Si sta realizzando a Tursi, in località Santa Maria d’Anglona, la quarta campagna di scavi archeologici della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera (SSBA) dell’Università degli Studi della Basilicata. I lavori di ricerca hanno avuto inizio lo scorso 9 luglio e terminerà il prossimo 2 agosto.
Il progetto é reso possibile in regime di concessione ( Pandosìa-Anglona Project) e in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata e il Comune di Tursi.
Le indagini di scavo, dirette dal prof. DimitrisRoubis, si svolgono nell’ambito del progetto “CHORA, Laboratori di archeologia in Basilicata” con la partecipazione di due partners associati: l’IBAM -CNR (prospezioni geofisiche) e l’Università Aristotelica di Thessaloniki (AUTH, studi di carattere iconografico).
Le attività di Archeologia Pubblica ( Summer School, Open day sullo scavo di Anglona , etc.), nell’ambito del format della SSBA ” Festivalia, l’archeologia si racconta”, hanno l’affiancamento e il supporto dell’Associazione culturale con sede a Policoro “I colori dell’Anima”, presieduta da Tiziana Fedele, che, da cinque anni ormai, lavora alacremente per promuovere, valorizzare e far conoscere le ingenti bellezze storico-archeologiche dell’intero territorio della Magna Grecia – in cui insiste il Museo nazionale della Siritide di Policoro – a cui il lavoro di Fedele e associati ha contribuito a donare quella centralità che funge da volano culturale per i visitatori del territorio che oltre al mare ed all’enogastronomia hanno “fame” di arte, storia, cultura e visione del futuro attraverso la conoscenza del passato.
Alla campagna di scavi partecipano allievi della SSBA, dottorandi del Dicem-Unibas e studenti dei corsi di studio internazionali in Operatore dei Beni Culturali e in Archeologia e Storia dell’Arte del DICEM-UNIBAS. Alle operazioni logistiche sul campo collaborano la Soc. coop. Eurobios S.p.A. e l’associazione Enotria Felix.
Le indagini di Anglona stanno restituendo importanti dati relativi sia alla fase di età classica, quando sul pianoro si insediò un villaggio agricolo di pertinenza del territorio di Herakleia, sia alla fase medievale, quando la parte occidentale del rilievo fu trasformata in una roccaforte, composta da un fortilizio con una torre di avvistamento.