi i ragazzi con più difficoltà, con gli insegnanti precari e ultimi arrivati. Sezioni Ghetto dove i ragazzi sono messi i ragazzi a “pascolare” (così si usa dire a Napoli confessava un insegnante al convegno di giugno 2017 al Ministero dell’istruzione.
Ma l’insegnamento più bello di lettera professoressa, è la risposta che Don Lorenzo dava agli insegnanti che chiedevano suggerimenti e il metodo per fare buona scuola.
Lui rispondeva,che era sbagliata la domanda, per fare buona scuola importante non è il metodo ma “come bisogna essere e aggiungeva, bisogna voler bene ragazzi, essere schierati dalla loro parte, rimboccarsi le maniche, essere di esempio e coerenti tra quello che si dice e quello che si fa,non aspettare che sia il sistema a risolvere i problemi.”
Un insegnamento talmente vero che oggi come ieri, a parità di regole e di stipendi, troviamo scuole eccellenti con a fianco di scuole decadenti. Troviamo in ospedali reparti eccellenti con a fianco reparti giudicati pessimi .E la riprova che la buona scuola, passa soprattutto dai insegnanti,così come la salute passa dai buoni medici e la politica dai buoni amministratori.
Don Lorenzo muore a 44 anni. Una vita interamente dedicata agli ultimi, rigorosa anche nelle cose più piccole, di grande libertà di pensiero, di grande fedeltà alla Chiesa.
Gli insegnamenti che ci ha lasciato hanno una logica stringente, conseguenziale di grande attualità e per alcuni aspetti profetici.
Si parte dalla scuola che deve essere inclusiva per fare i cittadini uguali e soprani capaci di ragionare con la propria testa ,altrimenti anche la democrazia è a rischio.
Poi, con la padronanza della parola e della lingua, impegnarsi in prima persona per combattere le ingiustizie, quelle evidenti e quelle nascoste, perché l’ingiustizia è una bestemmia.
Ci ricorda che fare parti uguali tra diseguali è la più subdola delle ingiustizie. Dall’ingiustizia uscire non in termini egoistici e individuali, ma in modo collettivo è organizzato, perché uscendo insieme è la politica, uscirne da soli e avarizia è egoismo.
Gli strumenti per combattere l’ingiustizia e ottenere i diritti sono quelli previsti dalla Costituzione: Il voto e lo sciopero, ma la leva delle leve e la parola è l’esempio.
Ma attenzione per Don Lorenzo anche un diritto può diventare un privilegio, quando è ottenuto a scapito di altri. Inoltre difficilmente uno riforma se stesso.
Infine la chiesa, che non deve essere collaterale al potere temporale politico o economico, ma dalla parte degli ultimi
E’ con l’impegno e la speranza che possiamo salvare il mondo, se poi non ci saremo riusciti, avremo salvato almeno l’anima per un credente e, salvato la coscienza per un laico.
Di seguito il programma del convegno della giornata di venerdì 26 maggio 2018
Venerdì 25 maggio, ore 9:00-13:30 TERZA SESSIONE
“Don Milani e gli ultimi: modello educativo milaniano e processi di inclusione ed esclusione
Chairman: Prof.ssa Donatella Lombello, Università degli Studi di Padova
Dott.ssa Giusi D’Auria, As.Pe.l. Riviera dei Cedri
Saluti
Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Vescovo di Matera e Irsina
Dott. Marcello Pittella, Presidente Regione Basilicata
Risultati OCSE-PISA e sviluppo delle competenze in Basilicata e nel Meridione: il problema dell’ascensore sociale e dello
sviluppo territoriale elle aree ex- obiettivo 1
Prof. Pietro Lucisano, La Sapienza Università di Roma
I numeri di Don Milani
Luca Braia, Ass. Politiche Agricole e Forestali, Regione Basilicata
Educazione alimentare e ambientale in Basilicata
Relazioni
Dalla parte della coscienza, ovvero di Dio e degli ultimi. “Attualità” e “inattualità” della lezione di Don Milan i
Prof. Rev. Leo Santorsola, Direttore Istituto Superiore di Scienze Religiose, Matera
La lezione di Don Milan i agli insegnanti in formazione
Prof. Sandra Chistolini, Università di Roma Tre
Documentazione multimediale su Don Milani e Barbiana
Prof.ssa Angela Pascale, Università degli Studi della Basilicata
Proiezione del film-documentario “La scuola di Barbiana” (rari documenti filmati sull’esperienza di Barbiana}, a cura dell’Istituto Luce
Pranzo 13.30-15.00, Sala Ristorazione dell’lstituto di Scienze Religiose
L’eredità e le sfide di oggi
Venerdì 25 maggio, ore 15:00-18:00 QUARTA SESSIONE
“Don Mi/ani e la questione della lingua11
Chairman: Prof.ssa Daniela Vetri, As.Pe.l. Catania
Prof. Giuseppe Serio, Presidente Onorario As.Pe.l., Direttore “Qualeducazione”
Relaziòni
Don Milan i: scrittura collettiva e libertà d’espressione nell’era digitale {Videoconferenza} Prof. Rocco Postiglion1;, Università di Roma Tre
Don Milan i e la centralità della lingua: la lingua seconda
Prof. Raffaele Spiezia, Università di Napoli 11, “L. Vanvitelli”
Testimonianze e keynote introduttiva
Prof.ssa Angela Pascale, Università degli Studi della Basilicata
Testimonianze di allievi (a cura della “Fondazione don Lorenzo Milani”
Testimonianze di laureati e laureandi sull’esperienza della visita-incontro a Barbiana Brevi – comunicazioni e proiezione del filmato
Presentazione della mostra fotografica
Coffee break
Venerdì 25 maggio TAVOLA ROTONDA
“l ‘internazionalismo di don Milani tra globalizzazione, migrazioni e scambi
internazionali. Nuove opportunità o tradimento?”
Chairman: Prof.ssa Mirella Rossi, As.Pe.1. Roma
Prof.ssa Gabriella Aleandri, Università di Roma Tre
Key-note introduttiva: Prof.ssa Gabriella Aleandri, Università di Roma Tre
La fotogallery del convegno Convegno internazionale di studi “Don Milani e noi. L’eredità e le sfide d’oggi” (foto www.SassiLive.it)