Avviati all’hotel Portogreco di Scanzano i lavori del 41° Convegno nazionale Caritas Diocesane promosso dalla Caritas sul tema “Carità è cultura”, che si concluderà giovedì 28 marzo 2019. Il convegno rappresenta un momento di confronto fondamentale per dare o restituire speranza alle nostre un rinnovato investimento nella formazione ma connesso percorso di impegno: da una parte consapevolmente un riferimento sicuro in rapporto ai fenomeni culturali dei nostri di vita illuminati da un nuovo il cammino dei gesti concreti.
Nella prima giornata, dopo la preghiera di apertura, presieduta damons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina., presidente della Conferenza Episcopale della Basilicata in programma la Prolusione di S.E. Mons. Corrado Pizziolo, Vescovo di Vittorio veneto e Presidente di Caritas Italiana e a seguire la relazione del prof. Giuseppe Savagnone, della cultura della diocesi di Palermo.
Di seguito la relazione introduttiva dell’arcivescovo di Matera-Irsina Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo e i report dei lavori del 25 e 26 marzo 2019.
Benvenuti nell’Arcidiocesi di Matera – Irsina! Benvenuti nella Lucania!
Come vescovo ospitante vi accolgo con gioia e con affetto. La nostra Chiesa è orgogliosa di poter ospitare il 41° Convegno Nazionale delle Caritas Diocesane ed aver contribuito ad organizzarlo insieme alle Chiese sorelle della Basilicata. Sono certo che il senso del “vicinato” che ha fatto crescere in umanità e solidarietà la nostra gente contagerà ognuno di voi e tutti ci sentiremo una sola famiglia.
Oltre a salutare ognuno di voi uno per uno, saluto S. E. Mons. Corrado Pizziolo e gli altri confratelli nell’episcopato, tutti i relatori, i confratelli sacerdoti, i diaconi, le religiose e i religiosi.
Nell’anno in cui Matera vive lo straordinario riconoscimento di Capitale Europea della Cultura, ci ritroviamo insieme a riflettere sul tema: Carità è cultura.
La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. Benedetto XVI dice nella Caritas in veritate: “Essa dà vera sostanza alla relazione personale con Dio e con il prossimo; è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici. Per la Chiesa — ammaestrata dal Vangelo — la carità è tutto perché, come insegna san Giovanni (cfr 1 Gv 4,8.16) e come ho ricordato nella mia prima Lettera enciclica, « Dio è carità » (Deus caritas est): dalla carità di Dio tutto proviene, per essa tutto prende forma, ad essa tutto tende. La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza”.
Non possiamo scindere il binomio carità e cultura. Per un motivo molto semplice: tutto l’umano viene coinvolto. La cultura esprime l’agire dell’uomo nel corso della storia promuovendo relazioni, scambi, movimenti, contribuendo a costruire ponti di umanità e distruggendo muri e steccati dei distinguo. La carità mostra la concretizzazione del progetto di Dio che nel suo Figlio, Gesù, si è fatto carità.
Non è forse S. Paolo che esprime sinteticamente questo connubio tra Carità e Cultura quando dice: «Tutto è vostro, voi siete di Cristo, Cristo poi è di Dio»?
Non possiamo ridurre l’esperienza della carità, per quanto importante, a gesti di solidarietà o di prossimità. Urge la necessità di dare spazio a quella carità che nutre ogni uomo pienamente, soprattutto nella sua ricerca di senso, di promozione, di giustizia, di verità. Per cui possiamo davvero dire che Cultura è Carità perché questo binomio esprime la reciproca appartenenza in una relazione dove l’amore trinitario diventa il motivo per cui noi esistiamo, viviamo e promuoviamo, collaborando con Dio, il bene comune.
Matera, da Scanzano Jonico, lancia una sfida: da vergogna d’Italia è diventata Capitale europea della Cultura. Vi sembrerà strano ma i commissari europei, a parte il fascino unico di una delle città più antiche del mondo (8000 anni di storia), sono rimasti particolarmente colpiti dall’accoglienza delle famiglie dove sono stati ospitati. Non alberghi di lusso e ristoranti a cinque stelle ma calore umano, condivisione, relazione, desiderio di confrontarsi per crescere insieme e dare all’Europa intera un monito: senza un vero umanesimo integrale non ci sarà futuro. La diversità culturale, religiosa, con tradizioni e rispetto reciproco, non possono che essere il seme fondamentale e indispensabile per continuare a far vivere un vecchio continente sempre più aperto alla ricchezza umana che arriva da lontano.
Siamo qui convenuti da tutta Italia perché convinti che la carità continua a generare cultura se sarà capace di sposare e promuovere l’umano.
Dio è Carità, perché Amore. Nel Sinodo Diocesano che stiamo celebrando ci siamo detti che chi ascolta Dio deve avere il coraggio non di parlare di Dio ma da Dio. Questo significa avere parresìa, essere responsabili e partecipi con capacità di discernimento in obbedienza ai gemiti dello Spirito Santo. In questi termini possiamo dire che realmente la Cultura è Carità perché espressione dell’Amore per l’uomo.
La scelta di fare questo Convegno a Scanzano Jonico non è nata sola per esigenza di strutture adeguate per accogliere voi ma anche per dire due cose importanti.
1. La città di Scanzano è stata chiamata “La Città della Pace per i bambini”. Idea nata da Betty Williams, premio Nobel per la pace 1976. Nella località Terzo Cavone doveva nascere un cimitero atomico europeo. La Williams nella sua lotta dichiarò: “Dove doveva arrivare la morte sorgerà la vita”. Nel Dicembre del 2018 l’attrice Sharon Stone è stata premiata per il suo fondamentale contributo alla realizzazione della “Città della pace per i bambini”. Quando a Roma ha ritirato la medaglia d’oro anche per conto della Williams disse: “È un grandissimo onore per me essere qui. Voi siete dove nessuno vorrebbe trovarsi, fate cose che nessuno avrebbe il coraggio di fare. In un momento in cui ci si dimentica quanto sia importante l’Umanità, voi siete la risposta. Sono al vostro servizio. La Croce rossa è un simbolo di dignità”.
2. Con la riforma agraria del 1950 nacque Scanzano Jonico, con l’assegnazione delle terre. Un paese senza immagine nato con gente proveniente da 55 paesi e trapiantata a causa di una legge di stato. Infatti Scanzano non era visto come un vero paese bensì come la periferia di una città, diversamente da Policoro che si era sviluppato più velocemente.
Un territorio di gente laboriosa, amante della terra, ricco di umanità, pieno di aziende agricole all’avanguardia nella coltivazione di vari tipi di frutta con l’eccellenza della fragola esportata in tutto il mondo e le albicocche, pesche e susine. Purtroppo stiamo assistendo da qualche anno a questa parte a infiltrazioni mafiose, provenienti anche dalle regioni limitrofe, che con atti intimidatori di ogni genere, cercano di danneggiare l’economia locale e ciò che tende ad essere un Paradiso si tenta di farlo diventare un Inferno.
Cultura è Carità se abbiamo il coraggio di chiamare le cose per nome e desideriamo la liberazione e il bene di un territorio e di un popolo. Come Vescovo di questa Diocesi sento di dire no ad ogni forma di prevaricazione, di ricatto, di destabilizzazione, di estorsioni, della cultura del malaffare mafioso, del caporalato presente il tutto il metapontino. Nello stesso tempo esprimo ancora una volta, anche a nome di tutti i convegnisti, la vicinanza e l’incoraggiamento affinchè nessuno si lasci vincere dalla tentazione di cedere a forme di disoneste richieste che gridano giustizia al cospetto di Dio.
Come riportato nella brochure con il programma, questo Convegno Nazionale delle Caritas diocesane, “rappresenta un momento di confronto fondamentale per dare – o restituire – speranza alle nostre comunità riscoprendo la dimensione “educante”, con un rinnovato investimento nella formazione e sulla cultura. Si delinea così un duplice ma connesso percorso di impegno: da una parte riuscire ad essere sempre più consapevolmente un riferimento sicuro in rapporto ai fenomeni culturali dei nostri giorni, attraverso la capacità di tracciare sentieri di vita illuminati da un nuovo umanesimo cristiano; dall’altra proseguire con convinzione lungo il cammino dei gesti concreti, della prossimità fraterna, della testimonianza della carità in funzione della comunità”.
Il comandamento dell’amore prende forma, nell’agire quotidiano, nel comandamento della comprensione e del dialogo: “Il rispetto e l’amore deve estendersi pure a coloro che pensano od operano diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose, poiché con quanta maggiore umanità e amore penetreremo nei loro modi di vedere, tanto più facilmente potremo con loro iniziare un dialogo.
Certamente tale amore e amabilità non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene. Anzi è l’amore stesso che spinge i discepoli di Cristo ad annunziare a tutti gli uomini la verità che salva. Ma occorre distinguere tra errore, sempre da rifiutarsi, ed errante, che conserva sempre la dignità di persona, anche quando è macchiato da false o insufficienti nozioni religiose. Solo Dio è giudice e scrutatore dei cuori; perciò ci vieta di giudicare la colpevolezza interiore di chiunque. ( Lc 6,37-38; Mt 7,1-2; Rm 2,1-11; Rm 14,10-12 )” (GS 28). Dice S. Paolo: “Tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor 3,22-23).
Auguro a tutti i convegnisti buon lavoro e buona permanenza. Sono certo che dalla Basilicata partirà un forte messaggio di speranza per costruire ponti di umanità, per una cultura dell’integrazione che diventa carità nella condivisione, quindi vera ricchezza che promuove il progresso nella solidarietà e sussidiarietà.
Buon lavoro a tutti.
41° Convegno nazionale Caritas Diocesane sul tema “Carità è cultura”, sintesi lavori del 25 marzo 2019
“Consentitemi di esprimervi la riconoscenza della Chiesa italiana per il servizio tanto umile quanto prezioso che portate avanti con la vostra presenza …operosa, concreta…che nasce sempre da una cultura della vita, da un’appartenenza, da un’esperienza evangelica che si lascia interrogare dalla realtà e dall’incontro con situazioni e persone; e che, proprio per questo, diventa a sua volta segno, testimonianza, pedagogia capace di reagire alla cultura della paura e della divisione”.
Questo l’incipit del Messaggio che il Presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti ha fatto pervenire a S.E. Mons. Corrado Pizziolo, Presidente di Caritas Italiana e agli oltre 500 direttori e operatori riuniti a Scanzano Jonico (MT) da oggi fino a giovedì 28 marzo per il 41° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dal titolo “Carità è cultura”. “La carità – aggiunge il card.Bassetti – deve davvero potersi fare cultura, come opportunamente titola il vostro Convegno…fino a rinnovare una comunità; fino a tessere autentiche reti di solidarietà culturale, diffusa e condivisa, per essere Chiesa capace di riscoprire la bellezza della propria missione”. Al messaggio del card.Bassetti si è aggiunto anche quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sottolineato come “La carità è cultura che non divide, che rispetta le differenze, che ha riguardo per l’ambiente e promuove il bene comune. La carità conferisce concretezza all’ideale umanistico e consente di tenere sempre vivo quel proposito di sviluppo integrale della persona, che è alle fondamenta della nostra costituzione repubblicana”.
In questa prima giornata, dopo la preghiera di apertura, presieduta alle da S.E. Mons. Giuseppe
Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, il saluto delle Autorità presenti e del direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, c’è stata la Prolusione di S.E. Mons. Corrado Pizziolo, Vescovo di Vittorio Veneto e Presidente di Caritas Italiana e a seguire la relazione del prof. Giuseppe Savagnone, direttore dell’ufficio di Pastorale della cultura della diocesi di Palermo.
Mons. Caiazzo ha incoraggiato proprio da questa terra a “dire no a ogni forma di prevaricazione, di ricatto della cultura e del malaffare mafioso” ed ha auspicato che dal Convegno possa arrivare un “forte messaggio di speranza per una cultura dell’integrazione che diventa carità nella condivisione”. Un auspicio rilanciato anche da S.E. Mons. Pizziolo perché “si produca un confronto arricchente, che ci aiuti a comprendere meglio come favorire e promuovere – nelle nostre comunità – cultura evangelicamente ispirata… cultura segnata e caratterizzata dalla carità” che “…dovrà inevitabilmente articolarsi in un’educazione comunitaria, privilegiando il metodo della pedagogia dei fatti. Concretamente sarà necessario che la comunità impari a non chiudere gli occhi e a partire dai problemi, dai fenomeni di povertà, dalle sofferenze delle persone, dalle lacerazioni presenti sul territorio, per costruire insieme a loro risposte di prossimità, di solidarietà e per allargare il costume della partecipazione e della corresponsabilità”. Il Presidente di Caritas Italiana ha poi aggiunto: “Significativa è anche la diocesi scelta come sede del Convegno: Matera, Capitale europea della Cultura 2019. Una circostanza che ci invita ad allargare lo sguardo all’intero continente per chiederci dove sta andando la nostra Europa, quali valori da porre alla base delle relazioni tra stati e popoli vogliamo riaffermare e dunque quale Europa vogliamo contribuire a costruire”.
Il prof. Savagnone ha esordito testimoniando, in base alla sua esperienza, la problematicità del rapporto” tra la carità e la cultura, più in generale tra il Vangelo e la cultura”. Oggi, ha aggiunto Savagnone, “la carità è derisa come buonismo e la cultura non si riconosce più nel Vangelo”. Segni che “ancora più drammaticamente, si vedono nella crisi culturale ed esistenziale di un’epoca che per la prima volta si chiede non se esiste Dio, ma se esiste l’uomo” e in tanti segnali da troppi luoghi di “una cultura agli antipodi del Vangelo”.
Nella mattinata di domani, martedì 26 marzo, dopo la preghiera e la lectio guidata da don Vincenzo Andrea Appella, è attesa la relazione teologico-pastorale di S.E. Mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico di Anatolia, e la testimonianza suor Michela Marchetti direttrice di Udite Agar, Centro antiviolenza di Crotone.
41° Convegno nazionale Caritas Diocesane sul tema “Carità è cultura”, sintesi lavori del 26 marzo 2019
Uno sguardo dalle periferie dell’Europa e da una chiesa che è esigua minoranza, da una Caritas che si sta ripensando radicalmente, da un Paese che ospita il maggior numero di rifugiati al mondo. Tutto questo nella relazione di S.E. Mons. Paolo Bizzeti, Vicario Apostolico di Anatolia, che ha aperto la seconda giornata di lavori del 41° Convegno nazionale delle Caritas diocesane.
“Nella città dove vivo di circa 180.000 abitanti – ha sottolineato il vescovo – hanno accolto circa 30.000 profughi!”. A partire da questa considerazione si è poi chiesto: “come è possibile che il cristianesimo, che ha sviluppato e propagato il concetto di persona dentro un contesto comunitario, aperto alla varietà dei popoli – il famoso passaggio dalla comunità intra-giudaica a quella aperta ai gentili, cioè a tutte le genti – oggi si sia trasformato in individualismo e chiusura ad altri popoli? “. L’Europa sta crollando proprio perché il particolarismo mina alla base la possibilità di costruire una civiltà, sia all’interno di una nazione sia per l’Europa.
A seguire Sr. Michela Marchetti ha parlato di donne, marginalità sociale e realtà territoriale presentando l’esperienza della cooperativa sociale “Noemi” che nell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina ha sviluppato da 20 anni azioni di prevenzione a favore di ragazze, adolescenti e giovani, di contrasto alla violenza sulle donne, di supporto a famiglie e a minori. Ricordando che in Italia sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza, ha poi sottolineato che 55 hanno ricevuto aiuto dal Centro antiviolenza di Crotone “Udite Agar” avviato nel 2016 con l’obiettivo di essere segno e di attivare percorsi di cambiamento.
Nel pomeriggio prenderanno il via i sette tavoli di confronto che proseguiranno anche nella mattinata di domani. Uno sarà dedicato alla comunicazione e due riservati ai direttori Caritas sui temi dell’accoglienza dei migranti e sull’impegno contro la povertà e le disuguaglianze. Gli altri quattro declineranno sotto vari aspetti il rapporto tra carità e cultura.
Programma
Lunedì 25 marzo
16.00 Preghiera di apertura
17.00 Prolusione
Presiede: mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina.
18.00 Relazione/Testimonianza
Giuseppe SAVAGNONE presidente della Conferenza Episcopale direttore dell’ufficio di Pastorale della Basilicata della cultura – diocesi di Palermo
Saluti delle autorità
20.00 Cena
21.00 Benvenuto della parrocchia S.E. Mons. Corrado PIZZIOLO di Scanzano Jonico vescovo di Vittorio Veneto e presidente di Caritas Italiana
MARTEDÌ 26 MARZO
8.00 Preghiera e lectio
9.00 Relazione teologico-pastorale
S.E. Mons. Paolo BIZZETI
12.30 Pranzo
don Vincenzo Andrea APPELLA
15.00 Tavoli di confronto per il discernimento e la testimonianza
18.30 Celebrazione eucaristica vicario apostolico di Anatolia
Presiede: S.E. Mons. Carlo REDAELLI arcivescovo di Gorizia Testimonianzae membro di presidenza di Caritas Italiana
suor Michela MARCHETTI direttrice di Udite Agar, Centro antiviolenza di Crotone
20.00 Cena
21.00 Serata di intrattenimento
MERCOLEDÌ 27 MARZO
8.00 Preghiera e lectio
9.00 Tavoli di confronto per il discernimento
Celebrazione eucaristica (in Cattedrale) e la testimonianza di Alessandra VICINO
Presiede: mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo e presidente della Conferenza Episcopale della
Basilicata.
12.30 Pranzo
14.30 Partenza per Matera
Visita alla città
21.00 Cena (a Scanzano Jonico)
GIOVEDÌ 28 MARZO
8.00 Preghiera e lectio
9.00 Tavola rotonda
11.00 Sintesi del confronto in gruppi e orientamenti per un cammino comune
12.00 Celebrazione eucaristica padre Carlo CHIAPPINI
Presiede: S.E. Mons. Vincenzo OROFINO vescovo di Tursi-Lagonegro e membro di presidenza di Caritas Italiana
Marco TARQUINIO direttore di Avvenire
Marco DAMILANO direttore de L’Espresso
Gian Franco SVIDERCOSCHI giornalista e scrittore
Ansou CISSE giovane immigrato
don Francesco SODDU direttore di Caritas Italiana
13.00 Pranzo e partenze